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Apr262007

(SALVADOR DO BAHIA/2) Il carnevale e i pipoca

A Rio De Janeiro e Salvador si tengono le due manifestazioni carnevalesche più famose del mondo. Ma mentre a Rio il carnevale è da “vedere”, cioè si assiste, nel Sambodromo (uno stadio non ovale ma in lungo, dove sfila il corteo), ad una enorme, spettacolare, meravigliosa sfilata di carri e maschere, a Salvador si partecipa al carnevale, ballando in strada. Anche se ho saputo che da alcuni anni a Rio stanno rimediando a questa mancanza istituendo nelle due spiagge principali, la settimana di carnevale, tante feste con balli.
Qui a Salvador le parole chiave del carnevale sono: “blocos”, “trio eletrico” e “camarote”. I “blocos” (24 quelli ufficiali, più alcuni più piccoli indipendenti) sono grandi gruppi di persone (di solito alcune centinaia ma talvolta fino a 3000) che, delimitati da una grossa corda sostenuta dai “cordeiros” (persone che controllano che nessun altro entri dentro e che tutto fili liscio), sfilano cantando e ballando nei tre circuiti cittadini del carnevale, due dei quali (i maggiori, Barra e Campo Grande, lunghi 4 e 6 km), molto distanti fra loro. Al centro dei blocos ci sono da 1 a 3 enormi camion che avanzano lentamente, pieni zeppi di grandi altoparlanti che sparano musica ad altissimo volume, suonata dal vivo dagli artisti che stanno in cima al camion. A chi è dentro il bloco viene fornito cibo e bevande a volontà durante le 5-8 ore della sfilata del bloco (la sfilata complessiva di tutti i blocos invece dura più di 12 ore ogni notte).
Una soluzione più comoda è quella dei “camarote”, grandi locali riservati, ubicati nei punti con vista migliore del circuito, dove anche qui si balla, mangia e beve ma dove ci si può anche sedere. Quando passa un bloco, la musica interna del camarote si spegne e tutti si affacciano per vedere il bloco. Poi di nuovo musica con deejay.
Ma… in tutta questa grandiosa organizzazione c’è un problema: i costi. Per poter partecipare ad un movimentato bloco o al più comodo camarote bisogna acquistare una maglietta (che costituisce il biglietto d’ingresso) che costa da 250 R$ (90 €) a 2000 R$ (750 €)! E vale un giorno solo. E allora?
E allora c’è una terza possibilità per partecipare, che è poi la più gettonata e che anche io ho scelto, alla quale i fantasiosi brasiliani hanno dato il simpatico nome di “pipoca” (“pipoca” in portoghese significa “popcorn”). Si va in strada, “aggratis”, e si partecipa al carnevale unendosi (fuori dalla corda) ai vari blocos che passano, anziché seguire un solo bloco come fa chi compra la maglietta. Un po’ qui, un po’ lì, saltando da una parte all’altra. Come i popcorn! 😀
Infine, oltre ai due grandi circuiti dove sfilavano i blocos, nel centrale “pelourigno” c’erano tutto il giorno gruppi musicali (sempre a base di percussioni) che andavano su e giù nelle strette viuzze, concerti, qualsiasi cosa riproducesse musica. Un’altra grande differenza con il carnevale di Rio è infatti che mentre in quest’ultima città sono più importanti i costumi, ricchi e coloratissimi, qui a Salvador è più importante la musica, e i costumi sono quasi sempre poco appariscenti.

Vita da Pipoca

Ma la vita da pipoca non è semplice ed ha alcune controindicazioni: è molto più pericolosa!
Io e i simpatici amici giapponesi ce ne siamo accorti proprio la prima notte del carnevale, quando …. continua a leggere qui >>

Gen242007

(RIO DE JANEIRO/6) Rocinha, l´altro Brasile

Sicuramente Lula (il presidente del Brasile, non la speaker di radio Deejay!) deve aver letto il mio blog perché il giorno dopo aver scritto il precedente post ho letto che ha stanziato 60 milioni di reais per lo sviluppo delle infrastrutture di Rocinha! 🙂  Qualcosa quindi si muove.

Un paio di settimane fa sono andato a visitare Rocinha, la più grande favela di Rio e dell’intera America latina, che conta ben 200.000 abitanti. Non da solo, naturalmente, ma con un’associazione che effettua visite guidate per turisti. Forse questa era un po’ più commerciale di quella alla quale mi ero rivolto a Buenos Aires, ma è stata comunque un’interessantissima visita per capire come vive una grande fetta dei brasiliani; solo qui a Rio ben 2 milioni sui 13 complessivi della città vive nelle oltre 300 favelas cittadine.

 
Rocinha, Favelas Brasile

Rocinha, favela di Rio De Janeiro

 

Ma cos’è una favela?

La favela è un quartiere della città che segue un piano urbanistico molto semplice: una casa si costruisce dove c’è un minimo di spazio. E così, appena si trovano anche solo qualche decina di metri quadrati disponibili, si portano mattoni e cemento (nel migliore dei casi) oppure legno e lamiere, e si costruisce la baracca. Quasi sempre senza fondamenta, per cui in occasione di grandi piogge sono frequenti i crolli e gli smottamenti. Le case son così vicine che un’auto non ci passa, e ci si può spostare solo a piedi e uno per volta. E la luce? Si allaccia abusivamente un cavo elettrico qualsiasi al palo elettrico più vicino. La fogna? Si scarica fuori casa, all’aperto. L’acqua? Nelle favelas più organizzate come Rocinha ci sono precarie tubature di plastica che la portano, oppure ci si arrangia raccogliendo dal tetto l’acqua piovana.
A Rio le favelas sono tutte costruite nei quartieri più alti, i “morros” (colline di granito) per cui, nonostante tutto, godono della vista migliore e di un clima meno torrido di quello delle ricche zone di pianura. Rocinha è una di quelle più centrali, distante solo qualche centinaio di metri da Ipanema, una delle zone più “in” di Rio. Due zone così vicine e così lontane.

Rocinha Ipanema - Favelas Brasile

Rocinha e Ipanema, terzo mondo e primo mondo

 

Non son tutti poveracci i suoi abitanti; per chi lavora in centro e non può pagarsi un costoso affitto cittadino, e non vuole farsi ogni giorno diverse ore dei costosi bus locali andando a vivere fuori città, spesso è l’unica soluzione possibile. Se nelle nostre grandi città italiane gli affitti e gli immobili continueranno a salire di prezzo, prima o poi anche noi potremmo avere le favelas!
Ci sono piccoli market all’interno, bar, qualche panificio, un piccolo ufficio postale e addirittura, solo a Rocinha, una tv satellitare.
Uno degli aspetti più interessanti è che …. continua a leggere qui >>

Gen172007

(RIO DE JANEIRO/5) La Violenza

Quando si va in giro a Rio tutto è apparentemente tranquillo. C’è gente che fa shopping, che va/torna dal lavoro, che mangia nei tanti ristorantini che si affacciano sulla strada, qualcuno dorme per terra, qualche altro lava i vetri al semaforo o fa le capriole in aria per poi chiedere qualche soldo. Insomma, niente di strano. Nonostante sia ritenuta una delle città più violente dell’America Latina, per strada tutto sembra tranquillo, anche a notte inoltrata. Ma basta trattenersi in città qualche giorno in più che, abbastanza rapidamente, si viene a scoprire l’altro lato della bella città carioca. Così succede anche a me.
Tutto inizia un tranquillo pomeriggio quando, mentre son da solo nella spiaggia di Copacabana, un ladruncolo sfila abilmente i soldi dalla tasca dei miei pantaloncini appoggiati sulla sabbia appena, anche se solo per pochi minuti, li lascio alle mie spalle. Son solo 13 reais (4,50 euro), poco più dei 10000 pesos colombiani (3,30 euro) che l’anno scorso mi fregarono in Colombia. Insomma, considerando l’inflazione, la tangente ai ladruncoli sudamericani dovrei averla pagata anche questa volta. Spero basti. Ciò che mi ha sorpreso è stata la velocità del ladro (che è riuscito anche a rimettere in tasca ciò che non gli serviva, come le chiavi dell’ostello), ma anche l’omertà di quattro ragazze che erano vicinissime a me e hanno quasi sicuramente visto tutto. Ogni volta che le guardo si girano dall’altra parte. Farsi gli affari propri qui è una regola di vita. Il ladro comunque era un venditore ambulante di formaggio. Fate sempre attenzione ai venditori ambulanti delle spiagge di Rio, sono quelli che si avvicineranno di più a voi.
Il giorno dopo un altro ladruncolo …. continua a leggere qui >>