I turisti dovrebbero usare solo i CUC, ma in tanti luoghi è possibile usare anche i più convenienti pesos cubani (MN, cioè moneda nacional, chiamati anche pesos – Pesos vengono anche chiamati i CUC, e a volte i cubani approfittano di questo fatto). I dollari americani non si usano da nessuna parte, ma vengono cambiati nelle banche e negli uffici di cambio, pur con una alta soprattassa (10%). Conviene portarsi solo Euro o, meglio ancora, solo carte (di credito o di debito). Ci sono ATM nelle principali città, oppure si preleva dentro la Banca con la carta e il passaporto.
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ALLOGGI
Si tratta solo di Case Particular, cioè case private con licenza di affitto ai turisti. Tutte ottime case, quasi sempre con aria condizionata e bagno in camera con acqua calda, e dotate di tanti confort. Sono abbastanza care rispetto al resto dell’America latina, ma gli hotel cubani sono ancora più cari, oltre che spesso scadenti. Tutte hanno letto doppio, quindi il prezzo indicato è per stanza, anche se a volte chiedono 5 Cuc in più se si è in coppia. Contrattare sempre! Vietatissimo, quasi impossibile, portare ospiti in stanza. Per questo esistono apposite case abusive, affittate ad ore.
SANTIAGO (tutte un po’ fuori dal centro ma vicinissime alla zona del Carnevale) Gloria Boué Alonso, calle J n° 212 entre 4^ y 5^, rep. Sueno. Tel. 0053-22-644969
20 CUC. Molto bella, la migliore trovata a Santiago fra le 3 utilizzate. Pulitissima, bagno grande, cibo ottimo a richiesta. Margarita Diaz Urgellés (Margot), calle I n° 12 entre 1^ y 2^, rep. Sueno. Tel. 0053-22-652407
25 CUC, fuori carnevale anche a 20. Bella, pulita, con anche soggiorno e frigo. Un intero piano a disposizione. Richard y Leysi, calle J n° 313 Altos entre 6^ y Av. De Las Américas, rep. Sueno. Tel. 0053-22-645548
20 CUC. Buona ma rumorosa, solo stanza e bagno.
BARACOA Ondina Legre Rodriguez, Felix Ruenes n° 12 entre Céspedes y Ciro Frias. Tel. 0053-121-642767
20 CUC. Stanza buona ma …. continua a leggere qui >>
Ecco una prima serie di foto, 100 esatte, tutte di Santiago de Cuba.
Segue un piccolo video (meno di 2 minuti), con alcune riprese fatte in una affollata (di giovani) spiaggia e nella Casa De La Trova di Santiago. Non è granchè, ma è l’unico video che ho fatto a Cuba (sempre mi dimentico di fare riprese).
I diari di viaggio classici, quelli con la descrizione cronologica di tutto ciò che si fa e vede, non mi piace farli (credo si sia notato), tuttavia quel tipo di diario può contenere informazioni più pratiche ed utili per chi dovesse effettuare un viaggio negli stessi luoghi.
Ecco quindi un molto breve diario di viaggio “classico”!
Nel poco più di un mese passato a Cuba, ho visitato le seguenti località.
SANTIAGO DE CUBA
Una delle tappe che mi è piaciuta di più. Qualità principale: la musica! A Santiago, capitale musicale di Cuba, si può assistere a concerti dal vivo di ottima qualità nella storica “Casa De La Trova” (4-5 concerti ogni giorno, ad un costo di 1 CUC – meno di 1 euro – per quelli di giorno, e 5 CUC per quelli di notte), ma anche in altri locali.
Centro storico “infestato” di jineteras, ma costi generali (casa particular, pasti, trasporti cittadini, ecc.) più bassi del resto dell’isola (poco più della metà di quelli dell’Avana). Ottimo il carnevale, sei giorni di feste, sfilate e balli in tre diversi quartieri cittadini, per tutta la notte (fine luglio).
BAYAMO
Tappa di un solo giorno/notte a causa della persistente pioggia e dell’assenza di posti-letto disponibili in tutte le case particular cittadine (ho dormito in una casa privata abusiva). N.C.
BARACOA
Insieme a Santiago le tappe migliori del mio viaggio. Le piccole dimensioni …. continua a leggere qui >>
L’accesso ad internet è possibile ormai in gran parte delle città cubane. In teoria è consentito anche ai cubani, nella pratica invece è quasi impossibile per loro utilizzarlo visto il suo costo molto alto (6 CUC l’ora – poco più di 6 dollari, o 4,5 euro). E vista l’assenza, in tutta l’isola, della banda larga, la connessione è estremamente lenta per cui in un’ora si riesce a fare ben poco.
Se però quasi dappertutto non ho avuto problemi a reperire gli uffici pubblici dove ci son le postazioni, all’Avana questo è risultato particolarmente problematico: o gli uffici erano chiusi, o c’erano guasti, o avevano finito i codici di accesso, o c’era assemblea, ecc. E gli uffici privati (negli hotel più lussuosi) avevano costi troppo alti (9-12 CUC l’ora).
Un giorno vado così al centro internet dell’Avana Vecchia, il centro storico della capitale, che trovo però chiuso momentaneamente per non so cosa. Di fronte c’è un piccolo mercato popolare di cibi e bevande, per cubani (la differenza con quelli per turisti è evidente), ed entro per bere qualcosa di fresco. Mi fermo così (tanto per cambiare) a parlare con una cameriera. Lavora qui a giorni alterni, 12 ore al giorno. Stipendio mensile: poco più di 100 pesos cubani (4,5 dollari, 3 euro!).
– “Un turista con due bevande che compra in questo bar a fianco spende quanto io guadagno in un mese”, mi dice.
Che le posso dire, io, “ricco” turista privilegiato? Nulla…
Mi fa vedere le sue scarpe, con la suola in gran parte staccata, e mi racconta un po’ di lei.
Poco dopo riapre l’ufficio internet, e mi sposto lì. Entro, passo un’ora, pago i 6 CUC di tariffa (cioè uno stipendio e mezzo di quella ragazza) ed esco.
Ritorno al mercato da quella ragazza e mi fermo a pranzare: una coscia di pollo fritta, banane fritte e una tropi-cola (la coca-cola cubana). Per la prima volta da quando sono all’Avana mi viene voglia di lasciare la mancia dopo il pasto, e provo a lasciarle 2 CUC. Lei però non li accetta, mi dice che si vergogna.
GULP!! Rimango sorpreso, questo non me l’aspettavo né mi era mai successo prima in tutto il mese a Cuba! Lei i miei soldi non li vuole!!
Inutile, quando penso di aver capito qualcosa, poco dopo capita qualcos’altro che mi fa capire che così non è…
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Le cameriere che guadagnano 3 euro al mese (più una loro amica)
La società cubana ormai rappresenta un caso praticamente unico al mondo, per cui ci sono alcuni aspetti che meritano una spiegazione a parte.
Credo di non aver chiacchierato con la gente, in un paese straniero, così tanto come questo mese passato a Cuba. Ogni giorno mi capitava con proprietari di case particular, tassisti, decine di nuove conoscenze quotidiane per la strada, alcuni stranieri stabilmente residenti, vicini di tavolo nel ristorante, i fastidiosi jineteros (i trafficoni già descritti negli altri post), ecc.
Il fatto di essere da solo, di dormire in case particular e quindi a contatto con famiglie (anziché in hotel), di spostarmi solo con mezzi pubblici, di non essermi mai isolato in spiagge o isolette (rimanendo quindi sempre in centri popolati) mi permetteva infatti di avere contatti con le persone molto facilmente e per tutto il tempo che volevo (non c’era nessuno che mi richiamava: andiamo qui, andiamo lì… 🙂 ).
Rimanendo a Cuba 35 giorni, e contando i tanti incontri quotidiani, potrei dire di aver sentito il parere forse di oltre un centinaio di cubani, di diversi generi ed età.
Bene, di tutta questa gente posso contare sulle dita di una mano chi era contento della propria condizione e del proprio paese/governo/sistema (un minatore cinquantenne di Holguin e un proprietario di casa particular all’Avana, benestante).
Mi è capitato di parlare anche con alcuni 75-80 enni che avevano vissuto la precedente dittatura di Batista, i quali mi dissero che, nonostante la dittatura e la miseria, secondo loro la gente “media” stava meglio prima, cioè chi aveva almeno un minimo lavoro; stava meglio di oggi. Ok, questi anziani son stati solo 3, per cui la base è piccola, però è stato per me anche quello un parere importante.
Tutto questo mi ha dato, e mi da ancora oggi, tanto da pensare; non riesco a trovare un pensiero finale, una conclusione. Ci son troppe contraddizioni e aspetti quasi incomprensibili. Avendo visitato altri paesi latino-americani, i successi della ricetta cubana a me risultavano evidenti, ma ai suoi cittadini no. Mi trovavo regolarmente a discutere con persone e a prendere spesso io le difese del loro sistema (anche per… addolcirgli un po’ la pillola) mentre loro lo criticavano duramente. Gli parlavo dei loro paesi vicini, della diffusa miseria estrema che a Cuba non esiste, della tremenda …. continua a leggere qui >>
Durante i viaggi ho avuto modo di osservare in giro qui e là alcuni lavori che si potrebbero fare nei vari paesi (il giro del mondo in questo caso è stato una vera miniera) per mantenersi in viaggio (o per integrare il mio ora ridotto stipendio). Lavori fatti già da altri che sono partiti prima di me, o anche solo idee su attività con qualche possibilità di successo, anche se piccolo. Non importa guadagnare tanti soldi, ma il tanto giusto per mantenersi in viaggio, e spesso in paesi dove il costo della vita è molto basso.
Spesso è capitato così di incontrare anche altri italiani, gran parte dei quali per mantenersi hanno aperto quella che credo sia l’attività più diffusa fra loro: un ristorante (o pizzeria) italiano.
“Bella Italia”, “Pizza Mia”, “Mamma mia” e altre amenità del genere sono alcuni dei classici nomi usati, uniti al tricolore esposto dappertutto. E la indiscutibile fama della nostra cucina generalmente garantisce ottimi successi, fatto che spesso viene sfruttato anche da altri ristoratori non di origine italiana.
Tutto ciò però non mi ha mai attirato perché presuppone lo stabilirsi in un posto fisso e poi lavorare ogni giorno, e poter quindi viaggiare poco. Per lavorare ogni giorno e rimanere in un posto fisso, pur se bello ed esotico, me ne rimango in Italia – ho sempre pensato. Dopo un po’ la routine subentra perfino nella più bella isola dei Carabi, e ci si annoia. Bisogna sempre cambiare.