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2^ MAIL: 24 Novembre 2004

2a tappa: PHUKET

 

Dopo Bangkok, mi son spostato a Sud nell’isola di Phuket. Piu’ precisamente mi stabilisco a Patong, una vera e propria “Farangland” (perche’ strapieno di “Farang”, termine con il quale i thailandesi identificano gli occidentali bianchi) ma se non altro ottimo punto di partenza per le immersioni subacquee che vorrei fare, vista l’alta concentrazione di centri diving.

Mi reco cosi’ per 2 gg/1 notte nelle fantastiche isole Similan, nel mar delle Andamane, vicino al confine con il Myanmar (9000 baht -180 euro - tutto compreso, cioe’ 6 immersioni diurne e 1 notturna, trasferimenti in bus-motoscafo, vitto, alloggio in comodo traghetto, attrezzatura sub completa) dove ho avuto l’immenso piacere di fare le mie prime immersioni in mare tropicale, osservare da vicino coloratissimi pesci, enormi conchiglie bi-valve, seppie gigantesche (50 cm), le meravigliose e simpatiche tartarughe marine dalla singolare nuotata (nuotavano formando dei cerchi via via piu’ ampi, prima vicino a noi sub – anche ad una distanza di 30 cm – incuriosite, e poi lentamente allontanandosi) ed infine, proprio nell’ultima immersione, una coppia di squali-leopardo! Son riuscito a nuotare a meno di 1 mt dal piu’ grande!

 

Per il resto Patong e’ troppo piena di stranieri per i miei gusti. E’ una localita’ che va bene a chi va con un gruppo di amici.

La sera, nelle vie centrali, almeno un centinaio di pub uno accanto all’altro e alcune grandi discoteche si riempiono di migliaia e migliaia di persone di ogni nazionalita’. Ogni pub (tutti all’aperto) diffonde la sua musica ad alto volume, che insieme alle urla, risate, luci psichedeliche, caldo, formano una bolgia enorme come non ne avevo mai visto.

E fra i thailandesi, le donne sono in netta maggioranza soprattutto nei locali, dove cercano di intrattenere i clienti, quando non offrono anche … altro.

Le spiagge di Patong…. cosi’ cosi’, sufficienza scarsa (devo dire pero’ che ho il palato difficile…. sono sardo!). Fra l’altro sono piene di moto d’acqua e motoscafi che scorrazzano continuamente.

 

Da Patong mi sposto nell’altra costa, a Phuket Town, citta’ assolutamente non turistica, dove infatti i Farang sono molto rari.

Qui vengo ospitato in casa da 3 ragazze thailandesi, una delle quali conosciuta un paio d’anni fa tramite internet. Eh eh, mai perdere i contatti.

Abitano quasi in periferia, in un grande quartiere chiuso che sembra un paesello indipendente. Una di loro mi fara’ anche da guida per visitare il sud di Phuket.

Per sdebitarmi, le invito a pranzo un paio di volte nei piccoli ristorantini familiari presenti in ogni viuzza del quartiere. Costo per 3 pasti + bevande: 130 baht (2,60 euro! Eh eh eh).

 

Ultima tappa di Phuket: Phee Phee islands, visita di 1 giorno a queste stupende isolette, dove e’ stato anche girato il film “The beach”, con Di Caprio.

Da Phuket volo per Bangkok e poi per Yangon, Myanmar, da dove sto scrivendo (il Governo non ha oscurato il sito di Tiscali, a differenza di Yahoo, Msn e tutti i piu’ grandi).

Qui ci arrivo di notte, e la prima cosa che ho notato girando per le strade sono…. gli enormi ratti (piu’ di 30 cm!) che entrano ed escono dalle lastre di cemento sconnesse che coprono i canali delle fogne, nei marciapiedi.

Ma di questo ed altro ne parlero’ nella prossima puntata.

 

SA WA DEE,

 

Pietro

 

 

CONTATTI

 

Bangkok

Hotel NANA PLAZA INN, 202 Khaosan Road, tel. +66 (0)2 2805663, 2816402, Fax 02 2816814.

Zona centralissima, aria condizionata, bagno in camera, acqua calda e Tv. 400 baht (8 euro) la singola, 600 baht la doppia.

In zona si puo’ trovare anche a meno, ma bisogna rinunciare al bagno in camera o all’aria condizionata e, soprattutto quest’ultima, a Bangkok e’ indispensabile.

 

Patong: l’hotel non merita, per cui neanche lo cito.

 

Phuket Town: casa privata!