Una serata qualsiasi a Baracoa
Uno degli aspetti più interessanti di Cuba è stata indubbiamente l’ottima musica ascoltata dal vivo nelle varie “Casas de la Trova” o “Casas de la Musica” (locali tradizionali di musica cubana) o bar e ristoranti vari. A volte anche per strada o in discoteca, insomma dappertutto.
Stupendi concerti con strumenti tradizionali cubani e sempre tanti musicisti (da 7 in su), per me ancor più interessanti perchè nei loro repertori abbondava… la salsa! 🙂
E, grazie al turismo, tanti musicisti possono raggranellare qualche soldo in più del misero salario statale.
L’Oriente di Cuba (diciamo la parte meridionale dell’isola) è la zona musicalmente più prolifica, tanto che la vera capitale musicale cubana non è L’Avana ma la “nera” Santiago (“nera” per l’alto numero di neri presenti), tant’è che nell’estremo Oriente, nella graziosa ma piccola Baracoa, c’erano più gruppi musicali che locali in cui suonare (e nei locali a volte più musicisti che clienti!), per cui i vari gruppi dovevano fare i turni per poter suonare, e ogni giorno andavano speranzosi negli uffici della Casa Della Musica per vedere se in serata potevano suonare da qualche parte.
Così una sera che, stanco dei ripetuti “attacchi” pomeridiani di Jineteros e Jineteras (i trafficoni di cui ho parlato nel precedente post) avevo deciso di non andare in alcun locale (dove la percentuale di rompiscatole spesso saliva), mi siedo in una panchina nella piccola e frequentata piazza centrale e dopo un po’ mi accorgo che un signore anzianotto che è seduto a fianco a me è proprio un musicista (non ci sono dubbi, ha una chitarra ai suoi piedi!) e vicino a lui ce ne sono altri 2. Tutti e tre in silenzio, mogi mogi (la Juve non c’entra). Iniziamo così a parlare e l’anziano musicista nero mi dice che gli hanno annullato il concerto e spostato il turno. Oggi niente soldi quindi. Gli chiedo informazioni allora sul genere di musica che suonano (il loro gruppo è un sestetto, ma qui in piazza son rimasti solo loro 3) e dopo qualche spiegazione il “vecchio” inizia a suonicchiare pian piano. Poco dopo inizia anche il secondo con un’altra chitarra e poi il “vecchio” (è il capo) manda il terzo a casa sua a prendere il suo strumento, la “maripula”, strano strumento di legno a forma di cassa dove ci si siede sopra. Insomma, dopo breve tempo inizia un piccolo concertino improvvisato, e “il capo” mi chiede di suonare “las claves”, strumento a percussione che batte il tempo, che conosco per averlo studiato nella salsa (il ballo). Con questa buona musica nella piccola piazza, in breve si avvicinano tante persone, turisti per lo più ma anche cubani.
Iniziano così anche i flash delle foto, che però cerco di schivare. Un viso pallido come il mio in quel bel gruppo di musicisti neri e rugosi mi sembra decisamente fuori luogo. Giusto? 🙂
Conosco in questo modo due coppie di turisti spagnoli (no, catalani! – mi precisano orgogliosamente), poi una coppia di francesi, tre ragazzi spagnoli (no, baschi! – sottolineano orgogliosamente…; ECCHECAZ…! Ma la Spagna non c’è più??! Altro che Bossi, loro ne hanno di più di problemi “secessionisti”!).
La musica e le chiacchiere con i musicisti vanno avanti fino alle 2 di notte, aiutate dalla bottiglia di rum che ci scoliamo (in 5 però, poco a testa).
Poi arrivano i soliti scrocconi che chiedono cento cose (a quest’ora chiedono soprattutto di comprargli sigarette, rum o birra) che però stasera liquido immediatamente. Mi sembra di essere in un videogioco dove sul più bello ogni tanto escono i mostri, e bisogna spararli immediatamente. 🙂 Oggi ho già dato nel pomeriggio, basta così (se uno non ha soldi, mi sembra che può fare benissimo a meno dei “vizi”, come l’alcool e il fumo).
Poi vado a letto.
Bella serata, anche oggi. Ogni giorno (e notte) diverso dall’altro.
Il bello di viaggiare!
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La bicicletta
La sera dopo ri-incontro il “vecchio”, sempre in piazza, sempre dopo che gli hanno annullato il concerto ancora una volta. E’ quindi più triste della sera prima. Stasera non ha neanche voglia di suonare. Parliamo e basta, per qualche ora (il “vecchio” musicista è una delle “eccezioni” citate nel precedente post, riguardo ai profittatori).
Cuba, problemi di vita quotidiana, e io che lo rincuoro con notizie poco piacevoli dei paesi vicini (violenza, miseria e ignoranza diffuse).
– “Si, quelle cose qui non le abbiamo”, dice un po’ sollevato.
Mi dice che è pensionato, e che suona per arrotondare la magra pensione (con i concerti guadagna 3,50 CUC a serata, da dividere in 6! – fanno 40 centesimi di euro a testa). E vive lontano dal centro, quindi ogni sera lunghe camminate per arrivare a casa, con la chitarra in mano.
Gli piacerebbe andare a suonare all’estero, anche in Italia per esempio, o negli altri paesi sudamericani, per vedere un po’ il mondo. Ma sa già che non potrà mai farlo.
Quindi, mi dice alla fine, ora ha solo un sogno, uno solo.
(Ci gira un po’ intorno, poi su mia richiesta “confessa” tutto)
Il suo sogno è comprarsi una bella bicicletta!
– “ Con la bici”, mi dice, “sei libero. Rientri a casa, prendi la bici e puoi andare dove vuoi: a Nord, a Sud, dove vuoi”.
Costa 50 dollari la sua bici, e ha già iniziato a mettere qualche soldo da parte. Un giorno è sicuro che ci riuscirà.
Una bici. Nel 2008 è ancora un grande sogno.
Ovviamente da noi i sogni non si limitano ad una semplice bici ma hanno sempre un costo molto più alto, ma il valore emotivo di quella bici non è facile da superare, per come il vecchio ne parlava.
E, proprio per questo, secondo me il suo grande sogno si avvererà.
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Pedro,
bella storia (emblematica la battuta sulla juve). A quanto sembra Baracoa ti ha rivelato un pò della sua magia…
concordo con te sul fatto che la provincia (non solo a Cuba) rimanga la prospettiva migliore dal punto di vista socio-antropologico.
Saluti ed in bocca al lupo por la carretera
–> Stravagando
Non so se si capiva la battuta sulla Juve (mogi = Moggi), e’ che sul calcio sono un po’ negato…
Gracias, hasta luego!
Pietribus, potevate collettarvi tra gringo ed esaudire il sogno di quel povero musicista!!
A presto Andrea
–> Andrea
Si, collettarci… al massimo tutti gli altri turisti hanno lasciato 2 o 3 dollari di mancia, in tutto, per il concerto gratuito.
I più sono andati via senza lasciare nulla.
Ciao ciao!
Mi fai ridere con la storia degli spagnoli, dei catalani e dei baschi. Io ho un’amica catalana, guai se le dici che è spagnola. Figurati poi che la Spagna ha un inno senza parole (credo solo assieme a Bosnia e San Marino mi pare), credo proprio perchè tra tutti non si siano mai messi d’accordo, visto che ognuno pensa (e parla) con la propria lingua, castigliano catalano gallego, basco etc etc…
Solo durante la dittatura Franco aveva imposto un testo ed aveva messo d’accordo( d’accordo?) tutti quanti. Appena è morto, via il testo!! Ci hanno provato mesi fa a scriverne un altro, ha avuto un successone tale che Placido Domingo si è rifiutato di cantarlo…
ciao come va? a fine dicembre e a gennaio sono in brasile. mi sà ke ci incontreremo lì visto ke a nuoro nn ci siamo visti. buon proseguimento.gian mario
–> Michele
Interessante, non lo sapevo. E’ proprio vero che noi italiani ci lamentiamo sempre pensando di essere i peggiori del mondo in tanti campi, e poi puntualmente c’è chi sta peggio, anche fra i nostri vicini.
Ciao ciao!
-> Gian Mario
Si, si, io sono in Brasile in quel periodo. Allora ci vediamo qua, dai, che è anche più divertente che vedersi a Nuoro!
O no?
Ciao!