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Mar242007 Ormai il ritardo nell’aggiornare il blog è cronico, ma in questi giorni ho cercato di recuperare. Sono quasi nel nord del Brasile, nella bella cittadina di Sao Luis, e fra non molto dovrei uscire dal paese. Scrivo “dovrei” perchè l’ho già detto tante volte ma ancora non ci son riuscito. E’ difficile lasciare il Brasile!
Ecco quindi 4 nuovi post, che però non pubblico tutti insieme (se no vi stancate 😉 ). Li ho già inseriti nel blog ma ho programmato la pubblicazione a giorni alterni, a partire da domani, per i prossimi 7 giorni. E siccome questo canale mediatico è mio, posso permettermi di scegliere come orario nientepopodimenoche… la prima serata! 😀
Quindi, da domani domenica 25 marzo, alle 21.00, sul canale travelbaila.it (nel telecomando ancora non c’è) e per tutta la prossima settimana a giorni alterni, saranno online i miei nuovi racconti sudamericani, corredati di foto.
Niente canone televisivo, niente pubblicità, cosa volete di più? 😀
Un caro saluto a tutti! Ciao!
Mar22007 Eccole qui! 😮
Finalmente, dopo oltre un mese e mezzo da quando ho lasciato quella splendida città, son riuscito a riordinare le foto fatte a Rio e a pubblicarle sul sito. Ho filtrato le circa 800 foto fatte, e non son riuscito a lasciarne meno di quasi 200 (187). Saranno probabilmente troppe per chi le vorrà vedere, ma per me significano tanto e di meno non son riuscito a metterne. In questo modo potrò rivedermele da qualsiasi parte del mondo sia, anche se non ho il portatile appresso come ora.
Molte foto son dedicate alle persone che ho incontrato in viaggio, e sempre di più confermo ciò che già da un pò avevo capito: i miei viaggi sono dedicati principalmente non tanto alla conoscenza di luoghi, ma di persone, umanità, culture diverse, stili di vita. Per questo non farei mai 100 chilometri per andare a vedere, che so, i trichechi che prendono il sole, però ne farei 1000 per andare a visitare un paesino sperduto dell’entroterra brasiliano dove non ci sono turisti che abbiano rovinato lo stile di vita locale. Come farò i prossimi giorni.
Ci son 100 modi per viaggiare, e ognuno sceglie quello più di suo gradimento. Io ho trovato il mio. Ieri ho passato una giornata intera a parlare con Misato, una ragazza giapponese. Una cultura così diversa e così affascinante. Il giorno prima parlavo in ostello con un ragazzo francese e un israeliano. Il giorno prima ancora con una brasiliana e oggi con uno svedese. Ognuno ha dietro una vita diversa dalla mia, e di ognuno di loro ho tanto che vorrei ascoltare.
Insomma, queste son le foto, prendere o lasciare! 😀 😀 😀
Ciao!
Feb272007 Riuscito finalmente a lasciare Rio e le sue feste, trascorro un paio di giorni nel tranquillo paesino di montagna Ouro Preto, stracolmo di antiche chiese e abbarbicato su una ripida collina. Tanto ripida che i suoi abitanti hanno escogitato un efficace sistema per risalire le stradine senza stancarsi troppo (quando si tratta di risparmiare energie i brasiliani sono imbattibili). Salgono a zig-zag, da un bordo all’altro della carreggiata. L’ho provato anch’io, rientrando la notte tardi e stanco da una giornata di continui sali-scendi, e funzionava!
Aria fresca, prati verdi e mucche al pascolo, un ambiente che contrasta molto con i due caldi mesi passati finora in Brasile.
Ouro Preto
Il paesino però è piccolo e 2 giorni sono sufficienti per visitarlo. Poi di nuovo in autobus per Vila Velha, ancora sul mare, per visitare un’amica brasiliana conosciuta ben 10 anni prima a Cambridge, durante una vacanza-studio. Bello rivedere una persona a 10 anni di distanza. Si ritorna indietro nel tempo e, nonostante nel frattempo si siano fatte tante cose, sembra che gli anni siano volati e che solo poco tempo prima eravamo ancora nel giardino della scuola d’inglese, a chiacchierare con altri studenti di tutto il mondo.
Questa volta (sono ospite) alloggio in una casa a 4 stelle con camera singola e bagno privato a disposizione. Dopo 2 mesi di camere da 6 a 24 letti fa piacere.
Non c’è molto da vedere a Vila Velha e così, nonostante la splendida accoglienza di Alessandra e di sua sorella Valesca, il terzo giorno prendo il bus per Porto Seguo, non prima però di un ottimo barbecue a base di carne organizzato a casa del fratello. Anche in Brasile è diffusa una simpatica usanza che in Argentina è una vera regola: la domenica si fa il barbecue. Un piccolo fuoco, anche su un braciere, un po’ di carne, birra (in Brasile) o vino rosso (in Argentina) e un bel gruppo di amici o parenti. Il tempo del pasto è molto più lungo di una cena tradizionale per cui si passano diverse ore allegramente insieme. Per di più è più semplice che cucinare primo, secondo, contorni vari, etc. Questa usanza la “rubo” e appena torno a casa la voglio provare! Chi vuole favorire è ben gradito. Scrivetemi una mail così organizziamo un bel BBQ. Naturalmente… fra 9 mesi. 😉
Feb262007 Nel mese trascorso a Rio ho conosciuto tante persone, grazie alla stretta convivenza che l’alloggiare in un ostello comporta. Se faccio il confronto con i miei precedenti viaggi in cui principalmente alloggiavo in hotels e posadas, il salto di qualità (sociale) è stato grande. Quando viaggiate lasciate perdere gli hotel e andate negli ostelli. Conoscerete un sacco di persone e, oltretutto, risparmierete soldi!
Se è vero che la maggior parte dei turisti si ferma in ogni luogo 2 o 3 giorni, per cui ci si conosce solo superficialmente, in occasione di feste particolari (come appunto capodanno o carnevale) le permanenze sono più lunghe e si ha così il tempo di stringere amicizie più forti. Così è capitato a me al Tupiniquim Hostel di Rio con Rodolfo (argentino), Manuel (colombiano), David (italiano), Sandy (americana) e Misato (giapponese). Con i primi 3, soprattutto, abbiamo formato un gruppo compatto, iniziando ad uscire insieme proprio dalla notte del 31 dicembre e poi per quasi due settimane. Facendo colazione insieme, andando in giro in città insieme, a ballare, in spiaggia, nei musei, ma anche rimanendo giornate intere in ostello in attesa che la pioggia finisse, aggiungendo centinaia di foto fatte insieme e un numero indefinito di caipirinhe che stravolgeva sempre anche le giornate più uggiose di questo anomalo gennaio carioca (anomalo per il tempo), abbiamo stretto una forte amicizia che poi, al momento di separarsi, si è fatta sentire con una forte commozione di tutti.
“Los intocables” è il soprannome che Rodolfo aveva scherzosamente messo al gruppo, citando la famosa pellicola con Robert De Niro sulla mafia, inizialmente perché David viveva a Palermo, lui (Rodolfo) viveva a Buenos Aires nel quartiere Palermo, Manuel era colombiano (= droga) e io italiano (= mafia), ma poi perché in quei giorni iniziarono i vari furti e rapine agli amici dell’ostello, per cui diventò una vera sfida il rimanere a Rio senza farsi rapinare (che vincemmo!).
Un giorno Rodolfo cadde in discoteca facendosi male alla testa e il giorno dopo andammo tutti insieme in ospedale, cercando di confortarlo nella sua grande tensione; un altro giorno Manuel diede un grande aiuto a me per una faccenda delicata; insomma, alla fine avevamo proprio tanti momenti in comune da ricordare.
Finché arrivò il momento di separarsi. Questo è uno dei momenti più tristi dei viaggi, prima o poi ognuno ha la sua strada da continuare e bisogna lasciare gli amici, probabilmente per sempre. E infatti è stato il periodo più triste dei primi 2 mesi di viaggio. Solo la coscienza di aver comunque passato insieme dei momenti che rimarranno indimenticabili è servita per alleggerire un po’ la pesantezza di quei giorni. E’ rimasta la promessa di cercare di incontrarsi, tutti insieme, per il capodanno 2008 sempre a Rio, ma difficilmente potrà essere mantenuta.
Los Intocables
Poi c’è stata Sandy, con la quale ho passato alcuni giorni di grandi feste insieme; Misato, con la sua tipica dolcezza orientale; i festaioli messicani; lo svizzero Ralph che ogni giorno, anche a tavola, raccontava a tutti quanto e come era andato di corpo (aveva problemi intestinali come l’80% delle persone dell’ostello); il pesarese Matteo che una mattina arriva in ostello, mi vede mentre faccio colazione e mi dice:” Io ti conosco…. “ (aveva visto il mio sito e le foto – eh eh, la fama aumenta!); il brasiliano Marcio e famiglia; etc. Tante persone, tante nuove esperienze, tante emozioni.
In questo stupendo mese a Rio ho passato momenti indimenticabili, proprio quelli che rimangono dentro e a volte aiutano nei periodi bassi. E ci ho lasciato, come può accadere quando si sta a lungo in uno stesso luogo, anche… un pezzo di cuore.
Feb252007 Ecco, giovedi 22 febbraio ho passato una serata veramente particolare. Ora lo scrivo qui così quando lo rileggo fra 20 anni mi ricorderò la data! 😀
Feb152007 Ok, sono in arretrato come al solito! Devo chiudere la puntata di Rio, e poi citare gli altri luoghi in cui son stato dopo (Ouro Preto, Vila Velha, Arraial D´Ajuda e Itacaré) prima di arrivare a Salvador dove sono ora. Giá scritto quasi tutto su carta, mi é mancato il tempo di ricopiare tutto sul web e sistemare le tantissime foto fatte.
Ma… fra un´ora qui inizia il carnevale, dalle 17 alle 6 della mattina dopo. E cosi´ avanti per 7 giorni, nelle strade a inseguire i “blocos eletricos”, dei camion che sparano musica ad altissimo volume mentre la gente li segue dietro ballando (e bevendo!). Quindi ancora per un po´ il tempo libero scarseggierá!
2 opzioni per il carnevale qui a Salvador. La prima: pagare il biglietto di accesso ai “blocos” (circa 300 r$, cioé piú di 100 euro a notte per 7 giorni) per stare all´interno della corda che delimita i paganti, sorvegliati costantemente da guardie per evitare qualsiasi problema, e rifocillati da cibo e bevande. La seconda: non pagare nulla e stare al di fuori della corda. La musica e´la stessa, la gente e´piú povera e quindi, a detta dei brasiliani, é molto rischioso. Furti e risse costanti. Costo 0 r$ (che fanno 0 euro).
Chi indovina quale opzione scegliero? 😀 😀 😀
Ciao!
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