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Lug292007

Gli “ospiti” brasiliani

Sono le 21:30 del 23 luglio e sono davanti al pc, in un internet cafè di Bali.
Sono sbalordito! Non riesco quasi a crederci eppure è proprio così, semplice come tutte le cose apparentemente troppo difficili.

Tra un’ora ho un’appuntamento con Jenny, simpatica indonesiana conosciuta a Gili Trawangan, che alloggiava nella camera a fianco alla mia. Abbiamo passato tanto tempo a parlare insieme, mentre il suo amico australiano passava le giornate al bar, per cui avevamo programmato di uscire una sera insieme a Kuta, visto che lei abitava qui e io ci dovevo ripassare dopo le isole Gili. Ma non è questo che mi sbalordisce, infatti all’appuntamento ci arriverò in forte ritardo.
E’ ciò che sto leggendo sullo schermo che mi lascia incredulo. Non ci credo che sia così semplice e leggo ancora, ancora…
Da 3 mesi sto combattendo contro l’ostacolo più grosso incontrato da quando son partito per il giro del mondo, ostacolo di cui non vedevo soluzione e che, anzi, disperavo sempre più di trovare.

Ma cosa, insomma?

Tutto inizia sul Rio Delle Amazzoni, in quel fantastico viaggio sul fiume più grande del pianeta ma soprattutto in mezzo all’ancor più grande mare di umanità dei brasiliani presenti sulla barca. Uno dei momenti più belli di tutto il viaggio è anche l’inizio di 3 mesi di sofferenze, che in alcuni periodi critici mi hanno anche fatto pensare di rientrare in Italia in anticipo.
Si, perché sul Rio Delle Amazzoni, e poi a Manaus, ho iniziato a grattare, grattare… All’inizio pensavo fossero le zanzare o qualche altro strano insetto tropicale, ma poi anche quando le zanzare non c’erano più grattavo, grattavo…. Se in Brasile ho un po’ trascurato la cosa, in Nuova Zelanda e Australia, quando tutto è peggiorato e si è formato uno sfogo in gran parte del corpo, e soprattutto è arrivato un prurito insopportabile, sono andato uno dopo l’altro da ben 4 medici, l’ultimo dei quali in Indonesia. Per tutti la diagnosi era la stessa: dermatite allergica. E via con le medicine, cortisone e antistaminici. Ma più prendevo medicine e più tutto peggiorava. Sono arrivato a seguire strette diete, ma niente. Ho evitato gli alimenti più allergenici (uova, formaggi, caffé, alcool, etc) ma nulla. Niente più birra negli ultimi due mesi se non raramente. Anche nei pub australiani, dove bere birra è l’attività principale, ero fuori luogo, non potevo partecipare alla festa. E poi saponi anallergici (più costosi) per la doccia, saponi liquidi per il bucato, niente profumi e deodoranti.
Anni fa un ottimo dermatologo, per un’altra allergia, mi aveva spiegato che le allergie e gran parte delle malattie della pelle sono causate da fattori psicosomatici. Stress, nervosismo, shock emotivi. Non mi ritengo una persona nervosa, e neanche spazio per il nervosismo in questo viaggio ritengo ce ne sia stato. Shock emotivi si, tanti, ma tutti positivi. Sempre shock e stress sono però per il corpo, quindi inizio a pensare che sia colpa del giro del mondo. Si sa, “ogni rosa ha le sue spine” si dice e tutte le belle esperienze che ho vissuto probabilmente in qualche modo le dovevo pagare, pensai.

Quei giorni di grandi feste in Brasile mi sembravano ormai lontani, non potevo più permettermi feste simili. Ogni volta che provavo a bere qualche fresca birra lo sfogo e il prurito peggioravano, e poi con tutte le medicine che prendevo l’alcool era sconsigliato. Non che quest’ultimo sia indispensabile, se ne può fare anche a meno (sigh!), ma era l’umore che non era più come prima. Si, ero sempre in viaggio, visitando paesi sempre nuovi, ma il timore per il mio futuro (un medico mi disse:”Ci possono voler anni perché guarisca”) ma anche per il prurito che avrei potuto avere solo la mattina dopo, mi stavano rovinando gran parte del piacere del viaggio.

E, con alti e bassi, grattavo, grattavo, fino a volte a farmi uscire il sangue.

Finché un giorno mi son seduto sul pc e ho iniziato a studiare, navigare e studiare. Decine e decine di siti di medicina che trattano le allergie. E’ vero, è una materia complicata, non è facile trovare la soluzione. Eppure, leggendo bene, ad un certo punto trovo un’altra causa (non allergica) che provoca alcuni sintomi identici ai miei. Leggo meglio… e tutto corrisponde! Ma no, i medici di questo non mi hanno parlato. Leggo… leggo…. e il mio appuntamento con Jenny rischia di saltare. Ma ora non m’importa.
Più leggo e più mi sembra impossibile aver trovato la soluzione a questo incubo. E insieme all’incredulità inizia a venirmi, questa volta sì, una bella, autentica incazzatura! Cerco di recuperare in fretta tutti i peggior epiteti in italiano, me ne servirebbero tanti ora.

Tre mesi di malumori, feste saltate e, quel che forse è peggio, medicine inutili inghiottite.

Bene, la causa di tutto è grande solo 0,2 mm. Un ospite brasiliano che mi ha seguito dall’Amazzonia e che poi si è moltiplicato. In gruppo la festa è più bella, si sa. Nel bene e nel male è stato questo, finora, il viaggio del Brasile, difficile liberarsene.
I brasiliani che mi son portato dietro, insomma, sono gli acari della scabbia. Si prendono dormendo in letti poco puliti o da contatti “ravvicinati” con persone già infestate. Non so quale delle due sia la causa, quel che conta è che basta una crema da spalmare sul corpo, per alcune notti consecutive, e passa tutto! Già dopo la prima notte il prurito sparisce completamente, gli “ospiti” sono tutti morti. Adeus, malandros!
Altro che pastiglie di cortisone (a lungo dannose!) e antistaminici (innocui) prescrittemi dai quattro illustri dottori. I sintomi della scabbia hanno alcune particolarità che li distinguono dalle altre allergie, asini di medici!

Egregio dottor Gerald L. Young, medico generico di una clinica privata di Auckland, lei che si è offeso quando io le ho detto che stavo cercando uno specialista, un dermatologo, non un medico generico. E che poi mi ha visitato abbastanza frettolosamente, nonostante le abbia pagato tutti i 66$ della sua parcella. Di tutto cuore le invio da questo blog un bel vaffanculo gratis, da usare da solo o in compagnia, come meglio crede. Anche perché la sua diagnosi poi è stata riciclata dai successivi 3 medici. Tutto questo mi insegna una cosa: mai dare ad un medico la soluzione già pronta, sono comodi e non gli piace pensare. Tutti i medici mi chiedevano cosa avevano detto i medici precedenti, e poi si limitavano a confermare la diagnosi ma a prescrivermi una medicina differente, per giustificare poi la parcella. Fuck-off!
Se anche un giorno mi romperò un braccio, quando andrò dal medico gli dirò:”Non so, ho un fastidio ad un braccio, cosa può essere?”.

Gentilissimo dr. A. Trachtenberg, di Sydney, così anziano e così gentile, che nei 15 minuti di visita mi ha fatto più domande sul viaggio che sul mio problema. Si, mi è piaciuto molto il lato umano della sua visita, sicuramente inusuale in uno studio medico. Però è anche giunto il momento di andare in pensione e giocare a briscola. Così fa anche meno danni.

E lei, dr. S. Beitner, di Melbourne, che mi disse:”Prenda le medicine finché non le passa, anche se ci vorranno anni. Arrivederci, fanno 60$”. Faccia compagnia al suo collega di Auckland, in due magari ci si diverte di più.
E’ pazzesco come, per la stessa (errata) diagnosi, in quattro mi abbiano detto sostanzialmente cose diverse.

Ultimo medico a Ubud, Bali, lo condono. Se non altro mi ha detto che finché non trovavo la causa non mi sarebbe passato, e mi ha spinto a cercarmela da solo, su internet. “E’ inutile andare da tanti medici, deve trovare a cosa è allergico”.

Ok, l’ho fatto.

E il web di Bali, l’isola degli dei, è magico come la sua gente. In una settimana mi ha fatto fare due scoperte eccezionali. Questa sulla scabbia, qui a Kuta e, alcuni giorni fa a Gili, un’altra altrettanto eccezionale su un lavoro online. Anche quella mi ha sbalordito, quasi come oggi.

Il giorno dopo, a cena, accompagno i miei Mie Goreng (spaghettini fritti con verdure, pollo, uova, salsa balinese) con una bella bottiglia di birra “Bintang” fresca. Un sogno proibito fino ad un giorno prima!

Internet ci salverà, ne son sempre più sicuro. Spegnete la TV e accendete i pc, vi supplico!

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Bintang

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18 comments to Gli “ospiti” brasiliani

  • Grande Pedro. Ci hai fatto prendere paura…
    Via con le birre!!!!

  • Nad

    ahahahahahaha
    che roba ragazzi!
    …mi è venuto in mente un tuo vecchio post:

    costo del prendersi la scabbia in Brasile e portarsela in giro per mezzo mondo?
    Non ha prezzo!
    Per questo e per tanto altro c’è RTW!
    🙂
    ciao Pedro!
    …e grazie!
    (nonostante la scabbia ti invidio lo stesso)

  • –> Luca
    Si, sta passando. Diciamo che l’80 per cento e’ passato, ma non e’ ancora finito del tutto. Ma va decisamente meglio.
    Grazie, ciao.

    –> Nad
    Bastar do dentro! 😉
    E va be’, non puo’ andare sempre tutto bene. 🙁
    Ciao ciao!

  • Paolo Doh!!!

    E io che dal racconto avrei subito ipotizzato PSORIASI.. per fortuna almeno io non faccio il medico. 🙂 Fa piacere sapere che il tutto sta passando. Good!

  • Donatella

    … capisco. Io ho preso la scabbia taaanti anni fa, da un adorabile gattino raccolto per strada. Il momento peggiore, a parte il terribile prurito, è stato l’acquisto di un tubo enorme di pomata chiamata ANTISCABBIA CANDIOLI, che ha provocato il fuggi fuggi generale delle persone che si trovavano in farmacia. Eh, manco avessi la scabbia!!! Comunque nel frattempo era guarito anche il gattino. Beleza pura.

  • Michele

    Meno due! Pedro finalmente sono in partenza per il sudamerica… ma che freddo! Questa volta me lo sono proprio andato a cercare!
    Continuerò a leggerti.
    A presto

  • –> Michele
    Grande Michele! Buon viaggio, ci sentiamo quando torni allora! 🙂

  • enrica

    Ah, se tu avessi parlato prima….io la storia la conoscevo già, ma gli ospiti erano stati ecuadoreñi !!!!!
    Riprendi il buon umore e beviti una birra alla salute di chi è rimasto nella città svuotata a lavorare. Un abbraccio.

  • Gianni

    JE JE JE Y JA JA JA JA MI SEMBRA QUE NON SON LE LENZUOLA MA LE DONNINE.LA PROSSIMA VOLTA LAVALA CON ACIDO PRIMA DI …….AH QUESTI ERANO BRASILIANI PERCHE MI SEMBRA CHE TANTI ANNI FA ERANO DELLA DOLCE CUBA.AUGURONI STAI DIVENTANDO UN ESPERTO IN MATERIA.LA VERITA E CHE MI STO PISCIANDO DAL RIDERE CIAO MASSA JAJAJAJAJAJAJAJAJAJ

  • –> Gianni
    Mmm… mi sembra che mi stai scambiando per il tuo ex-cognatino, a proposito di Cuba. Eh eh eh!
    Comunque serve sempre imparare. Ciao ciao!

  • –> Enrica
    Grazie Enrica. So che non ti preoccupi più di tanto per l’agosto in città, in questo mese non è consigliabile viaggiare. Dopo la fantastica Colombia, cosa hai in mente ora?
    Ciao ciao, un saluto anche a Nello! : - )

  • Anonimo

    niente nuove mete, abbiamo in mente un approfondimento: si torna in Nicaragua ma passando e fermandosi un poco a Cuba….non male vero ?

  • enrica

    ovviamente il post precedente era il mio ….

  • –> Enrica?
    Male? Manco per sogno, naturalmente! Dopo aver letto tanto di bello del Nicaragua dai tuoi racconti ti dico che quando un giorno andrò in centro America quello sarà il primo paese che visiterò!! : - )
    E poi Cuba…. accidenti, è la grande meta mancata di questo mio viaggio. Tutta colpa… del Brasile! : - D
    Ciao ciao!

  • Ciao dall’Argentina, in procinto di sconfinare in Bolivia!
    Come vedi, continuo a leggerti, quando posso ovviamente. Anzi, ho pure aperto un blog, approfitto per la pubblicita’. Quando torni saldiamo ok?

  • –> Michele
    Ciao Michele, ti ho risposto nel tuo blog! ; - )
    Buon sud America!

  • Grazie! Per ricambiare anche io ti ho aggiunto nei miei link, non credo che tu ne abbia bisogno, e’ un po’ come se la Ferrari dovesse farsi pubblicita’ sul Corriere dei Piccoli… Meglio di niente…
    A presto

  • –> Michele
    Ma no Michele, figurati, ti ringrazio per il pensiero. E’ sempre quello che conta. Goditi il sud America che, a parte la rima, merita! Ciao!

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