Altre mete classiche di Buenos Aires che vanno visitate sono la storica Plaza 25 De Mayo, dove fra l’altro fino ad un anno fa ogni giovedì degli ultimi 20 anni “las madres de plaza de Mayo” manifestavano davanti alla “Casa Rosada” (palazzo presidenziale) reclamando i propri figli desaparecidos durante il periodo della dittatura. Classica anche la visita al “Caminito”, zona del periferico quartiere “Boca” (anch’esso una villa miseria) caratterizzata dalla presenza di case multicolori ed ampie esposizioni artigianali nonchè esibizioni di tango.
E poi basta così, non posso dirvi tutto se no poi non vi rimane il gusto della scoperta, avendo tutto già pronto. Meglio sempre non sapere tutto di un luogo! 😉
La sera a volte uscivo da solo a vagare per qualche nuovo quartiere, a volte con altri dell’ostello. Come un sabato sera che con il canadese con il quale ho condiviso la camera per quasi tutto il periodo e un australiano (il quale ogni 4 parole che diceva una era “fucking”, beveva sempre vino e ogni tanto “tirava” pure – gli australiani sono i più fuori che ho incontrato fin’ora!), in un ristorante abbiamo incontrato altri 2 danesi e un inglese dell’ostello, abbiamo formato una tavolata unica e, diverse bottiglie di vino dopo, abbiamo finito in discoteca la serata. Hic!
Salsa
Un paio di sere sono andato a ballare salsa qui a Buenos Aires e, con molto piacere, ho scoperto (per la prima volta in sud America) che si balla lo stesso tipo di salsa che conosco io (salsa portoricana). E semplicemente perché qui, non essendo la salsa un ballo tradizionale, chi la vuole imparare deve per forza andare a scuola. Nei paesi caraibici dove son stato, invece, la imparano da piccoli per strada ma, non frequentando mai una scuola, i risultati sono ben diversi.
E quindi una sera vado all’ “Azucar” con Mara e Mitja (due amici italiani appena trasferitisi qui) e un’altra sera al “Sudaca” con un’amica tedesca, fino a notte tardi. Infatti se è vero che qui si può ballare dal mercoledì alla domenica in locali diversi, è anche vero che la serata vera e propria inizia all’1,30 – 2, fino alle 4 – 5.
Note tecniche.
Ho visto veramente dei bravi ballerini/e, e con alcune di queste ho anche ballato ( 🙂 🙂 🙂), l’unico appunto che c’è da fargli è che non ho visto nessuno rispettare il tempo perfettamente dall’inizio alla fine, e inoltre iniziano tutti un po’ come gli pare, sull’1, sul 5, sul 2… Però tanti son bravi. E la musica era bella, finalmente ho sentito un po’ di musica nuova in pista (al contrario delle mie parti!).
La raccolta differenziata
“Quando scendono le prime ombre della sera” (diceva Nick Carter) qui a Buenos Aires inizia un’attività che va poi avanti per gran parte della notte. Quasi ad ogni angolo di quartiere, e maggiormente dove c’è meno luce, ragazzi, uomini, anche intere famiglie iniziano ad aprire i sacchi della mondezza prelevati nelle vicinanze e a recuperare tutto il recuperabile. La prima “ispezione” nel sacco è quella che suscita loro più interesse, perché rivolta alla ricerca di qualcosa di commestibile, poi subentra la “routine” del lavoro, il recupero dei materiali riciclabili. E quindi via a separare la carta e il cartone che vengono accuratamente piegati e compressi, i materiali plastici, le lattine, etc. Il tutto viene poi raccolto in enormi sacchi e portato via con dei carrelli di ferro spinti a mano. Poi la strada viene ripulita. Insomma un vero e proprio servizio sociale, gratis per il Comune e infatti tollerato da tutti, anche dai vicini poliziotti che son di guardia alle strade. Un efficiente servizio di “raccolta differenziata” da terzo mondo, dove chi sta bene non deve neanche prendersi la briga di separare i rifiuti come si fa da noi. Si tratta spesso di immigrati boliviani e peruviani, più scuri in viso e ancor di più negli abiti, che poi vendono il “raccolto” della notte a dei centri di raccolta, anch’essi di disperati dato che ne ho visti alcuni dentro le “villas miseria”. Il fatto che si mettano a smistare la mondezza negli angoli più bui mi fa pensare che un po’ si vergognino, anche se non ne son troppo convinto. Certo è che il loro aspetto è deprimente, son quasi sempre scalzi e con i vestiti stracciati e luridi. Una volta mi è capitato di vedere una famiglia intera (2 adulti e 3 bambini) al “lavoro”, mentre proprio di fronte a loro un ragazzo in abito e camicia bianca asciugava con un panno la sua auto appena lavata, una grande auto nuova da almeno 30000 euro. Sembra una banalità scriverlo, ma assistervi fa impressione.
Il tempo continua a variare di 10° alla volta, alternando settimane fresche (di 15-20° C. di giorno) ad altre torride come questa (33-35° C). E quindi, dopo 2 settimane esatte nella capitale, una metropoli da 13 milioni di abitanti (circondario compreso), è giunto il momento di spostarsi nella vicina Rosario, 3^ città del paese ma molto più piccola.
Ho messo online tutte le foto di Buenos Aires (cliccare qui sotto oppure andare alla pagina viaggi/giro del mondo).
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