Son già da un mese in terra australiana, a Sydney e, contrariamente alle (basse) aspettative che avevo prima di venire qui, non passa giorno che non noti qualcosa che mi sorprenda, se non addirittura meravigli. In senso positivo! 😮
Ogni giorno che passa mi rendo conto che la nostra società italiana è lontanissima (e non solo in senso geografico 🙂 , qui siamo agli esatti antipodi) dal livello di civiltà, ordine, disciplina, efficienza, benessere, apertura mentale presente in Australia, per citare alcuni fra gli aspetti più evidenti. Certamente abbiamo altre qualità che forse qui scarseggiano, ma questi aspetti che ho citato ci pongono assolutamente in un altro piano e non certo, ahimè, superiore.
Ieri sono rimasto ancora una volta sorpreso, in seguito ai tragici fatti dell’attentato al Cafè Lindt nel centro di Sydney. Nonostante quel triste evento abbia bloccato per 24 ore l’intero centro “business” della città (non ho ben capito perché, ma hanno chiuso tutto, uffici e negozi, credo solo in segno di solidarietà, perché la zona veramente bloccata al traffico era ristretta ad un solo isolato – hanno annullato anche una festa in barca che avevamo prenotato da un mese prima, grunt! 🙂 ), nonostante si sia concluso tragicamente, nonostante le sofferenze degli ostaggi rese pubbliche e visibili dalla televisione, nelle ore seguenti non si sono sentite in giro frasi di odio, di rancore, di voglia di vendetta, di guerra, tutti quei messaggi che in seguito ad eventi terroristici spesso si sentono. Il primo ministro in diretta tv ha parlato di pace, di abbraccio alle famiglie colpite, soprattutto ha sottolineato che la società australiana è sempre stata pacifica, aperta, ospitale e multiculturale, e questo non cambierà mai, neanche adesso. In seguito ho visto anche un’intervista al capo dell’opposizione, e anche le sue parole e il suo messaggio è stato lo stesso. Qui non hanno (beati loro) la lega Nord che avrebbe subito invocato la terza guerra mondiale contro gli islamici (l’attentatore era islamico), o l’espulsione per tutti gli islamici e/o stranieri presenti (in Australia gli immigrati sono tantissimi, per strada a Sydney si vedono più facce straniere – soprattutto asiatiche – che australiane “doc”), i politici che ho sentito non hanno cercato di approfittare della situazione per propri interessi elettorali (visto tante volte in altri paesi, non solo in Italia). E lo stesso vale per la gente comune, intervistata per la strada. In gran parte messaggi di pace, di apertura, di commozione ma non di astio.
La prova dei sentimenti della gente comune è stato anche il messaggio che ieri è stato riscontrato come il più diffuso dai social networks, con l’hashtag #illridewithyou . E’ nato da una ragazza che, seduta in un bus di Sydney che si avvicinava al centro (proprio nella zona dell’attentato), ha notato che la sua vicina di sedia (una donna musulmana) pian piano si sfilava il suo hijab (il fazzoletto che copre i capelli) e lo nascondeva. Quando è scesa dal bus l’ha seguita e le ha detto di rimetterselo, che lei l’avrebbe accompagnata per la strada. La donna l’ha abbracciata, piangendo, poi è andata via da sola.
Il senso del messaggio era quindi di solidarietà per il popolo musulmano, perché probabilmente ora sarebbe stato oggetto di accuse o anche insulti per le strade. Non odio verso di loro, ma pace. La gente ha raccolto il messaggio e in centinaia di migliaia solo ieri l’hanno girato in rete. #illridewithyou, camminerò con te.
Che popolo gli australiani!
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