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Apr272008

HONG KONG/4: un mese per caso

Ad Hong Kong, nel mio itinerario di viaggio preparato prima di partire e scritto… nell’acqua, avevo programmato di fermarmi 4 o 5 giorni, il tempo necessario per richiedere il visto per la Cina. Invece poi, una volta arrivato, sono ripartito… un mese dopo! E questo nonostante i costi di questa bella città siano più alti degli altri paesi asiatici vicini (ma comunque più bassi dell’Italia).

Perché?

La salsa
I motivi sono tanti, ma quello principale riguarda senza dubbio la mia seconda passione (dopo i viaggi): la salsa. Il prossimo post sarà dedicato esclusivamente a questo ballo, ma qualcosa la posso scrivere anche qui.
Ogni volta che parlo della salsa in Asia molti si meravigliano, pensando che questo sia un ballo diffuso esclusivamente in America latina, e più recentemente in Europa. Invece la salsa è presente anche in Asia e Oceania, e in genere in quasi tutte le capitali del mondo. Più precisamente posso dire che si ritrova nei paesi ricchi o nelle 2 o 3 città più importanti di ogni paese, dove appunto risiedono solitamente le persone più agiate. Questo perché per impararla è necessario frequentare a lungo delle scuole o corsi che, al pari di altre arti o sport (che so, tennis, pianoforte, danza classica, etc) hanno i loro costi.
Così in Vietnam è presente ad Hanoi e Ho Chi Min City, mentre è assente nel resto del (povero) paese. In Thailandia solo a Bangkok, e così via.

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Salsa Hong Kong

Una ballerina di salsa (a sinistra!)

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Ad Hong Kong, il primo aspetto in proposito che mi stupì (piacevolmente) fu che qui le ragazze invitavano spesso, e a volte facevano anche la fila per invitarmi! Per chi non conosce la salsa (e i balli in generale), da noi l’usanza (pessima usanza!) vuole che sia l’uomo ad invitare la donna, la quale poi (in Italia in particolare, paese con grande diffusione di “dive”) non poche volte “se la tira” e rifiuta l’invito. Ad Hong Kong questo non succedeva mai.
Ricordo con piacere una sera, in un club di salsa, dove vidi una ragazza cinese bellissima, alta, sembrava uscita da una rivista di bellezza, la quale, per di più, ballava stupendamente. Provai, un po’ timoroso, ad invitarla e lei, con un grande sorriso, accettò subito, e più tardi mi concesse anche il bis. Chiesi in giro e mi dissero che era una ballerina professionista che lavorava a Disneyland (qui ad Hong Kong). Bè, posso dire che quei due balli da soli valevano tutto il mio viaggio ad Hong Kong! 🙂

Gli amici
E poi, grazie alla salsa (ma non solo), ho fatto tante amicizie (e pensare che prima di arrivare in Cina pensavo fosse difficile socializzare!). Fra le tante persone conosciute, ricordo: tantissimi ballerini/e di salsa, con i quali dopo i balli si usciva insieme a cenare (alle 2 di notte); Ilan, israeliano alla fine del suo giro del mondo di 2 anni; Luca, italiano che lavora qui da 7 anni; due simpatici romani che son venuti qui a comprare imitazioni di Ipod da rivendere in Italia su eBay; un paio di insegnanti inglesi di inglese; etc. etc. Gli ultimi giorni infine ho conosciuto una ragazza cinese, Jonie, che nel suo tempo libero mi ha scorrazzato per la città e dintorni con la sua vespa: un pomeriggio in spiaggia (non era granché il mare, ma nel vicino bar la domenica pomeriggio… si ballava salsa! :-)), una visita ai “New Territories” (zona periferica di Hong Kong senza grattacieli, con case basse e spaziose, poco traffico, gente che pesca sul lungomare, silenzio e quiete – un luogo quasi irreale per Hong Kong, sempre affollata di persone in continuo movimento), un giorno a Macao, una sera ad un Karaoke (in Asia popolarissimo), un altro giorno a visitare la sua scuola di hip-hop, etc.
Ogni volta che, ancor oggi, quando mi capita di parlare con qualcuno sul giro del mondo, spesso mi sento dire:”Ma da solo non ti annoiavi?”, mi viene da ridere! 😀
Jonie, come molti cinesi di Hong Kong, parlava un perfetto inglese, aveva una laurea presa in Inghilterra, un buon lavoro (con stipendio più alto della media italiana, però con solo due settimane di ferie!) e mi ha dato tante interessanti informazioni su Hong Kong e sui cinesi. Come ho già scritto tante volte, è piacevole parlare con persone istruite di altri paesi: nonostante l’enorme differenza di usanze e cultura, ci si capisce subito. Ricordo sempre i “salti mortali” che dovevo fare in Brasile per spiegare o parlare di alcuni argomenti (ne avevo parlato qui). E Hong Kong è la città ideale per entrare in contatto con la cultura cinese, perché via di mezzo fra l’antica cultura orientale e le modernità di una città simil-occidentale.

Dopo aver rinviato la partenza più di una volta (questo fatto mi ricorda tanto il Brasile!), arriva il giorno in cui finalmente mi decido e saldo così il conto dell’hotel, mi informo sui treni del giorno dopo, preparo lo zaino e, per chiudere in bellezza, vado all’ultima serata di salsa. Ma poi fra club di salsa, altri pub nei dintorni, giri con gli amici, ristorantino etc., rientro in camera… alle 8 di mattina! Rinvio così ancora di un giorno, che poi si trasforma in un’altra settimana 🙂

Hong Kong…. chi l’avrebbe mai detto. E ci sono anche finito per caso, dato che è stata una tappa aggiuntami dall’agenzia di viaggio per far combaciare altri voli. Anche questa volta il caso mi ha regalato una felice tappa, più di altre tappe programmate in anticipo.

Il diverso
Non sono pochi qui gli occidentali presenti, ma se si esce dai soliti giri (vie e luoghi centrali), tutto cambia.
Un giorno, rientrando dagli uffici dell’ufficio immigrazione, provo a cambiare strada così tanto che dopo un po’ mi perdo e, non so come, finisco in un moderno palazzo dove dei ragazzi stanno allestendo una mostra d’arte. Si tratta principalmente di grafica pubblicitaria, ma l’esibizione è arricchita da sfilate di (eccentrica!) moda, spettacoli di illusionismo, foto, etc. Gironzolo incuriosito fra i vari stand, tutti preparati da artisti giovanissimi, e mi accorgo ben presto di essere l’unico con la faccia non asiatica. Provo a fare qualche foto qui e li, come al solito con un po’ d’imbarazzo per il timore di disturbare, ma dopo un po’ mi fermano due giovani artisti chiedendomi se mi potevo fare una foto con loro. Gulp!
Scena non nuova questa ma che ogni volta mi sorprende. Così come io adoro farmi una foto con qualcuno molto diverso da me, lo stesso vale per “loro”. Ora sono io qui il diverso, e quindi oggetto di simpatiche attenzioni. 🙂

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Sfilata moda Hong Kong

Sfilata di moda

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Macao
Ex colonia portoghese, dal 1999 è passata alla Cina, proprio come Hong Kong due anni prima. Ci sono andato contento perché pensavo fosse qui possibile parlare anche portoghese, e fare così un piccolo “tuffo” indietro nei ricordi brasiliani. Negativo! Nessuno (dei giovani) lo sapeva parlare, l’unico portoghese si poteva leggere nei cartelli segnaletici bilingui (cinese/portoghese).
Centro storico interessante, la città però appare nel complesso trasandata e meno moderna della “cugina” vicina, Hong Kong. La “cura” inglese si rivela anche qui più efficace di quella dei paesi latini come Spagna e Portogallo (verso le loro colonie).

Una curiosità.
Da quando è passata ai cinesi, Macao è stata in gran parte “rivoltata” e si sono iniziati a costruire casinò su casinò. Nel 2006 il volume d’affari dei casinò di Macao ha superato quello della ex detentrice di questo titolo, l’americana Las Vegas.
Quest’anno hanno costruito una copia ingrandita del già enorme “The Venetian”, casinò di Las Vegas, costituito da una riproduzione di Piazza San Marco di Venezia con tanto di campanile e gondole che girano intorno (il The Venetian di Macao sarà il terzo edificio più grande del mondo per superficie coperta). Io ci son passato proprio il giorno prima dell’inaugurazione, prevista per il 28.08, alle ore 8 (i cinesi sono fanatici per il numero 8, anche le Olimpiadi inizieranno l’8.08.08!).
Pare ci sia la mafia cinese (che si chama “triade”) dietro tutti questi casinò, usati per riciclare denaro (voci sentite ad Hong Kong). Io ho fatto solo un breve giro all’interno di “Sands”, il più grande casinò del mondo, e ricordo che quando ho provato a fare qualche foto a tutto quel lusso sono stato subito ripreso (abbastanza seriamente) dalla vigilanza, tutti con certe brutte facce…

Sapete come si chiama la moneta di Macao? Pataca! 😀

Ciao!

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Macao centro storico

Il centro storico a Macao

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Nov182007

Il rientro

Su un Boeing 747, 14.11.2007

“Mentre scrivo sono sopra l’Oceano Atlantico, diretto verso il Sud America…”.
12 mesi fa avevo iniziato così il primo racconto di questo lungo viaggio. Ora sono di nuovo sopra l’oceano (quello indiano) però sto tornando verso l’Italia, e dalla parte opposta. Mai tornare indietro è la regola principale del RTW. Colombo (e altri prima di lui) aveva ragione, la terra è proprio tonda! 🙂
Contrariamente a come temevo tempo fa, sono tranquillo, non sono spaventato dal rientro. Avete presente quella sensazione che si prova quando si è appena finito un normale viaggio (2-4 settimane) o anche una breve vacanza? Un misto di tristezza per la nuova esperienza ormai finita e timore per lo stress di riprendere a lavorare, per la solita routine di prima, etc etc? Bene, nulla di tutto ciò sto provando ora. Niente tristezza quindi ma neanche, nonostante un po’ di stanchezza, posso dire di essere stufo dei viaggi e di non vedere l’ora di rientrare a casa.

Semplicemente… sono soddisfatto.

Tutto è andato alla meraviglia, credo non sarebbe potuto andare meglio. Nessun grosso problema, o anzi solo uno: la scabbia. Nessun grosso furto (solo 5 euro a Rio De Janeiro), e ce l’ha fatta anche il vecchio laptop, comprato usato apposta per questo viaggio, che ho sballottolato intorno al mondo fra i pericoli di furto sudamericani, le scassate strade del Vietnam e le svariate tensioni elettriche dei paesi visitati.
Alla fine non è difficile viaggiare oggi. Certo, un po’ di esperienza in proposito mi è servita per prevenire brutte sorprese (per es. in sud America) o per ripianificare il viaggio verso la fine, quando il tempo mancava per andare in tutti i paesi programmati. Ma, ripeto, non è tutto poi così difficile, anche se si è trattato di un viaggio lungo. Credo da fuori lo si veda difficile, ma vivendolo vi assicuro che lo sembra molto meno. Tante persone, anche incontrate in viaggio, mi dicevano:”Complimenti, hai coraggio”. Ma perché coraggio? Questo veramente non lo capivo, soprattutto in Asia poi.

Però, come dicevo prima, alla fine un po’ di stanchezza la sentivo. E, insieme ad essa, la diminuzione dell’entusiasmo di andare a vedere un paese nuovo. Stava quasi subentrando una “routine da viaggio”, per quanto sembri impossibile. Si, ci vuole una pausa ora. In fondo, se all’inizio non ci volevo assolutamente credere, anche per me è successo ciò che mi avevano detto praticamente tutti i “giramondisti” che avevo incontrato in viaggio. A quelli che incontravo che erano alla fine del loro giro del mondo, la prima cosa che chiedevo sempre era se erano stanchi di viaggiare oppure, se fosse stato possibile, se avrebbero voluto continuare per un altro anno. Tutti mi dissero che erano stanchi (mentalmente) e che sentivano ora il bisogno di ritornare a casa, almeno per un po’.
Si, credo che anche per me sia successa la stessa cosa. So anche però che probabilmente non durerà molto, e magari dopo appena qualche settimana dal rientro, appena si riprendono i ritmi di prima, la nostalgia della “strada” tornerà.

“Tutto finito quindi?”, potrebbe dire ora qualcuno deluso?

No! Ho tante cose da fare nell’immediato, ed altre a lungo termine.
Le più importanti sono: lavoro, richiesta del “part-time verticale al 50%”, che tradotto vuol dire lavorare solo 6 mesi all’anno (che con le ferie diventano 5 mesi e una settimana) e poi 6 mesi in viaggio. Di conseguenza mi spetterà poco più di mezzo stipendio, che se può bastare per viaggiare (senza troppi lussi però), inizia a diventare strettino per vivere in Italia. Poi provare alcuni lavoretti online già individuati, per integrare il mezzo stipendio. I lavori online sono il lavoro perfetto per viaggiare, in quanto si possono effettuare da qualsiasi parte del mondo in cui ci sia una connessione internet.

Tutto ok quindi!

Ho ancora in mente (e nel cuore) i tanti sorrisi asiatici degli ultimi mesi, in particolare del Laos e Thailandia, e il “sanuk” tailandese (spiegherò in seguito cos’è) per lasciare spazio ad una qualche tristezza. Ora si rientra. C’è la nostalgia di rivedere i familiari e gli amici, e se ho festeggiato la partenza magari ora festeggio il rientro.

Insomma, “fiesta” sudamericana e “sanuk” thailandese!

Tutto questo riguarda le prime impressioni sull’immediato, sul rientro. “Sono sopra l’Oceano come un anno fa”, dicevo. Ma, a differenza di 12 mesi fa, ho tanto in più dentro di me. Meravigliose esperienze, sia felici che infelici, che quando solo ci penso mi scendono le lacrime, e poi tantissime persone conosciute molte delle quali tanto care ancora oggi, e con diverse delle quali sono rimasto in frequente contatto via MSN, e-mail o Skype.
Il resto delle considerazioni finali sul viaggio, quelle forse a cui tengo di più, le scriverò dopo aver aggiornato il blog su questi ultimi 4 mesi asiatici. Ora no, dovrei fare citazioni che, senza averle prima spiegate, non si capirebbero.

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Ringraziamenti

Voglio ringraziare veramente tanto chi mi ha seguito fin qui sul blog. E’ stata una felice sorpresa scoprire che tante persone, gran parte delle quali a me sconosciute, mi abbiano letto e magari anche scritto. Avendo creato sia il sito che il blog proprio all’inizio del viaggio, non sapevo come sarebbe andata a finire anche questa esperienza. E’ stato un altro viaggio insieme al viaggio, anche con il sito si conoscono persone nuove.

Veramente grazie di cuore! inchino

Prossimamente riporterò i racconti e foto degli ultimi 4 mesi, spero mi seguiate ancora. Insomma, il mio viaggio è finito ma i racconti ancora no. Non sarò in diretta come i primi mesi ma in differita, però l’Asia mi ha dato tante profonde emozioni e anche lezioni di vita che credo possano essere interessanti da leggere e anche, mi permetto di aggiungere, formative.

Ok, questo post l’ho scritto in aereo, sul mio diario, e ora lo pubblico dalla mia stanza, a casa, a Nuoro.

Si va avanti, tutto ok, tanto “sanuk”.
A presto! 😐

(Fine 1^ parte  –  La 2^ parte alla fine di tutti i “racconti”)

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Il Rientro

Aeroporto di Alghero, 365 giorni dopo

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Set132007

Il rientro si avvicina…

Ebbene si, devo cambiare la foto qui sopra. Alcuni giorni fa ho confermato (e spostato) il volo di rientro. Insieme a quello ho spostato gli ultimi 2 voli e cosi’, alla fine, su 8 voli (escluso il primo) prenotati prima della partenza la maggior parte li ho tutti spostati. Solo quelli di uscita dall’Australia e Nuova Zelanda, piu’ un paio d’altri, non li ho spostati.

Chissa’ perche’! 😉

Rientro il 14 novembre in Europa (Londra) e il 15 in Sardegna, dopo un giorno e notte in un aeroporto di Londra. Il primo volo a prezzi (per me) decenti era la mattina dopo (26 euro) e, visti i costi della carissima capitale inglese, non e’ il caso di muoversi dall’aeroporto. Respirare il meno possibile e dormire in una panchina, all’interno. 🙂

Mi consola il fatto che mi rimangono ancora delle interessantissime tappe: Laos anche se per poco, Thailandia al confine con il Myanmar (in un centro di rifugiati birmani) e Myanmar, in un altro centro analogo. Piu’ varie ed eventuali, come al solito.

E da domani, qui ad Halong Bay, mi aspettano tre giorni di escursione in barca in giro fra gli oltre 3000 isolotti della zona. Costo al giorno: 25 euro, compresa barca, vitto e alloggio. Mi costa quasi meno che stare chiuso in un hotel ad Hanoi senza fare niente. Saro’ con altri turisti anziche’ con i pescatori che ho provato a cercare, ma di meglio non son riuscito a fare.

Ok, meno 2 (mesi) al rientro. Sigh! 🙁

E’ tutto, ciao!

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Mag192007

(BOM JARDIM) Il convento

L’imprevista lunga sosta a Sao Luis, oltre la lunga di Salvador, mi costringono a rivedere l’abbozzato programma di viaggio. Avevo sì previsto, prima di partire, di fare cambiamenti nel corso del viaggio, ma devo dire che ora devo tagliare un bel po’. E quindi via Bolivia, ci andrò un’altra volta, via saltino in Colombia a trovare amici, via sosta di 2-3 giorni in Cile per stare con altri amici, via tappa qui vicina di Cururupù (località di mare che mi attirava per il nome curioso che aveva), e anche Cuba sta rischiando. Muovo così le pedine del mio personale mappamondo come se giocassi a Risiko, d’altronde l’importante non è la destinazione ma il viaggio in se stesso e tutto quello che c’è intorno.

Dopo S.Luis ripasso per un solo giorno a Peritorò per distribuire foto che ho fatto sviluppare in città, visto che nel paesino non c’era neanche uno studio fotografico. Foto fatte alla famiglia che ho visitato e ad altre persone che poi mi avevano chiesto se potevano averne una copia. Tutti felicissimi di vedersi stampati su carta, soprattutto i bambini che, appena gira la voce che sono ritornato, accorrono da ogni parte per salutarmi e per vedersi in foto.

Tappa successiva a Bom Jardim, piccolo paesino analogo a Peritorò. Tanto piccolo che l’autista dell’autobus si dimentica di fermarsi, e quando glielo ricordo non può fare altro che farmi scendere lì dove siamo, in piena campagna. A Rio non avrei mai accettato, ma qui è più tranquillo. Mi tocca così farmi 2 km a piedi sotto il sole prima di raggiungere le prime case. E il sole, e soprattutto l’umidità, sono forti. Man mano che mi sto avvicinando all’equatore il clima sta diventando sempre più torrido, uff!
A Bom Jardim si trova un altro centro di assistenza per bambini poveri, gestito dalla stessa associazione di Peritorò. Visto che si trovava lungo la strada per Belem, dove vado fra qualche giorno, faccio una sosta qui su richiesta, via e-mail, di un’altra mia collega di lavoro. Insomma, qui si fanno le tappe a richiesta ora. Qualcuno vuole che passi da qualche altra parte? Avete un lontano parente in Australia che non avete mai visto e volete un servizio fotografico sulla sua famiglia? Scrivete pure e aggiungo la tappa al mio giro del mondo. Prezzi modici! 🙂

A Bom Jardim mi reco dalle suore che gestiscono il centro (una è italiana, e per di più sarda), le quali molto gentilmente mi ospitano a “casa” loro. Scrivo “casa” fra virgolette perché quella che credevo fosse una loro casa privata, l’ultimo giorno scopro si tratta di un vero e proprio convento, con tanto di cappella, fra le risate delle 4 suore e delle 5 simpaticissime “postulanti” che vi abitano. E così, per la prima volta, ho dormito in un convento! Devo dire che è stata un’esperienza più che piacevole, sia per l’estrema gentilezza di tutte che per il fatto che, dopotutto, ero in una casa con nove donne e quindi ero un po’ al centro dell’attenzione. Oltre le 4 suore c’erano 5 “postulanti” (non so se in italiano si chiamano allo stesso modo), cioè il grado prima di novizia, ragazze sui 20-22 anni che dovevano passare lì dentro un paio di anni prima di prendere i voti.
La prima sera a cena con noi c’è anche il giudice del distretto, unico magistrato per 50.000 abitanti, che infatti dopo cena corre di nuovo in ufficio a lavorare. E dopo, film in DVD. Titolo: Uma novizia rebelde (una novizia ribelle). Bè, non potevo aspettarmi altro!

I due giorni successivi li dedico alla visita al centro, analogo a quello di Peritorò ma un po’ più grande. Qui infatti vengono accolti 230 bambini, sempre divisi in due turni. Anche qui ci sono le aule di sostegno (4), di cucito, informatica, la palestra e l’orto, oltre a cucina (1 pasto al giorno per tutti), refettorio e chiesa. Anche qui accoglimento festoso dei bambini, che l’ultimo giorno arrivano addirittura a chiedermi l’autografo! Bè, per un giorno sono stato una star!

I fondi per il sostentamento di questo centro vengono in gran parte da donazioni italiane (di privati, in prevalenza sardi) ma qui, a differenza di Peritorò, le suore son riuscite ad avere un aiuto anche dal Comune, che ha incluso questo centro (considerato in Brasile “scuola privata”) nell’elenco delle scuole pubbliche cittadine da sovvenzionare.
E 230 bambini messi insieme mangiano un sacco di roba! Un giorno arrivano 40 kg di carne bovina, e la cuoca mi spiega che bastano solo per un giorno (carne servita poi a pezzi in mezzo al riso bianco e fagioli). E poi le spese per gli insegnanti, il materiale scolastico, luce, pulizie, etc. E quindi anche qui ora scatta l’annuncio! Chi volesse inviare aiuti per i bambini di Bom Jardim, clicchi qui sotto sul sito dell’Associazione che lo gestisce

www.operazioneafrica.it

Bom Jardim

Due giorni di sosta qui e poi riparto, lasciando un po’ a malincuore il convento dove mi son trovato veramente bene. Mi sarei fermato volentieri qualche altro giorno, ma ormai è troppo tardi e c’è già una vicina che mi aspetta per accompagnarmi alla stazione, distante una ventina di km. Saluto così Adelia, la madre superiora, Antonietta, la suora italiana, Deuseni, la suora che mi portava in giro in moto, Marinalva, che in convento ogni tanto si toglieva l’abito da suora e usava vestiti normali (non raccontatelo in giro però, non si può fare) e le cinque postulanti Ioneide, Francisca, Selma, Vanessa e Patricia. Chissà se riuscirò a ripassare qui. Se però ritorno in Maranhao, la tappa a Bom Jardim, in convento, è d’obbligo!
🙂

Ed ecco le foto di Bom Jardim (38)!

FOTO BOM JARDIM

 

Gen162007

(RIO DE JANEIRO/4) Le Feste

Ok, era un periodo di feste e posso dire di essermici tuffato a capofitto.
La notte di capodanno… pazzesca, mai vista tanta gente tutta insieme facendo festa. 2 milioni di persone che hanno resistito fino alle 6 del mattino alle ore piccole, alla pioggia e all’alcool. Si perché dalle 2 circa, prima lentamente e via via sempre più intensamente, ha iniziato a piovere. Ma stando in spiaggia e con il caldo che faceva (25-30° di notte) non ha dato fastidio più di tanto, tranne magari dalle 5 in poi quando è arrivato un vero e proprio acquazzone che ha infradiciato tutto, anche il mio povero orologio paraguaiano. L’unica foto che per ora ho della notte è questa, prelevata da un quotidiano

Capodanno Rio De Janeiro, Reveillon

anche se poi non mi è parso fosse così pericoloso portarsi la macchina fotografica (tranne proprio per la pioggia). David (italiano), con il quale ho passato l’anno nuovo dopo aver perso tra la folla Manuel (Colombia) e Rodolfo (Argentina) ha scattato tante foto che ha promesso di inviarmi appena arriva in Argentina.
E proprio pochi minuti prima di mezzanotte …. continua a leggere qui >>

Dic312006

(RIO DE JANEIRO/3) AUGURI!!!!! BUON 2007!!!

Non faccio in tempo oggi a ricopiare l’annunciato post sulla violenza. Mi son alzato… alle 14! Eh eh, troppa festa la notte scorsa (ehm… o troppo alcool?) 😀
Passo direttamente agli auguri!

Nonostante i giorni scorsi la sempre più audace (e spietata) criminalità locale abbia letteralmente messo a ferro e fuoco la città (autobus cittadini incendiati – con i passeggeri dentro – assalti, bombe a mano, etc.) la festa qui va avanti, e se c’è qualcuno che ha fatto le valigie ed è scappato, ci sono altri (fra i quali io!!! :-D) che rimangono.

Stasera ci sarà una mega festa nelle spiagge di Copacabana e Ipanema (oltre a tante altre in altre parti della città) per la quale sono previsti non meno di due milioni di partecipanti!!! Brasiliani, turisti, polizia (e ladroni) compresi. Come si fa a perdere un enorme casino simile?
E quindi l’abito per la serata di gala è già pronto (anonima magliettina bianca + gli unici jeans che ho, ormai agli sgoccioli per i buchi che si stanno aprendo). Qualche soldo in tasca e null’altro. Niente foto stanotte, troppo rischioso (per la macchina fotografica).

Su internet però ho scovato il sito dell’intera manifestazione, dove c’è anche una telecamera in diretta sull’evento, e dove credo metteranno dopo anche le foto.
Il link è….

http://nokianewyearseve.msn.com/

Poi cliccare (ovviamente) su RIO.

Due milioni di partecipanti, 24 tonnellate di polvere da sparo per i fuochi artificiali (esclusa quella delle pistole), alcuni grandi show di musica internazionale (Black Eyed Peas) oltre alla sempre presente musica brasiliana. E alla…. caipirinha!

Tutto è pronto, dall’ostello usciremo tutti insieme, anche se poi dubito riusciremo a stare uniti in mezzo alla bolgia. Mi ha appena telefonato David, un altro italiano con il quale ci dobbiamo incontrare stanotte e che ora è già a Copacabana, mi ha detto che c’è già un mondo di gente per la strada.

Ora qui sono le 16 (in Italia festeggerete il nuovo anno 3 ore prima di me), mangio qualcosa, un po’ di relax-cazzeggio con qualcuno/a, poi doccia e verso le 18-19 ci si avvia.

Nel ringraziare chi ha avuto la pazienza di seguirmi questi mesi qui sul blog, non mi resta che augurare una buona festa a tutti per stanotte e, soprattutto, un 2007 sereno e felice e, magari, ricco di viaggi!

Ciaooooooooo!!! 😐

capodanno rio de janeiro