Nel mese trascorso a Rio ho conosciuto tante persone, grazie alla stretta convivenza che l’alloggiare in un ostello comporta. Se faccio il confronto con i miei precedenti viaggi in cui principalmente alloggiavo in hotels e posadas, il salto di qualità (sociale) è stato grande. Quando viaggiate lasciate perdere gli hotel e andate negli ostelli. Conoscerete un sacco di persone e, oltretutto, risparmierete soldi!
Se è vero che la maggior parte dei turisti si ferma in ogni luogo 2 o 3 giorni, per cui ci si conosce solo superficialmente, in occasione di feste particolari (come appunto capodanno o carnevale) le permanenze sono più lunghe e si ha così il tempo di stringere amicizie più forti. Così è capitato a me al Tupiniquim Hostel di Rio con Rodolfo (argentino), Manuel (colombiano), David (italiano), Sandy (americana) e Misato (giapponese). Con i primi 3, soprattutto, abbiamo formato un gruppo compatto, iniziando ad uscire insieme proprio dalla notte del 31 dicembre e poi per quasi due settimane. Facendo colazione insieme, andando in giro in città insieme, a ballare, in spiaggia, nei musei, ma anche rimanendo giornate intere in ostello in attesa che la pioggia finisse, aggiungendo centinaia di foto fatte insieme e un numero indefinito di caipirinhe che stravolgeva sempre anche le giornate più uggiose di questo anomalo gennaio carioca (anomalo per il tempo), abbiamo stretto una forte amicizia che poi, al momento di separarsi, si è fatta sentire con una forte commozione di tutti.
“Los intocables” è il soprannome che Rodolfo aveva scherzosamente messo al gruppo, citando la famosa pellicola con Robert De Niro sulla mafia, inizialmente perché David viveva a Palermo, lui (Rodolfo) viveva a Buenos Aires nel quartiere Palermo, Manuel era colombiano (= droga) e io italiano (= mafia), ma poi perché in quei giorni iniziarono i vari furti e rapine agli amici dell’ostello, per cui diventò una vera sfida il rimanere a Rio senza farsi rapinare (che vincemmo!).
Un giorno Rodolfo cadde in discoteca facendosi male alla testa e il giorno dopo andammo tutti insieme in ospedale, cercando di confortarlo nella sua grande tensione; un altro giorno Manuel diede un grande aiuto a me per una faccenda delicata; insomma, alla fine avevamo proprio tanti momenti in comune da ricordare.
Finché arrivò il momento di separarsi. Questo è uno dei momenti più tristi dei viaggi, prima o poi ognuno ha la sua strada da continuare e bisogna lasciare gli amici, probabilmente per sempre. E infatti è stato il periodo più triste dei primi 2 mesi di viaggio. Solo la coscienza di aver comunque passato insieme dei momenti che rimarranno indimenticabili è servita per alleggerire un po’ la pesantezza di quei giorni. E’ rimasta la promessa di cercare di incontrarsi, tutti insieme, per il capodanno 2008 sempre a Rio, ma difficilmente potrà essere mantenuta.
Poi c’è stata Sandy, con la quale ho passato alcuni giorni di grandi feste insieme; Misato, con la sua tipica dolcezza orientale; i festaioli messicani; lo svizzero Ralph che ogni giorno, anche a tavola, raccontava a tutti quanto e come era andato di corpo (aveva problemi intestinali come l’80% delle persone dell’ostello); il pesarese Matteo che una mattina arriva in ostello, mi vede mentre faccio colazione e mi dice:” Io ti conosco…. “ (aveva visto il mio sito e le foto – eh eh, la fama aumenta!); il brasiliano Marcio e famiglia; etc. Tante persone, tante nuove esperienze, tante emozioni.
In questo stupendo mese a Rio ho passato momenti indimenticabili, proprio quelli che rimangono dentro e a volte aiutano nei periodi bassi. E ci ho lasciato, come può accadere quando si sta a lungo in uno stesso luogo, anche… un pezzo di cuore.
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