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Mar292007

(ARRAIAL D’AJUDA/2) La partenza – Itacarè

Dalla notte della pioggia si stringe fra me, Alvaro e David uno stretto legame di amicizia. Andiamo da ogni parte sempre insieme.
Da ricordare l’escursione a Recife De Fora, una barriera corallina vicina. Ci si arriva in barca e, nonostante l’acqua a tratti torbida, si possono ammirare tantissimi pesci colorati tropicali. Gli avvistamenti più numerosi sono stati quelli degli enormi pesci-pappagallo, blu/azzurri, e dei piedi dei turisti vicini, rosa pallido. Infatti la barriera visitabile non era grandissima, e i 4-5 traghetti arrivati insieme a noi hanno scaricato in acqua centinaia di persone.
Quel giorno però siamo dovuti scappare da Arraial perché in alcune spiagge si presentò un fenomeno a me sconosciuto fin’ora: la marea rossa. Si tratta di una piccola alga galleggiante, di colore rossiccio, che in grandi banchi ogni tanto raggiunge la costa e la cui formazione è causata dall’inquinamento marino. Si trova soprattutto nelle coste sudamericane di Brasile e Cile. E’ tossica, ma solo se ingerita in forti concentrazioni tramite frutti di mare crudi. Questo in teoria (informazioni cercate la sera su internet, quando però era già tardi!). Infatti il giorno dell’arrivo della marea rossa ci sono finito proprio in mezzo durante una lunga nuotata. E gli altri pure. Conseguenze: per me leggere, solo spossatezza e leggero dolore di ossa come quando si ha la febbre, David invece aveva un po’ di febbre e due ragazze cilene mal di stomaco tutta la notte. Bè, ora almeno abbiamo imparato a riconoscerla. Ricordate: marea vermelha.

I giorni passano, le abbondanti feste delle notti pure, altre persone arrivano, qualcuno è partito e io sono sempre qui. Ormai sono quello che c’è da più tempo nell’ostello di Arraial, ma ogni giorno si conoscono persone nuove e, contando anche i “vecchi”amici ancora tutti presenti, partire diventa sempre più difficile. Ma il carnevale ormai è alle porte e non aspetta me, e devo spostarmi più a nord, verso Salvador, con una tappa di alcuni giorni ad Itacaré, altra località simile ad Arraial. E quindi un bel giorno mi decido e dico a tutti: domani parto! Naturalmente non ci crede nessuno, l’ho già detto tante volte, ma questa volta provo a partire veramente. Saluto tutti, inevitabile notte di bagordi la sera prima per la mia “despedida” (saluto d’addio – a dire il vero notte uguale a tutte le precedenti! 😉 ) e, quando manca poco alla partenza del bus, Alvaro e David mi ricordano che dobbiamo scambiarci tutte le foto fatte. E fra scaricare, copiare e masterizzare 2 cd passa un’ora abbondante, e con essa perdo anche l’unico bus per Itacarè. Quando arrivo alla stazione e lo scopro non so se essere più dispiaciuto o contento, tuttavia c’è ancora un’altra possibilità (cambiando tre bus) per partire. Che però questa volta non perdo.
Mentre mi allontano con il bus mi incollo al finestrino com’è mio solito, ma questa volta non riesco a vedere niente fuori. Le sole immagini che mi passano davanti agli occhi sono quelle di queste due settimane passate ad Arraial che mi sembrano lunghe una vita, e delle persone conosciute. Bellissimi ricordi di giornate e notti passate insieme e, anche qui come sempre, persone che per la maggior parte mai più rivedrò. E, come quando lasciai Rio, anche questa volta le lacrime scendono.
Addio amici miei!

Amici ostello Arraial D Ajuda

Amici ostello Arraial D'Ajuda

I PERSONAGGI

  •  David, lo svizzero/spagnolo che ha appena iniziato il suo secondo anno di viaggio; in 3 anni deve risalire tutto il Sudamerica, da Usuhaia al Messico e ritorno (nell’altra costa), tutto in… bicicletta!
  • Alvaro, argentino, nelle sue vacanze estive;
  • Cristian, l’esuberante argentino sempre in movimento, che un giorno nel tentativo di imitare un brasiliano che faceva le capriole in aria si spiaccica la faccia sul bagnasciuga della spiaggia; rimarrà poi tre giorni con la faccia pesta!
  • Paolo, il carioca che ogni giorno iniziava con i suoi intrugli (cocktail superalcolici) dalle 3 del pomeriggio per arrivare la sera alle 8 che era già colmo di alcool e andava a dormire quando noi tutti uscivamo;
  • Giuliana, la brasiliana/giapponese e Irene e Nena, di Curitiba;
  • i 3 simpatici “paulisti” (di S. Paolo) e i loro giochi di carte alcolici (“ciancio”, un gioco con tante penitenze, durante il quale mi è toccato baciare il simpatico coniglio domestico dell’ostello – da quel giorno lo chiamavo sempre “mi amor” – e “sueco”, un altro gioco sempre con tante penitenze ma questa volta solo alcoliche);
  • e poi le due argentine, i tantissimi cileni, gli inglesi, gli immancabili israeliani, le cameriere dell’ostello, la guardia notturna, la mezzo pazza signora di Brasilia, …

 

ITACARE’

Ci capito nel momento sbagliato e non faccio in tempo ad apprezzarla. Ci rimango solo due giorni, in cui in uno piove e nell’altro finisco nella spiaggia peggiore, per cui rifaccio lo zaino e riparto per… Arraial!!!
Eh eh, perché no, se ci stavo così bene? Ho giusto due giorni di tempo prima di carnevale e mi rifaccio così 7 ore di bus per passare altri due giorni fra persone care.
SAUDADE* !

* (Si legge “saudagi”). Parola brasiliana dal significato profondo non facilmente traducibile, che è una via di mezzo fra “nostalgia” e “sentire la mancanza di”.

Ps: fra altri 2 giorni tutte le foto di Arraial D’Ajuda!

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