La prima visita che faccio in questa città è quella in calle Entre Rios 480, la casa dove è nato e cresciuto Che Guevara. Nel tempo è stata venduta ed è quindi una casa privata, non si può entrare. Solo guardare da fuori. E da fuori si può notare benissimo che è una bella casa signorile che evidenzia, come ben si sa, quanto la sua famiglia fosse benestante. Eppure rinunciò alla vita comoda (e alle belle ragazze che ci son qui a Rosario!) per inseguire i suoi ideali. Hasta la victoria, siempre!
A Rosario fa caldo, molto più caldo che a Buenos Aires i giorni scorsi ma il tempo ormai è molto variabile in questo periodo. Di fronte alla casa del “Che” c’è (ehm… scusate il gioco di parole) un mini market e non resisto alla tentazione di comprare una bella coca cola fresca, ma per berla aspetto almeno di girare l’angolo. Non posso consumare davanti alla casa del Che il più universale simbolo dell’americanismo. Sarebbe come bestemmiare in chiesa!
Non c’è tanto da visitare a Rosario, solo alcuni parchi e un imponente “Monumento Nacional a la Bandera”, dedicato appunto alla bandiera argentina (bianco/celeste, come la maglietta di Maradona). Decido quindi di rimanerci solo un paio di giorni, ma la sera prima di ripartire conosco Pablo, un commerciante argentino che dorme nello stesso ostello e con il quale passo l’intera serata. Mi invita così a visitarlo al suo negozio il giorno dopo e poi ad andare con lui la sera dopo all’inaugurazione di un’esposizione d’arte di una sua amica.
Venerdì, ore 22:30, siamo all’entrata della mostra. Luci soffuse di vari colori, musica di sottofondo, stanze allestite ognuna in modo diverso, naturalmente non capisco assolutamente nulla del significato. Ma ecco, per fortuna, riesco a trovare un biglietto di presentazione della mostra e leggo così a cosa è dedicata. Leggo… leggo… sembra chiaro… sembra…ci capisco ancora di meno! “Che ci azzecca” quella presentazione con tutti questi (bellissimi) addobbi? Bò, devo chiedere a Luciana, un’artista che conosco. Però alla fine della mostra c’è un rinfresco su in terrazza, con pizzette e un ottimo “vino tinto” con ghiaccio. C’è tanta gente, Pablo mi presenta tante amiche, e la serata trascorre piacevole.
Il giorno dopo si riparte, direzione Puerto Iguazù, vicino al confine con il Brasile.
Su Rosario c’è infine da dire che confermo in pieno ciò che la Lonely Planet scrive “… ci son qui le donne più belle dell’Argentina”. Non so nel resto del paese, ma rispetto alla capitale (e a tanti paesi che ho visitato) non ci son paragoni!
Qui sotto ci sono tutte le foto!
ah finalmente hanno messo una targa davanti alla casa natale del che, l’anno scorso non c’era!
Gia´, peccato che non ci facciano un museo, ho incontrato alcuni turisti che gironzolavano come me, con il naso in aria, per cercare di capire dove era la casa.
Ciao!
Una casa museo del Che la trovi in Alta Gracia, a una ventina di kilometri dalla città di Còrdoba, è una piccola cittadina famosa per il suo clima favorevole per persone, come lui, ammalate di asma,insieme alla sua famiglia soggiornava durante il periodo estivo.
Ok, grazie per la notizia. Se un giorno ripasserò in Argentina (sicuro!) provo a passarci! Ciao ciao 🙂
ma le foto delle donne più belle dove sono?
almeno un paio potevi metterle no? ne parli ne parli uno poi diventa curioso non credi?