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Mar22007

(RIO DE JANEIRO/9) Le foto !

Eccole qui! 😮

Finalmente, dopo oltre un mese e mezzo da quando ho lasciato quella splendida città, son riuscito a riordinare le foto fatte a Rio e a pubblicarle sul sito. Ho filtrato le circa 800 foto fatte, e non son riuscito a lasciarne meno di quasi 200 (187). Saranno probabilmente troppe per chi le vorrà vedere, ma per me significano tanto e di meno non son riuscito a metterne. In questo modo potrò rivedermele da qualsiasi parte del mondo sia, anche se non ho il portatile appresso come ora.

Molte foto son dedicate alle persone che ho incontrato in viaggio, e sempre di più confermo ciò che già da un pò avevo capito: i miei viaggi sono dedicati principalmente non tanto alla conoscenza di luoghi, ma di persone, umanità, culture diverse, stili di vita. Per questo non farei mai 100 chilometri per andare a vedere, che so, i trichechi che prendono il sole, però ne farei 1000 per andare a visitare un paesino sperduto dell’entroterra brasiliano dove non ci sono turisti che abbiano rovinato lo stile di vita locale. Come farò i prossimi giorni.

Ci son 100 modi per viaggiare, e ognuno sceglie quello più di suo gradimento. Io ho trovato il mio. Ieri ho passato una giornata intera a parlare con Misato, una ragazza giapponese. Una cultura così diversa e così affascinante. Il giorno prima parlavo in ostello con un ragazzo francese e un israeliano. Il giorno prima ancora con una brasiliana e oggi con uno svedese. Ognuno ha dietro una vita diversa dalla mia, e di ognuno di loro ho tanto che vorrei ascoltare.

Insomma, queste son le foto, prendere o lasciare! 😀 😀 😀

Ciao!

Foto rio de janeiro

Feb262007

(RIO DE JANEIRO/8) Gli amici di Rio

Nel mese trascorso a Rio ho conosciuto tante persone, grazie alla stretta convivenza che l’alloggiare in un ostello comporta. Se faccio il confronto con i miei precedenti viaggi in cui principalmente alloggiavo in hotels e posadas, il salto di qualità (sociale) è stato grande. Quando viaggiate lasciate perdere gli hotel e andate negli ostelli. Conoscerete un sacco di persone e, oltretutto, risparmierete soldi!
Se è vero che la maggior parte dei turisti si ferma in ogni luogo 2 o 3 giorni, per cui ci si conosce solo superficialmente, in occasione di feste particolari (come appunto capodanno o carnevale) le permanenze sono più lunghe e si ha così il tempo di stringere amicizie più forti. Così è capitato a me al Tupiniquim Hostel di Rio con Rodolfo (argentino), Manuel (colombiano), David (italiano), Sandy (americana) e Misato (giapponese). Con i primi 3, soprattutto, abbiamo formato un gruppo compatto, iniziando ad uscire insieme proprio dalla notte del 31 dicembre e poi per quasi due settimane. Facendo colazione insieme, andando in giro in città insieme, a ballare, in spiaggia, nei musei, ma anche rimanendo giornate intere in ostello in attesa che la pioggia finisse, aggiungendo centinaia di foto fatte insieme e un numero indefinito di caipirinhe che stravolgeva sempre anche le giornate più uggiose di questo anomalo gennaio carioca (anomalo per il tempo), abbiamo stretto una forte amicizia che poi, al momento di separarsi, si è fatta sentire con una forte commozione di tutti.
“Los intocables” è il soprannome che Rodolfo aveva scherzosamente messo al gruppo, citando la famosa pellicola con Robert De Niro sulla mafia, inizialmente perché David viveva a Palermo, lui (Rodolfo) viveva a Buenos Aires nel quartiere Palermo, Manuel era colombiano (= droga) e io italiano (= mafia), ma poi perché in quei giorni iniziarono i vari furti e rapine agli amici dell’ostello, per cui diventò una vera sfida il rimanere a Rio senza farsi rapinare (che vincemmo!).
Un giorno Rodolfo cadde in discoteca facendosi male alla testa e il giorno dopo andammo tutti insieme in ospedale, cercando di confortarlo nella sua grande tensione; un altro giorno Manuel diede un grande aiuto a me per una faccenda delicata; insomma, alla fine avevamo proprio tanti momenti in comune da ricordare.
Finché arrivò il momento di separarsi. Questo è uno dei momenti più tristi dei viaggi, prima o poi ognuno ha la sua strada da continuare e bisogna lasciare gli amici, probabilmente per sempre. E infatti è stato il periodo più triste dei primi 2 mesi di viaggio. Solo la coscienza di aver comunque passato insieme dei momenti che rimarranno indimenticabili è servita per alleggerire un po’ la pesantezza di quei giorni. E’ rimasta la promessa di cercare di incontrarsi, tutti insieme, per il capodanno 2008 sempre a Rio, ma difficilmente potrà essere mantenuta.

Amici a Rio De Janeiro

Los Intocables

Poi c’è stata Sandy, con la quale ho passato alcuni giorni di grandi feste insieme; Misato, con la sua tipica dolcezza orientale; i festaioli messicani; lo svizzero Ralph che ogni giorno, anche a tavola, raccontava a tutti quanto e come era andato di corpo (aveva problemi intestinali come l’80% delle persone dell’ostello); il pesarese Matteo che una mattina arriva in ostello, mi vede mentre faccio colazione e mi dice:” Io ti conosco…. “ (aveva visto il mio sito e le foto – eh eh, la fama aumenta!); il brasiliano Marcio e famiglia; etc. Tante persone, tante nuove esperienze, tante emozioni.
In questo stupendo mese a Rio ho passato momenti indimenticabili, proprio quelli che rimangono dentro e a volte aiutano nei periodi bassi. E ci ho lasciato, come può accadere quando si sta a lungo in uno stesso luogo, anche… un pezzo di cuore.

Gli amici di Rio de Janeiro

 

 

Feb12007

(RIO DE JANEIRO/7) Le bellezze di Rio

Non si può chiudere il capitolo “Rio” senza citare le sue più famose attrazioni.
In primis il Corcovado, la collina in cima alla quale sorge l’imponente statua del Cristo. Le guide di viaggio asseriscono che la vista della città di Rio sia la più bella del mondo (seguita da San Francisco), e il posto migliore per constatarlo è proprio la cima del Corcovado. Tantissima gente presente, tanto che spesso bisogna fare i turni per fare le foto, ma poi quando si arriva al bordo del terrazzo si viene assolutamente ripagati. Da destra a sinistra lo sguardo passa dalla spiaggia di Ipanema a quella di Copacabana, a Botafogo, poi c’è il Pan di Zucchero, poi si vedono le tante favelas abbarbicate sulle ripide colline fino, all’estrema sinistra, il mitico stadio Maracanà, il più grande del mondo.

Rio De Janeiro, vista, baia guanabara

Rio De Janeiro, vista dal Corcovado

Seconda attrattiva in ordine di importanza è il Pan di Zucchero, anche se non si raggiunge qui lo spettacolo del Corcovado. In compenso però c’era uno spettacolo di ragazza brasiliana, praticamente perfetta, che ho provato a fotografare quando il suo ragazzo si girava, senza riuscirci però abbastanza da vicino.

Pan di zucchero, Rio De Janeiro

Pan di zucchero

Da citare poi il museo di arte contemporanea a Niteroi, cittadina contigua collegata con un lungo ponte, da apprezzare più per la sua architettura esterna (progettato da Oscar Niemeyer, architetto che disegnò Brasilia) che per le esposizioni interne (dei dell’antica Grecia).

Museo arte contemporanea Niemeyer

Museo arte contemporanea

Ma il vero spettacolo di Rio, ciò che da solo vale tutto un viaggio nella città carioca, è …. continua a leggere qui >>

Gen242007

(RIO DE JANEIRO/6) Rocinha, l´altro Brasile

Sicuramente Lula (il presidente del Brasile, non la speaker di radio Deejay!) deve aver letto il mio blog perché il giorno dopo aver scritto il precedente post ho letto che ha stanziato 60 milioni di reais per lo sviluppo delle infrastrutture di Rocinha! 🙂  Qualcosa quindi si muove.

Un paio di settimane fa sono andato a visitare Rocinha, la più grande favela di Rio e dell’intera America latina, che conta ben 200.000 abitanti. Non da solo, naturalmente, ma con un’associazione che effettua visite guidate per turisti. Forse questa era un po’ più commerciale di quella alla quale mi ero rivolto a Buenos Aires, ma è stata comunque un’interessantissima visita per capire come vive una grande fetta dei brasiliani; solo qui a Rio ben 2 milioni sui 13 complessivi della città vive nelle oltre 300 favelas cittadine.

 
Rocinha, Favelas Brasile

Rocinha, favela di Rio De Janeiro

 

Ma cos’è una favela?

La favela è un quartiere della città che segue un piano urbanistico molto semplice: una casa si costruisce dove c’è un minimo di spazio. E così, appena si trovano anche solo qualche decina di metri quadrati disponibili, si portano mattoni e cemento (nel migliore dei casi) oppure legno e lamiere, e si costruisce la baracca. Quasi sempre senza fondamenta, per cui in occasione di grandi piogge sono frequenti i crolli e gli smottamenti. Le case son così vicine che un’auto non ci passa, e ci si può spostare solo a piedi e uno per volta. E la luce? Si allaccia abusivamente un cavo elettrico qualsiasi al palo elettrico più vicino. La fogna? Si scarica fuori casa, all’aperto. L’acqua? Nelle favelas più organizzate come Rocinha ci sono precarie tubature di plastica che la portano, oppure ci si arrangia raccogliendo dal tetto l’acqua piovana.
A Rio le favelas sono tutte costruite nei quartieri più alti, i “morros” (colline di granito) per cui, nonostante tutto, godono della vista migliore e di un clima meno torrido di quello delle ricche zone di pianura. Rocinha è una di quelle più centrali, distante solo qualche centinaio di metri da Ipanema, una delle zone più “in” di Rio. Due zone così vicine e così lontane.

Rocinha Ipanema - Favelas Brasile

Rocinha e Ipanema, terzo mondo e primo mondo

 

Non son tutti poveracci i suoi abitanti; per chi lavora in centro e non può pagarsi un costoso affitto cittadino, e non vuole farsi ogni giorno diverse ore dei costosi bus locali andando a vivere fuori città, spesso è l’unica soluzione possibile. Se nelle nostre grandi città italiane gli affitti e gli immobili continueranno a salire di prezzo, prima o poi anche noi potremmo avere le favelas!
Ci sono piccoli market all’interno, bar, qualche panificio, un piccolo ufficio postale e addirittura, solo a Rocinha, una tv satellitare.
Uno degli aspetti più interessanti è che …. continua a leggere qui >>

Gen172007

(RIO DE JANEIRO/5) La Violenza

Quando si va in giro a Rio tutto è apparentemente tranquillo. C’è gente che fa shopping, che va/torna dal lavoro, che mangia nei tanti ristorantini che si affacciano sulla strada, qualcuno dorme per terra, qualche altro lava i vetri al semaforo o fa le capriole in aria per poi chiedere qualche soldo. Insomma, niente di strano. Nonostante sia ritenuta una delle città più violente dell’America Latina, per strada tutto sembra tranquillo, anche a notte inoltrata. Ma basta trattenersi in città qualche giorno in più che, abbastanza rapidamente, si viene a scoprire l’altro lato della bella città carioca. Così succede anche a me.
Tutto inizia un tranquillo pomeriggio quando, mentre son da solo nella spiaggia di Copacabana, un ladruncolo sfila abilmente i soldi dalla tasca dei miei pantaloncini appoggiati sulla sabbia appena, anche se solo per pochi minuti, li lascio alle mie spalle. Son solo 13 reais (4,50 euro), poco più dei 10000 pesos colombiani (3,30 euro) che l’anno scorso mi fregarono in Colombia. Insomma, considerando l’inflazione, la tangente ai ladruncoli sudamericani dovrei averla pagata anche questa volta. Spero basti. Ciò che mi ha sorpreso è stata la velocità del ladro (che è riuscito anche a rimettere in tasca ciò che non gli serviva, come le chiavi dell’ostello), ma anche l’omertà di quattro ragazze che erano vicinissime a me e hanno quasi sicuramente visto tutto. Ogni volta che le guardo si girano dall’altra parte. Farsi gli affari propri qui è una regola di vita. Il ladro comunque era un venditore ambulante di formaggio. Fate sempre attenzione ai venditori ambulanti delle spiagge di Rio, sono quelli che si avvicineranno di più a voi.
Il giorno dopo un altro ladruncolo …. continua a leggere qui >>

Gen162007

(RIO DE JANEIRO/4) Le Feste

Ok, era un periodo di feste e posso dire di essermici tuffato a capofitto.
La notte di capodanno… pazzesca, mai vista tanta gente tutta insieme facendo festa. 2 milioni di persone che hanno resistito fino alle 6 del mattino alle ore piccole, alla pioggia e all’alcool. Si perché dalle 2 circa, prima lentamente e via via sempre più intensamente, ha iniziato a piovere. Ma stando in spiaggia e con il caldo che faceva (25-30° di notte) non ha dato fastidio più di tanto, tranne magari dalle 5 in poi quando è arrivato un vero e proprio acquazzone che ha infradiciato tutto, anche il mio povero orologio paraguaiano. L’unica foto che per ora ho della notte è questa, prelevata da un quotidiano

Capodanno Rio De Janeiro, Reveillon

anche se poi non mi è parso fosse così pericoloso portarsi la macchina fotografica (tranne proprio per la pioggia). David (italiano), con il quale ho passato l’anno nuovo dopo aver perso tra la folla Manuel (Colombia) e Rodolfo (Argentina) ha scattato tante foto che ha promesso di inviarmi appena arriva in Argentina.
E proprio pochi minuti prima di mezzanotte …. continua a leggere qui >>