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Lug232008

“Ritagli” cinesi (parte II)

(Continua dal precedente post)

5) La bellezza secondo i cinesi (e altre dimensioni…)

Nei migliori negozi di abbigliamento, dai parrucchieri, nei cartelloni pubblicitari in strada, i modelli che reclamizzano i prodotti sono spesso persone occidentali, anche quando si pubblicizzano prodotti cinesi. Da noi in occidente spesso si utilizzano belle modelle asiatiche, qui la bellezza di riferimento è quella occidentale. Oltre agli occhi più grandi, viene visto con molta ammirazione anche, sembrerà strano, il naso più grande di noi occidentali. A noi piace il naso piccolino o all’insù? Qui ce l’hanno quasi tutti così, per cui piace di più il naso grande (noi occidentali, e gli italiani in particolare, ce l’abbiamo più grande degli asiatici, ma anche dei sudamericani – proprio in quest’ultimo continente me l’avevano fatto notare).
Insomma, come al solito piace ciò che è diverso. Il diverso è bello, non bisogna averne paura.

E a proposito di dimensioni, oltre al naso, agli occhi, alla statura, alla corporatura degli asiatici, c’è un’altra dimensione che li differenzia da noi occidentali….

(SEZIONE VIETATA AI MINORI !)

Non sarà importante, ma ho riscontrato vero un altro luogo comune sugli asiatici, riguardo alcune dimensioni… ehm… prettamente maschili! 😀
A parte qualche battuta sentita qui e lì da ragazze asiatiche, mi è capitato, in una sauna cinese, di fare la doccia nel bagno maschile insieme ad una decina di ometti, e non c’è voluto molto per capire che le misure ridotte non erano solo quelle dell’altezza… 😀 😀
Ok, nessun problema, d’altronde sono proporzionati alle loro minute, esili ma belle donne!

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6) Pub e giochi

Nel pub cinese dove vado ogni sera, in molti fanno a gara per invitarmi da bere. Sono uno dei pochissimi occidentali presenti in città (ci sono 2 o 3 insegnanti di inglese stranieri) e quindi una novità per loro.
Al bar mi insegnano a giocare alla morra cinese (forbice, sasso e carta), simpatico gioco perchè si può giocare anche in tanti tutti insieme. Poi a poco a poco si viene eliminati, l’ultimo che resta beve (un bicchierino di birra).
Ancor più della morra è diffuso un gioco con 5 dadi dove bisogna indovinare sequenze di numeri. Chi perde beve (di nuovo!). Diversi giochi insomma, e per conoscere un po’ il mondo esterno mi chiedono a cosa si giochi nei pub italiani. Ma… veramente… da noi si parla, si beve, si ascolta musica o si balla… niente giochi nei pub…
Seguono espressioni di meraviglia e compassione. Che giocherelloni questi cinesi! 🙂

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7) I sordomuti cinesi

Un giorno in ristorante ho visto due sordomuti che conversavano intensamente a gesti, come fanno anche da noi, senza pronunciare alcun suono. E mi è venuto un dubbio: ma staranno “parlando” in cinese, oppure tutti i sordomuti del mondo “parlano” la stessa lingua? Che bello, se fosse così almeno fra di loro non esisterebbero barriere linguistiche!

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8 ) La disponibilità e ospitalità

Una sera un ragazzo mi trascina insistentemente in un privè – una saletta chiusa del pub – dove c’è una festa di compleanno della sua ragazza. Cibo e tante bevande gratis! Poi mi invita ad andare, il giorno dopo, a casa sua (ma non ci vado). Subito dopo un altro mi invita ad andare al fiume a pescare, e poi pic-nic all’aperto… (anche qui non vado). un altro ancora a fare una colazione tradizionale, e poi a visitare una collina panoramica, un tempio, etc (qui ci vado). Insomma, il da fare qui a Wuzhou, una cittadina qualsiasi della Cina, lontana dalle rotte turistiche, non mancherebbe mai.

I cinesi conosciuti in giro poi erano generalmente simpatici e molto disponibili. Come ho già scritto, per farsi capire provavano anche a parlarmi lentamente (sempre in cinese però!) o a scrivermi su carta le informazioni (ancora in cinese!). Tante volte poi è capitato che chiamavano con il cellulare qualche amico che parlava (poco e male) inglese, e poi mi passavano il telefono per parlarci o solo per salutarlo! 🙂
Anche in un ristorante, dove un giorno come al solito non mi capivano, neanche dopo che gli avevo disegnato su carta un piatto di spaghetti di riso (ok, non so disegnare bene), hanno telefonato ad una loro conoscente che parlava inglese. Quindi ordino il mio piatto al telefono a quella signora che lo dice alla proprietaria che lo corre a dire al cuoco in cucina!

Si conferma così, anche qui, una regola a me cara: meno turisti ci sono in un luogo (qui a Wuzhou non ce n’è neanche uno) e più sono interessanti (e divertenti) i rapporti con la gente locale, per la quale si diventa più interessanti rispetto ad uno dei tanti turisti delle zone più battute.

E con la Cina ho finito!
Ciao!

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drago cinese.

1 comment to “Ritagli” cinesi (parte II)

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