“Dobbiamo essere felici ogni giorno per ciò di veramente importante che abbiamo (la vita, la salute) e che spesso scordiamo, piuttosto che ricercare felicità effimere in altri aspetti della nostra vita (per esempio beni materiali) che invece sono solo temporanei e ci causano solo stress”.
Sciamano Maya, cerimonia del fuoco, Cali (Colombia), 04.01.2010, 4:30 am.
Cerimonia del fuoco per la salute e la guarigione di un nostro amico inglese, Daniel Eley, che per un tuffo in un fiume pochi giorni fa, ora rischia di essere quadriplegico.
In questo momento lo stanno operando.
Quest’anno, per vari motivi, ho tralasciato l’aggiornamento del blog. Gli ultimi post che avevo scritto riguardavano il Nicaragua, dove mi trovavo 1 anno fa. Poi, dopo il rientro da quel viaggio (all’inizio di marzo di quest’anno), son seguiti 4 mesi di lavoro intenso (ok, intervallati da un mesetto di ferie… he he, lo dico sempre, lavorare fa male alla salute :-)), e poi dai primi di luglio sono ripartito per il mio ormai consueto viaggio di 8 mesi. Destinazione attuale: Colombia (e precisamente Cali, una delle tappe più piacevoli del viaggio precedente) per quasi tutti gli 8 mesi. Più giretti nei dintorni, ma senza spostarsi troppo come in passato.
Perché? Cosa cambia ora? Come si può passare dallo stare in giro da una parte all’altra del mondo, e ora rimanere fisso in un luogo (comunque all’estero)?
La risposta è semplice, anche se forse potrebbe non sembrarlo. Provo a dare qualche numero giusto per documentare la mia spiegazione.
Poco prima di partire per l’attuale viaggio ho fatto due calcoli e ho così scoperto che …. continua a leggere qui >>
L’altro giorno mi è arrivata una e-mail dove, fra le altre cose, c’era scritto:
– “Beato te che hai i soldi per viaggiare….etc”.
E discorsi del genere ne ho sentito tanti da quando ho iniziato a fare viaggi lunghi. Anzi, anche da prima, con i viaggi di solo un mese.
Rispondo partendo dal mio pranzo di oggi, qui a Cali, terza città (per dimensioni) della Colombia.
Menù:
zuppa calda con pollo, patate, pannocchia di mais, verdure varie, spezie;
seconda portata: riso bianco, fagioli, carne (a scelta fra pollo, bovino o maiale), insalata verde, banana fritta;
bevanda: aguapanela fresca (bevanda ricavata da un prodotto della canna da zucchero, ha il sapore di un tè dolciastro);
due caramelle in regalo.
Pasto consumato in un ristorante sulla Avenida 6^, la via più centrale di Cali, centro anche della vita notturna con tante discoteche di salsa vicine.
Pasto servito al tavolino da gentili camerieri, in una fresca terrazza con tante palme intorno.
Eccomi qui, in ritardo come al solito, per annunciare il mio nuovo (lungo) viaggio.
Ritorno in America Latina!
Considerando che la seconda parte del giro del mondo si era svolta in Asia e che un altro, seppur breve, ritorno in quel bel continente l’ho fatto la scorsa Pasqua (ad Hong Kong), ora è giunto di nuovo il turno dell’America latina, andando sia in zone per me nuove e sia in qualcuna già conosciuta (anche se l’Asia mi manca già…).
Inizio con la grande esclusa del giro del mondo, Cuba, che dovetti cancellare dal mio programma per la prolungata (e allegra!) permanenza in Brasile. L’anno scorso volevo andarci prima che finisse l’era di Fidel Castro, allora seriamente ammalato. Ora Fidel Castro non c’è più al governo (ok, più o meno), ma pare non ci siano grossi cambiamenti. Proverò ad indagare in proposito! 🙂
Quindi stanotte (23 luglio) arriverò a Santiago de Cuba, prima tappa. Qualche settimana fa ho letto che in questa città si svolge proprio in questi giorni il carnevale cubano, secondo per importanza solo a quello brasiliano. Sarà, ma dopo aver visto le due maggiori manifestazioni carnevalesche brasiliane (Rio e Salvador), ho qualche dubbio che quello cubano possa avvicinarvisi… Comunque, per togliermi ogni dubbio, vado a vederlo! 🙂
Il programma completo, naturalmente soggetto a variazioni (come sempre), prevede:
– un mese a Cuba, percorrendola da Sud a Nord, e ripartenza dall’Avana;
– n° X settimane in Nicaragua;
– n° X settimane in Costarica;
– n° X settimane a Panama;
– n° X settimane in Colombia;
– in forte dubbio una breve tappa in Venezuela;
– e per finire…. paraparapà!!! BRASIL!! 😀 Prediligendo zone non visitate, ma con alcune tappe anche in luoghi già conosciuti e a me cari.
Fine del viaggio a Rio con il suo carnevale, a fine febbraio. Poi rientro per i dovuti 4 mesi di lavoro annuo.
Insomma, questo viaggio di 7 mesi e mezzo inizierà e finirà con un carnevale.
Se l’America latina è il regno indiscusso delle feste, anche come modo di intendere la vita (ne avevo parlato qui), non bisogna perdersi le più grandi.
Se ho trovato il modo di poterci andare per lungo tempo, non vedo perchè non dovrei farlo (ma… e il lavoro, il mutuo, la macchina, il nuovo iPhone, bla bla bla bla…). 😉
Se ancora non si capisce il messaggio subliminale di questo post, ora lo scrivo con caratteri del nostro alfabeto: PARTITE, PARTITE!!).
🙂
Dopo le isole Gili ritorno a Kuta, la mia prima tappa di Bali. Devo infatti ancora capire come arrivare a Singapore, da dove ho il prossimo volo fra pochi giorni. Inizia a sentirsi la mancanza della comoda Lonely Planet. A Bali infatti non ci sono punti di informazione turistica “liberi”, cioè ufficiali. Ci sono si tante insegne con scritto “tourist informations”, ma sono tutte agenzie private che cercano solo di vendere le loro escursioni. Se chiedo informazioni su un argomento “A”, prima mi illustrano tutti i loro programmi da “B” a “Z”, poi mi dicono qualcosa sulla mia richiesta ”A”, informazioni però contrastanti con quelle avute da una precedente agenzia visitata, e quindi inservibili.
Così un giorno, al mio ennesimo tentativo di sapere come arrivare a Giacarta in bus, dopo che un tizio di un’agenzia turistica, superati i convenevoli di rito (ciao, come stai, quanti giorni a Bali, Italia, Roberto Baggio, Totti, etc) mi illustra i suoi “originali” tour (dal Kayak al rafting, dalle escursioni in groppa ad elefanti alle crociere in yacht) mi decido ad acquistare una Lonely Planet sul sud-est asiatico, usata e in inglese, in una bancarella. E in due minuti scopro che c’è un bus giornaliero dalla vicina Denpasar che in 24 ore, al prezzo di 20 euro, mi porta nella capitale indonesiana. Semplice, no? Concludendo, a parer mio si può fare a meno di una guida di viaggio in paesi più moderni tipo Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Europa etc, dove ci sono ottimi servizi informativi pubblici che ti danno chili (nel vero senso della parola) di depliant gratis, mentre diventa indispensabile nei paesi poveri come per esempio l’Indonesia, perché permette di avere facilmente in mano e in breve tempo informazioni su cultura locale, trasporti, visti d’ingresso e luoghi interessanti da visitare.
Nb: non esiste la versione in italiano delle guide Lonely Planet che trattano tanti paesi in un solo volume, come per esempio la LP sul sud-est asiatico o sul sudamerica. Perché? Semplice, perché non le compra nessuno in Italia. Tutti vanno all’estero in un paese per volta, e solitamente per breve tempo. Quando impareranno gli abitanti del belpaese dai fratelli nord-europei?
Gli ultimi giorni a Bali li dedico a uno degli aspetti di quest’isola che ho gradito di più: le escursioni in moto nell’interno.
Dopo aver “spulciato” ben bene tante cartoline in alcuni negozi (lo faccio spesso, permette di avere una rapida visione dei luoghi di maggior bellezza), scelgo la mia prossima meta: Jatiluwih, zona collinare/montuosa verso nord, famosa per le sue spettacolari risaie.
Sveglia presto (per me, cioè… ehm, le 10) e partenza dopo lento risveglio e lauta colazione (12 e mezza). Giubbotto, maglioncino nello zainetto, piccola mappa, acqua e occhiali da sole. Via!
Broom, broom, broom, broom (4 marce). Naturalmente anche oggi non è possibile arrivarci direttamente, senza soste. Come si fa a Bali? 🙂
Ogni tanto, per esempio, …. continua a leggere qui >>
Bene, dopo qualche settimana (ma… caspita, è già passato un mese!) passata a sistemare alcune cose urgenti (ma cosa alla fine? Bò…), riesco a continuare il blog.
Ritornando alla “vita normale”, e soprattutto riprendendo a lavorare, ma anche aggiungendo gli altri cento impegni quotidiani, si ha il risultato che il tempo libero scarseggia.
Un paio di giorni fa ho letto in un blog di un ragazzo che mi ha scritto (Fabio, qui il suo blog) una recensione su un bel libro di A. De Mello, che ho prontamente inserito nell’elenco dei libri da leggere. Leggendo un brano del libro mi ha colpito questa frase:
“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”.
Niente di più giusto!
Ho fatto tante cose in questo primo mese dal rientro, ma se mi fermo a pensarci bene mi accorgo… di non aver fatto niente di particolare. Eppure ero sempre impegnato.
Sto già rivedendo i miei programmi futuri di permanenza/partenza!
Per quanto riguarda il blog sul viaggio, ero rimasto a Bali. Prima di continuare a scrivere, però, mi mancavano da inserire le foto delle ultime località visitate, di cui avevo già parlato.
E così ora è il turno delle foto di Ubud, la seconda, bellissima tappa a Bali.
Per capire meglio le foto, date una rilettura veloce a quello che avevo scritto su questa località, in questo post.