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Mag162007

(SAO LUIS/3) Le foto

Come consueto, alla fine dei post su una località, arrivano le foto.

Eccole qui, 55. Ciao!

FOTO SAO LUIS

Mag102007

(SAO LUIS/2) Il maltese e la filosofia latino-americana

Un giorno a Sao Luis conosco in un autobus un ragazzo maltese (non era corto, però… ok, questa era fredda!). Si parla del viaggio, solite cose e poi ci si saluta. Il giorno dopo lo rincontro per caso in un ristorante e mangiamo insieme. E quindi parliamo più profondamente.
Ingegnere, sui 30 anni o poco più, a Malta aveva un ottimo lavoro, sicuro e ben pagato. Si era quindi comprato la casa e aveva anche la ragazza già da un po’, rapporto stabile. Un giorno in ufficio si è fermato ad osservare il salvaschermo del suo pc (un paesaggio tropicale) e ha detto:”Ma che ci faccio qui?”. In pochi giorni ha lasciato tutto (lavoro, casa e donna) ed è partito per un lungo viaggio in America Latina, con data di rientro “aperta”. E come lui ne ho incontrato anche altri in questo viaggio, anche un italiano pochi giorni fa sul Rio delle Amazzoni. Come può succedere questo?
A volte son più le certezze che spaventano rispetto alle incertezze. Il sapere già cosa si farà i successivi 10-20 anni rispetto al non sapere cosa fare o dove andare il giorno dopo. La vita è una sola, non si può rovinarla, a parer mio, pianificando sempre tutto, togliendole il gusto dell’imprevisto, dell’ignoto. Togliendole il sale. E’ come mangiare una bistecca senza sale. Certo c’è a chi piace così, senza sale, giustissimo. Ma a me la carne è sempre piaciuta con molto sale, mia madre lo sa bene. Magari non come in Brasile, che di sale nella carne ce n’è sempre troppo e, pensando bene alla metafora, a volte ce n’è troppo anche nella vita reale. Ma qui va bene così, molto sale nella carne, molto sale nella vita. Per pensare a domani c’è tempo. Per ora pensiamo all’oggi.

Questo è uno dei cardini della filosofia latino-americana, esattamente l’opposto di ciò che si pensa dalle nostre parti. Il mutuo, la casa, lavorare tanti anni per avere una buona pensione domani, tutte cose da fare in gioventù per poi, un lontano giorno, arrivare alla terza età e godersi i frutti, quando però la giovinezza è ormai sfiorita. Non è forse meglio fare esattamente il contrario, godersi prima di tutto la vita e poi pensare a tutto il resto?
Ecco, ora vi do i compiti per casa. Riflettete su queste righe nel prossimo week-end, poi datemi qualche risposta. Anzi, ora ci faccio un sondaggio in proposito, qui a destra.
Ciao!

Mag72007

(SAO LUIS/1) La città

Arrivo a Sao Luis, capitale dello stato del Maranhao, unica città brasiliana che in passato è stata, anche se per poco, colonia francese. E infatti qui ora ci vengono tanti francesi in vacanza, più che nelle altre parti del Brasile. Perché? Bò, non l’ho ancora capito. E’ come se gli italiani andassero in vacanza in Etiopia (qualcuno ci va, ma pochi).
Arrivo in ostello con un autobus cittadino, i taxi sono ormai solo un ricordo. Dopo un po’ in giro per il Sud America si diventa più smaliziati e, anche se andare in giro per strada con lo zaino in spalla è molto appariscente per gli eventuali ladri, di giorno normalmente non si corrono molti rischi. Qui doccia veloce e fuori nel centro per un boccone, poi sosta in un affollato baretto con samba di sottofondo (naturalmente a volume alto). Oggi sono solo e sto pensando di rientrare presto a dormire, ma… in Brasile è quasi impossibile restare soli! Prima mi intrattengo un po’ con un’artigiana che mi ha venduto un braccialetto; una partita a biliardo, qualche birra insieme e mi illustra il movimento notturno della città durante la settimana. Poi ci spostiamo di appena un isolato dove un gruppo musicale sta suonando in strada “pagode” (si legge “pagogi”, è un tipo di samba meno veloce di quella “enredo”, la samba scatenata del carnevale di Rio). Anche qui c’è tanta gente e ben presto ci perdiamo con la nuova amica. Pochi minuti e… cucù, ne spunta fuori un’altra, Rosa, incuriosita da come stavo ballando samba. E’ di Salvador ed è qui a Sao Luis per lavoro, per un corso di aggiornamento. Nuova amicizia, nuovo locale, infatti ci spostiamo di un altro isolato dove c’è una piccola discoteca. E si fanno le ore piccole! Anche oggi rientrare a dormire presto è stato impossibile.
A Sao Luis è proprio il giovedì la serata più movimentata della settimana, come a Rio il venerdì, a Salvador il martedì e nei piccoli paesi il sabato. Sembra che ogni città si scelga un giorno diverso per scatenarsi. Qui a Sao Luis però è più comodo perché la maggior parte delle attrazioni sono raccolte nel centro: teatro, musei, pensioni, hotel e vita notturna sono racchiusi in pochi isolati, circondati da antiche case coloniali che negli ultimi 20 anni sono state profondamente ristrutturate, tanto che il centro storico è stato riconosciuto dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La caratteristica più evidente delle case del centro di Sao Luis sono gli azulejos, le mattonelle di ceramica a tinte bluastre che rivestono le pareti esterne delle case, importate dagli invasori portoghesi. A volte però i restauri si son limitati alla facciata dell’edificio, mentre il retro cade a pezzi. Per di più è anche una città abbastanza sicura, confrontata alle altri capitali brasiliane. Nel centro si può girare tranquillamente anche di notte, anche se proprio l’ultima mia notte a Sao Luis hanno rapinato 3 turisti della Guyana Francese, a 100 metri dal mio hotel, nella strada dove passavo sempre per rientrare. A proposito, è stata la prima volta che ho incontrato persone di uno di quei tre staterelli del sud America dove non va mai nessun turista. Quindi esistono veramente!

Sao Luis Brasile

La carrellata di musei che visito a Sao Luis sono: Museu do Negro (storia dell’espansione dei negri d’Africa nel Maranhao, situato nell’angusto edificio senza finestre dove venivano rinchiusi fino alla vendita), Museo storico della città e dei suoi dintorni, Museu Cultura Popolar (dove in particolare veniva illustrata la storia della festa più importante del Maranhao, “Bumba meu boi”, simpatica festa carnevalesca che si svolge da giugno ad agosto in ogni città di questo stato) e Museo Arti Visive (raccolta di antichi azulejos e quadri meno antichi).
Se però son rimasto più di tre settimane a Sao Luis non è solo per la bellezza della città, ma per la socievolezza dei suoi abitanti. Socievolezza che in Brasile aumenta man mano che si va a nord, cioè verso le zone più calde, come in Italia e in Europa aumenta andando verso Sud. E così un giorno esco per una tranquilla passeggiata nei dintorni dell’hotel e mi fermano due ragazze …. continua a leggere qui >>

Mag32007

(PERITORO’) Nel profondo Maranhao

“Appena” 25 ore di autobus e, da Salvador, arrivo a Peritorò, piccolo e sperduto paesino dell’entroterra del Maranhao, uno degli stati più poveri del Brasile. A far che? Visita ad un centro di accoglimento per bambini poveri, gestito dalle suore della Congregazione ….. (non mi ricordo il nome…) e supportato da “Operazione Africa Onlus”, associazione di volontariato con sede a Cagliari, di cui fanno parte anche alcune mie colleghe di lavoro. E una di queste ultime ha anche adottato a distanza una bambina, e prima di partire le avevo promesso che sarei passato a trovarla. Ed eccomi qua, alle 18:30, scendere dal pullman pieno di stranieri come me (diretti nella grande città di Belem) nella polverosa e piccola stazione di Peritorò. Saluto le persone conosciute sul pullman che mi guardano meravigliate della mia destinazione, e mi avvio in un hotel vicino. Anche qui non manca l’avvertimento di un brasiliano che era sul bus sulla pericolosità del luogo. E questa volta, visto il buio della zona e la non conoscenza del luogo, decido di seguire gli avvertimenti e non uscire in giro la prima notte. Ma i giorni successivi scoprirò invece che è un luogo tranquillissimo per quanto riguarda la violenza. In Brasile si può dire che si corrono più rischi in proporzione alla grandezza della città. Le grandi metropoli sono le più pericolose mentre i piccoli paesini, dove tutti si conoscono, assolutamente no.
Il giorno dopo mi avvicino al centro dei bambini che però è chiuso (è domenica) ma riesco a rintracciare la casa delle suore con le quali concordo l’appuntamento per il giorno dopo. Andiamo anche insieme a fare una prima visita ad Ana Luiza, la bambina adottata, e poi ci separiamo. Prima però mi propongono, per la sera, di andare alla messa delle 19:30. “Certo, ci sarò!”, prometto io.
Inizio un lento rientro, girovagando qui e là nel paesino. A parte il centro, vicino alla stazione degli autobus, un po’ più moderno, gran parte delle case del paese sono fatte con mura di terra (argilla) e tetto di paglia (frasche di palma). Le casupole fatte di mattoni invece sono così semplici che non hanno né pilastri né muri portanti. Solo file di mattoni rossi tipo “foratini”. Chiunque ha costruito, da piccolo, case con le costruzioni “Lego” ha sufficienti conoscenze tecniche per costruire anche queste case!

baracca casa peritoro maranhao

Nel girovagare mi imbatto in 4 bambini che giocano a pallone, i quali mi chiedono se voglio giocare anch’io. “Certo”, rispondo, d’altronde con la mia abilità nel gioco del calcio forse arrivo a giocare al loro livello. Un’ora con loro, sotto il sole (oltre la camminata precedente) e quindi saluto i 4 piccoli Ronaldo e mi fermo in un bar centrale per una fresca birretta. E’ domenica e a poco a poco il bar inizia a riempirsi. Tre ragazze sedute nel tavolo a fianco …. continua a leggere qui >>

Mag12007

(SALVADOR DO BAHIA/4) Le foto

Ecco le foto di Salvador.

Sulla grande baraonda del carnevale ce ne sono pochissime perchè era troppo rischioso uscire la notte con la macchina fotografica. Solo l’ultimo giorno (martedì “grasso”) son riuscito a scattarne un po’ di pomeriggio, all’inizio dell’ultima sfilata.

Ciao!

FOTO SALVADOR

Prossime puntate:
(PERITORO’) Il profondo Maranhao (+ foto) – Esce il 3 maggio, h. 12.00!
(SAO LUIS/1) La città
(SAO LUIS/2) Il maltese e la filosofia latino-americana
(SAO LUIS/3) Le foto
(BOM JARDIM) Nel convento delle suore (+ foto)
(ALGODOAL – BELEM)
(RIO DELLE AMAZZONI) 7 giorni in traghetto: il motore rotto, l’incagliamento, Nazarè.
(MANAUS) …

Apr282007

(SALVADOR DO BAHIA/3) Il candomblé e la capoeira

Salvador è la città sudamericana che ha conservato più forti le origini africane di gran parte dei suoi abitanti. Durante gli anni dello schiavismo oltre 4 milioni di neri africani sbarcarono a Salvador per essere venduti come schiavi nel centro storico del Pelourigno, splendido e antico quartiere dove ho alloggiato in questi giorni. E’ stata quindi doverosa una visita all’interessante museo Afro-Brasileiro che, oltre ad una collezione di antichi manufatti africani, ricordava la storia dello schiavismo in sud America.
Anche la visita alla antica chiesa di Sao Francisco è stata importante, perché dopo questa chiesa ho deciso di non visitare più altre chiese cattoliche! Basta, le trovo tutte uguali e quindi noiose. Per quanto riguarda la semplice visita trovo più interessanti le chiese buddiste, più ricche, curiose e allegre delle nostre tristi e scure chiese cattoliche.

Cucina, religione, musica e danza sono i campi in cui l’influenza africana è molto forte. E riguardo alla religione mi ha lasciato abbastanza sconcertato assistere ad una funzione domenicale di “Candomblé”. Cos’è?
Il Candomblé è una religione afrobrasiliana formatasi in Brasile (ma anche in altri stati sudamericani) all’arrivo degli schiavi neri dall’Africa, quando gli vennero vietate le varie tradizioni africane e quindi, per cercare di conservarle, vennero fuse dagli schiavi con quelle locali e cristiane.
Anche la Capoeira è nata così, originalmente un’antica arte marziale africana, camuffata poi in danza in quanto anch’essa proibita dalle autorità locali.

capoeira

Capoeira a Salvador

Oggi il Candomblé è riconosciuto e anche sovvenzionato dal Governo brasiliano, e viene praticato da 2 milioni di brasiliani (molti dei quali cattolici).
Ci son due modi per assistere, a Salvador, a una funzione di Candomblé: modo 1) si va in un’agenzia di viaggi locale e si compra una visita con guida locale più trasporto, per una cifra non inferiore ai 50 R$ (18€); modo 2) si va alla Bahiatursa, l’ufficio turistico nazionale, che in un paio di minuti scrive in un fogliettino data e indirizzo della funzione più vicina. Poi si va in autobus. Costo 1,80 R$ (0,75 €), il costo dell’autobus. Inutile specificare quale scelgo! 🙂
Ma, ogni volta che in Brasile si sceglie un’opzione più economica, aumenta inevitabilmente il consumo di… adrenalina! L’autobus infatti, dopo un’ora di viaggio, mi scarica alla periferia di Salvador, all’ingresso di un quartiere popolare, alle 9 di sera quando è già notte da un pezzo …. continua a leggere qui >>