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Lug232008
Alla fine non ce l’ho fatta (di nuovo)! 🙁
Devo sospendere un’altra volta la pubblicazione degli ultimi mesi e del finale del mio giro del mondo, quel fantastico ed indimenticabile anno in giro fra tre continenti che, proprio perchè è stato uno degli anni più belli della mia vita, mi ero riproposto di trascriverlo tutto su carta (e web), per renderlo indelebile al passar degli anni.
Ora sto ripartendo per un altro lungo viaggio e, considerando che sarà difficile trovare il tempo per ultimarlo, fra nuovi luoghi e genti da scoprire e altri conseguenti racconti da scrivere, devo sospenderlo qui, alla fine della Cina e prima del sud-est asiatico, sperando di poterlo continuare al mio rientro.
Mi devo fermare un’altra volta a quel confine Cina-Vietnam che, anche durante il giro del mondo, non son riuscito a passare facilmente (problemi di visto e conseguente dietro-front impostomi dai militari vietnamiti).
Ben 8 mesi sono passati dal mio rientro, ma fra lento riadattamento alle quotidiane “routine”, un viaggio ad Hong Kong, due in Romania, uno in Puglia e alcuni mesi dedicati ad un nuovo lavoro che poi non è decollato, il tempo non mi è bastato a finire tutto.
Mi dispiace anche perchè, nel giro del mondo, dopo le feste sudamericane, le perplessità australiane e le curiosità di Bali e della Cina, in Vietnam e Laos ho avuto modo di imbattermi in altre assai dure realtà umane che mi hanno impressionato tanto e delle quali ho tanto da scrivere e da testimoniare, a chi ha la pazienza e la curiosità di voler scoprire.
Nell’attesa della futura conclusione, inserisco qui un piccolo anticipo di tutto questo.
Si tratta di un PPS (sequenza fotografica) che tempo fa avevo preparato per i figli di un’amica, dei semplici e normali bambini italiani che però al confronto con i poveri e sfortunati bambini vietnamiti o del Laos mi apparivano come bambini troppo viziati e capricciosi. PPS che, ogni volta che lo riguardo, mi commuove per i ricordi che mi evoca.
PPS I Bambini Del Mondo (6 mb)
(Ora è il file giusto!)
Bene, nel prossimo post annuncerò il nuovo viaggio!
Ciao!
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Ott112007 Nella via del ritorno, dalle Gili a Bali, si attraversa un tratto della grande isola di Lombok. Qui facciamo una breve sosta a metà strada per caricare altre persone (2 italiani de Roma!) nel pulmino. Mentre gironzolo qui e lì, scambio qualche chiacchiera con un negoziante lì vicino, che mi illumina su una bellissima usanza dei popoli asiatici: il sorriso.
Se nel mio primo viaggio in Asia, 3 anni fa, ero rimasto non solo sorpreso ma veramente sbalordito dalla facilità con cui gli asiatici sorridono con chi incontrano, conosciuti o sconosciuti che siano, avevo poi letto diverse interpretazioni su di esso che però non mi avevano mai convinto del tutto. Usanza, cultura, bla bla, forse tutto vero ma ancora sentivo di non aver capito.
Il commerciante, che nella sua vita e con il suo lavoro ha incontrato tanti turisti, mi parla di questo e mi dice:”Noi asiatici salutiamo con il sorriso, anche senza dire parole. Così come voi dite “Hello”, noi sorridiamo. E’ il nostro saluto”.
Caspita, semplice come l’acqua!
In effetti, pensandoci bene, è meglio un sorriso senza “hello” (o ciao o buongiorno nella versione italiana) che un “hello” senza sorriso. Dalle nostre parti al massimo si accenna il sorriso quando si saluta qualcuno, a meno che non sia qualcuno di particolarmente caro. Qui si fa con tutti, o quasi.
Ecco, ho trovato ora una spiegazione più razionale oltre che semplice, che mi permette di capire e quindi anche di saper utilizzare. Perché, oltre che piacevole, il sorriso è anche molto efficace!
Qui in Asia, quando si esce anche di poco dai percorsi turistici più battuti, la gente rimane incantata o perlomeno sorpresa quando vede un occidentale. Ciò capitava anche in America latina, ma qui in misura più grande. Siamo troppo diversi: altezza, faccia, naso e occhi, peli delle gambe. La gente si gira quando passo per strada, e i bambini con la loro istintività ancor di più. Sguardo fisso ed espressione di meraviglia. In quei momenti si sente tutta la distanza fra “noi” e “loro”.
Distanza che in sud America non si sente tanto perché siamo più simili.
Distanza che è anche piacevole perché ti fa sentire al centro dell’attenzione di tutti, quasi un “Re” per alcuni momenti.
Distanza che però rimane appunto una “distanza”, e quindi solitudine.
Ecco allora che entra in gioco il sorriso. Un sorriso al momento giusto e si rompe il ghiaccio, la solitudine scompare, perché davanti ad un sorriso il DNA asiatico ha l’informazione di rispondere con un sorriso, almeno 9 volte su 10. Dopodichè si può anche parlare, o andare via. Non importa, per quell’attimo c’è stato uno scambio fra questi due esseri che fanno parte di mondi molto diversi, e per quell’attimo la distanza è stata più breve.
Alcuni giorni fa una ragazza vietnamita mi ha detto:”Il sorriso avvicina le persone, anche quando sono sconosciute”.
Parole sacrosante, quasi un undicesimo comandamento!
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Sorriso asiatico (Sapa)
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Set282007 Ebbene si, credo che devo sospendere il blog, o perlomeno ritardare (ancor di più) il suo aggiornamento. La settimana scorsa avevo già deciso di sospendere le gallerie di foto, che fra tutti i lavori del sito e del blog sono quelle che necessitano di più ore di lavoro per la loro sistemazione, correzione e pubblicazione online.
Stop foto fino al mio rientro in Italia! Magari ne pubblico qualcuna in più nel blog.
Ma ultimamente mi sta mancando il tempo anche per completare i vari racconti. Tutti gli appunti sono scritti nelle pagine del mio quaderno, pronti ad essere trasformati in storie leggibili. Tutto “salvato” per non perdere nessun ricordo. Manca solo una cosa: il tempo.
Ora che sono nell’undicesimo mese, sto cercando di utilizzare ogni singolo momento per godermi la parte finale del viaggio. Ma, più della fine del viaggio, ciò che di nuovo c’è ora è che sono entrato nel vero cuore dell’Asia, il magico sud-est. Qui ogni momento e in ogni luogo c’è qualcosa da vedere, conoscere, scoprire, in una sola parola: vivere.
Solo ieri, una grigia giornata piovosa nelle montagne del Nord Vietnam, si è trasformata in un’altra giornata per me memorabile. Finiti i soldi, ho dovuto affrontare un viaggio di un’ora, sotto la pioggia incessante, in moto. Problemi di carta di credito. Se son partito maledicendo la mia Master Card che qui non funzionava, a metà strada ho iniziato a benedirla per avermi fatto fare quell’imprevisto viaggio. Perchè? A suo tempo lo scriverò, ma al rientro ero quasi commosso.
Fra gestione del sito, racconti del blog, foto, mail alle quali rispondere, le ore dedicate al pc stavano diventando troppe, per cui ora devo sospendere. Così come ho deciso di tagliare dal viaggio gli ultimi due paesi, India e Nepal. Non c’è tempo, e le corse non mi piacciono.
Se avanzeranno ritagli di tempo continuerò i racconti da qui, se no quando torno in Italia. Mi manca da inserire l’ultima puntata di Bali, con il racconto dell’ora trascorsa a chiacchierare con un contadino nella sua casupola di campagna. Lui non parlava inglese, io non parlavo indonesiano, siamo riusciti a comunicare lo stesso. E poi Giacarta e le bat-girls, Singapore con i suoi shopping center uno dietro l’altro, il mese trascorso ad Hong Kong fra salsa e primi “assaggi” di Cina, poi la vera Cina con i suoi problemi di comunicazione ma con la tanta curiosità dei suoi abitanti, ed infine il Vietnam con la capitale Hanoi, la Unesco-baia di Halong Bay e i monti del Nord con le sue etnie Hmong che, sembra paradossale, non parlano vietnamita (hanno una loro lingua propria) ma parlano un buon inglese, imparato dai turisti mentre gli vendono i loro manufatti.
Le prossime tappe saranno Laos, Thailandia del Nord e, se la situazione non peggiora ulteriormente (in tal caso non mi concederanno il visto), il Myanmar. Anzi la Birmania, il vero nome del paese.
Un ciao a tutti!
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Bambina Hmong
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Ha, bambina Hmong
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Set132007 Ebbene si, devo cambiare la foto qui sopra. Alcuni giorni fa ho confermato (e spostato) il volo di rientro. Insieme a quello ho spostato gli ultimi 2 voli e cosi’, alla fine, su 8 voli (escluso il primo) prenotati prima della partenza la maggior parte li ho tutti spostati. Solo quelli di uscita dall’Australia e Nuova Zelanda, piu’ un paio d’altri, non li ho spostati.
Chissa’ perche’! 😉
Rientro il 14 novembre in Europa (Londra) e il 15 in Sardegna, dopo un giorno e notte in un aeroporto di Londra. Il primo volo a prezzi (per me) decenti era la mattina dopo (26 euro) e, visti i costi della carissima capitale inglese, non e’ il caso di muoversi dall’aeroporto. Respirare il meno possibile e dormire in una panchina, all’interno. 🙂
Mi consola il fatto che mi rimangono ancora delle interessantissime tappe: Laos anche se per poco, Thailandia al confine con il Myanmar (in un centro di rifugiati birmani) e Myanmar, in un altro centro analogo. Piu’ varie ed eventuali, come al solito.
E da domani, qui ad Halong Bay, mi aspettano tre giorni di escursione in barca in giro fra gli oltre 3000 isolotti della zona. Costo al giorno: 25 euro, compresa barca, vitto e alloggio. Mi costa quasi meno che stare chiuso in un hotel ad Hanoi senza fare niente. Saro’ con altri turisti anziche’ con i pescatori che ho provato a cercare, ma di meglio non son riuscito a fare.
Ok, meno 2 (mesi) al rientro. Sigh! 🙁
E’ tutto, ciao!
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