Arrivo a Sao Luis, capitale dello stato del Maranhao, unica città brasiliana che in passato è stata, anche se per poco, colonia francese. E infatti qui ora ci vengono tanti francesi in vacanza, più che nelle altre parti del Brasile. Perché? Bò, non l’ho ancora capito. E’ come se gli italiani andassero in vacanza in Etiopia (qualcuno ci va, ma pochi).
Arrivo in ostello con un autobus cittadino, i taxi sono ormai solo un ricordo. Dopo un po’ in giro per il Sud America si diventa più smaliziati e, anche se andare in giro per strada con lo zaino in spalla è molto appariscente per gli eventuali ladri, di giorno normalmente non si corrono molti rischi. Qui doccia veloce e fuori nel centro per un boccone, poi sosta in un affollato baretto con samba di sottofondo (naturalmente a volume alto). Oggi sono solo e sto pensando di rientrare presto a dormire, ma… in Brasile è quasi impossibile restare soli! Prima mi intrattengo un po’ con un’artigiana che mi ha venduto un braccialetto; una partita a biliardo, qualche birra insieme e mi illustra il movimento notturno della città durante la settimana. Poi ci spostiamo di appena un isolato dove un gruppo musicale sta suonando in strada “pagode” (si legge “pagogi”, è un tipo di samba meno veloce di quella “enredo”, la samba scatenata del carnevale di Rio). Anche qui c’è tanta gente e ben presto ci perdiamo con la nuova amica. Pochi minuti e… cucù, ne spunta fuori un’altra, Rosa, incuriosita da come stavo ballando samba. E’ di Salvador ed è qui a Sao Luis per lavoro, per un corso di aggiornamento. Nuova amicizia, nuovo locale, infatti ci spostiamo di un altro isolato dove c’è una piccola discoteca. E si fanno le ore piccole! Anche oggi rientrare a dormire presto è stato impossibile.
A Sao Luis è proprio il giovedì la serata più movimentata della settimana, come a Rio il venerdì, a Salvador il martedì e nei piccoli paesi il sabato. Sembra che ogni città si scelga un giorno diverso per scatenarsi. Qui a Sao Luis però è più comodo perché la maggior parte delle attrazioni sono raccolte nel centro: teatro, musei, pensioni, hotel e vita notturna sono racchiusi in pochi isolati, circondati da antiche case coloniali che negli ultimi 20 anni sono state profondamente ristrutturate, tanto che il centro storico è stato riconosciuto dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità. La caratteristica più evidente delle case del centro di Sao Luis sono gli azulejos, le mattonelle di ceramica a tinte bluastre che rivestono le pareti esterne delle case, importate dagli invasori portoghesi. A volte però i restauri si son limitati alla facciata dell’edificio, mentre il retro cade a pezzi. Per di più è anche una città abbastanza sicura, confrontata alle altri capitali brasiliane. Nel centro si può girare tranquillamente anche di notte, anche se proprio l’ultima mia notte a Sao Luis hanno rapinato 3 turisti della Guyana Francese, a 100 metri dal mio hotel, nella strada dove passavo sempre per rientrare. A proposito, è stata la prima volta che ho incontrato persone di uno di quei tre staterelli del sud America dove non va mai nessun turista. Quindi esistono veramente!
La carrellata di musei che visito a Sao Luis sono: Museu do Negro (storia dell’espansione dei negri d’Africa nel Maranhao, situato nell’angusto edificio senza finestre dove venivano rinchiusi fino alla vendita), Museo storico della città e dei suoi dintorni, Museu Cultura Popolar (dove in particolare veniva illustrata la storia della festa più importante del Maranhao, “Bumba meu boi”, simpatica festa carnevalesca che si svolge da giugno ad agosto in ogni città di questo stato) e Museo Arti Visive (raccolta di antichi azulejos e quadri meno antichi).
Se però son rimasto più di tre settimane a Sao Luis non è solo per la bellezza della città, ma per la socievolezza dei suoi abitanti. Socievolezza che in Brasile aumenta man mano che si va a nord, cioè verso le zone più calde, come in Italia e in Europa aumenta andando verso Sud. E così un giorno esco per una tranquilla passeggiata nei dintorni dell’hotel e mi fermano due ragazze, che hanno alcune bancarelle di bevande sul marciapiede, le quali mi chiedono se le posso aiutare a fare i compiti di inglese, visto che sono straniero e secondo loro lo conoscevo di sicuro. Da quel giorno ogni volta che passavo lì mi fermavo a salutarle, a scambiare due chiacchiere, ad osservare come campavano, a bere uno dei loro gustosi frullati di frutta tropicale, e uno dei miei ultimi giorni a Sao Luis abbiamo passato un’intera giornata in spiaggia insieme. Lì ho scoperto che anche le nere di pelle si bruciano al sole! Una delle due amiche infatti è mulatta scura e, alla fine della giornata passata in gran parte sotto il sole forte, ha le spalle e il viso bruciato! In forma leggera rispetto ad un bianco, ma la differenza di colore si vede.
Un altro giorno ho fatto un giro per una via centrale, affollatissima di gente e negozi, dove ho rimediato altri 2 appuntamenti, uno con 8 commesse di un negozio per una serata in un locale dove si balla Forrò (eh eh, già imparato a Peritorò) e Seresta (ballo simile, più lento, tipico del Maranhao) ed un altro per andare al cinema con una di loro. E poi quasi ogni giorno si faceva qualcosa di diverso, finchè è arrivata la Pasqua e una di queste ragazze mi invita al grande pranzo di famiglia, che qui viene fatto il venerdì santo e non la domenica di Pasqua.
Quando arrivo nella povera casa di periferia c’è Cilene (la mia amica) con 4 fratelli, una sorella, la mamma, i cugini, i tre figli di lei, i figli dei cugini, la ragazza di un cugino, un sacco di gente insomma, con solo un adulto. Grandi preparativi, poi arriva il pranzo e c’è un tavolo dove ci sono le varie pietanze. C’è: riso bianco, fagioli neri, purè, torta di gamberi e piselli, pesce fritto, pasticcio di carote, pasticcio di vinagrete (verdure tagliate a cubetti con aceto) e l’immancabile farina di Manjoca. Da bere, a tavola in Brasile si beve solo “refrigerante”, cioè una bibita gassata (guaranà oppure coca-cola, fanta, etc.). Ma ora viene il bello! Ognuno riempie il proprio piatto con un po’ di tutto e poi… va a mangiare dove gli pare! Chi davanti al televisore, chi in un angolo da solo, chi fuori in cortile, chi davanti allo stereo, chi mentre legge. E dopo aver finito il pasto tutti via, in giro. Insomma, il pranzo serve qui solo per mangiare, non è come da noi un momento sociale in cui stare insieme. Neanche a Pasqua.
Arriva l’ultima notte a Sao Luis e, dopo oltre tre settimane sempre in compagnia di qualcuno, esco da solo. Ma, come scritto nelle prime righe di questo post, è molto difficile stare soli qui. Prima alcuni problemi con un telefono pubblico mi fanno conoscere due ragazze di Teresina, una grande città dell’interno, poi quando mi avvicino ad un bar dove c’è musica dal vivo un altro gruppetto di tre ragazze più un “bicha” (gay) mi chiamano ad unirmi a loro. Il “bicha” ci prova subito con complimenti e carezze ma gli faccio subito capire che deve cercare altrove. I gay qui in Brasile sono più tollerati e liberi che da noi, e capita spesso di vederne alcuni vestiti da donna, con tanto di trucco, tacchi e… tette.
I musicisti di oggi son bravissimi e molto divertenti. 11 elementi, di cui 8 percussioni (di varie forme), 1 flauto e 2 chitarrine brasiliane. Suonano “samba pagode”, la mia preferita, e sono seduti attorno ad un tavolo fuori dal bar, sbevazzando fra un pezzo e l’altro, e la gente beve e balla intorno a loro, nella strada. A metà serata uno degli undici è talmente sbronzo che si addormenta con la testa sul tamburo, nonostante il gran baccano intorno. I colleghi musicisti allora lo prendono e lo sdraiano per terra nel cortile adiacente, ricoprendolo con un costume colorato di carnevale (peccato non avere ora la macchina fotografica!). Tutti ridono, lui dorme e la musica riprende.
A mezzanotte il bar chiude ma il gruppo, nonostante stia suonando da 3 ore senza neanche una pausa, si alza e continua a suonare camminando per le viuzze del centro storico. E tutta la gente dietro che li segue cantando e ballando!
Si rientra ora? Manco per sogno. Incontro in strada Sarah, studentessa conosciuta qualche notte prima in discoteca, che mi invita ad andare con i suoi amici nel lungomare, dove ci sono tanti locali ancora aperti. Ok, andiamo!
Arriviamo nella “litoranea” (lungomare) e qui lo spettacolo è completamente diverso, al limite dell’assurdo. Dovete sapere che i ragazzi brasiliani che hanno i soldi per comprarsi l’auto, amano anche comprarsi l’impianto stereo dell’auto. Ma ci può essere qualcosa di sobrio in Brasile? La risposta è chiaramente NO e quindi l’impianto stereo è costituito da un normale lettore CD per auto e da un’enorme cassa con diversi altoparlanti che il fine settimana si monta nel portabagagli posteriore e si fa suonare poi a musica altissima con il portellone aperto. A volume da discoteca! Questo di solito accade in piazze o vie dove ci si riunisce con gli amici, ma qui stanotte ci sono decine e decine di queste auto una a fianco all’altra, tutte con il cofano aperto, che lanciano fuori musica di ogni tipo e una diversa dall’altra! Mentre cammino davanti al parcheggio, ogni due passi il genere musicale cambia dal forrò alla samba, dalla dance alla techno, dal revival all’axè. E davanti ad ogni auto c’è qualcuno che balla. Una baraonda generale!
Un paio di ore qui in un locale da ballo, all’aperto davanti al mare, e poi si rientra. Anche l’ultima notte a Sao Luis è finita e, nonostante sia uscito da solo come la mia prima notte qui, anche oggi non rientro certo presto a dormire.
Il giorno dopo, domenica di Pasqua, lascio Sao Luis, apparentemente città non particolarmente interessante e dove infatti quasi tutti i turisti si fermano 3 o 4 giorni al massimo, dove nonostante esserci rimasto ben 24 giorni vorrei tanto ritornare in futuro. Il Maranhao è stata una felice e inaspettata scoperta, e il merito è dovuto proprio alla lunga permanenza. Con la classica tappa di tre giorni non avrei scoperto proprio nulla. E questo è un elemento fondamentale per capire un paese: meglio fare meno tappe ma più lunghe, no assolutamente a tappe (mordi, fotografa e fuggi) di 3 giorni, molto amate da chi fa viaggi brevi. Anche avendo solo un mese a disposizione, a parer mio è meglio fare 3 o 4 tappe anziché dieci o più. Si vedranno meno posti ma in quei pochi si entrerà più in profondo, anziché scivolarci sopra.
Ed ecco la ricetta del “Guaranà De Amazonas”, energetica, eccitante (più del caffé) e prelibata bevanda che le due amiche della bancarella mi hanno fatto conoscere qui a Sao Luis. Bevanda scoperta dagli indios d’Amazzonia e ora diffusa in tutto il Brasile. Un bicchierone qui costa mezzo euro, e sazia quasi quanto un pasto. Forse in qualche negozio di alimenti esotici è possibile trovare, in Italia, gli ingredienti, che sono:
– sciroppo di guaranà – semi di cajù (“castanha”) – polvere di guaranà – mandorle macinate – latte in polvere – frutta (banana, papaia e avocado); – mezzo bicchiere d’acqua – ghiaccio |
Buttare tutto (anche il ghiaccio) dentro il frullatore e macinare bene. Poi versare in un grande bicchiere e bere pian piano con una cannuccia corta e larga, guardando l’orizzonte e pensando, pensando…
Se ora telefona il capo mandarlo pure a quel paese, con gentilezza però.
Se telefona il vostro partner pure, con ancora più gentilezza.
Dopo possibilmente non andare al lavoro e fare quello che vi pare.
🙂
Ciao!
Ps: non perdete la prossima puntata, è importante! (10 maggio, ore 12.00)
Saoo Luisssss….Te amoooo!!!!!
^^
–> Deu
Eu tambem!!!
Ho visto che da Luglio sei di nuovo in LatinoAmerica.
Anche io seppur per il mio misero mese, in Brasile, circa sulle tue stesse tracce (Bahia, Sao Luis,Belem, Manaus).
–> Michele
Ciao Michele! Vedo quindi che anche tu ritorni in sud America! Eh eh, e come non farlo?
Io però in Brasile arriverò più tardi, quindi non ci vedremo.
In bocca al lupo per il tuo nuovo viaggio allora, il tuo link è sempre nel mio blog.
Ciao!
insomma si riparte? io dovrò invece aspettare gennaio x ritornare in brasile salvo decisioni improvvise.fammi sapere il tour cosa prevede. x il momento ti auguro una stupenda estate.gian mario
–> Gianmario
Si, si riparte anche se sono ancora in alto mare con i preparativi. Credo sarà per fine luglio.
A gennaio credo di esserci anch’io in Brasile, magari riusciamo a vederci più lì che qui a Nuoro!
Ciao!
Ciao Pietro!
hai già un abbozzo di itinerario per l’america latina? dove sarai la prima ventina di novembre? fammi sapere, che da qualche parte sarò anche io!
p.s. appena tornata da tre giorni nella tua isola, bella come sempre, ma quanto mi mancano i posti “veri”
ciao ciao
alessandra
–> Alessandra
D’accordissimo, ormai anche nei più bei posti d’Europa sento che gli manca “sale” (eppure ce n’è tanto nel mare sardo! ).
La bellezza di tanti luoghi non può coprire, a parer mio, la mancanza di un’umanità che da noi non è facile trovare, a differenza di tante altre parti del mondo.
Novembre… assolutamente non lo so, difficile fare programmi in anticipo.
E devo ancora comprare il biglietto!
Ti farò sapere comunque, ciao e grazie!
Buongiorno! Qualcuno mi piò dire quale compagnia aerea va a Sao Luis a prezzi ragionevoli? GRazie!
-> Lussj
Non so, cerca su internet con i motori di ricerca voli, tipo http://www.volagratis.com
Ciao!
Io proverei a cercare i voli più economici anche su destinazioni diverse in Brasile. Poi ci sono voli interni, con TAM, GO, o anche Webjet che vola nel nord est, a prezzi accessibili.