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Mag262007

ALGODOAL, e il mare in viaggio

E’ la volta di una tappa “marina”. A parte le due settimane di mare di Arraial D’Ajuda e alcuni giorni a Rio, nei primi 5 mesi di viaggio di spiagge ne ho frequentato ben poche. Strano in Brasile? Un po’, visto che qui le spiagge abbondano, ma non per me e, visto che spesso mi viene chiesto per mail e molti pensano che passi tutti i giorni in spiaggia, scrivo qui perchè ci vado cosi poco. I motivi sono diversi.

  1. Potrà sembrare presuntuoso ma il fatto che viva in Sardegna non mi fa apprezzare molto tante spiagge che incontro. In tanti viaggi fatti, solo una volta ho incontrato spiagge più belle di quelle sarde che ben conosco, ed esattamente a Los Roques, in Venezuela. Molte altre le ho trovate belle dal punto di vista paesaggistico, perché quando una spiaggia è bordata da una fila di palme da cocco ha indubbiamente quel tocco esotico che la fa apprezzare, ma poi la trasparenza dell’acqua e il colore della sabbia spesso lasciavano a desiderare.
  2. Il Sole! Qui il sole non scherza, siamo sempre fra i tropici e l’equatore, ed è indispensabile usare sempre creme protettive da 30 fp in su. E per me che ho una paura matta delle scottature, è questo il punto più importante.
  3. Ci sono così tante cose da fare/vedere/conoscere in viaggio che lo stare tante ore buttati in spiaggia mi sembra, a volte, una perdita di tempo.
  4. Aggiungo un ultimo punto, specifico di questo viaggio: i pericoli. A Rio la forte corrente oceanica rendeva spesso problematico l’uscire dall’acqua; ad Arraial, durante il primo bagno, mentre nuotavo verso il largo l’acqua è diventata improvvisamente bassa e son finito con l’infilare una mano e un piede sopra un bel riccio; sempre ad Arraial, pochi giorni dopo e sempre nuotando, son finito in mezzo alla “marea rossa” (vedasi post n° 23, Arraial/1); andando ora in barca ad Algodoal si vedevano galleggiare sul mare centinaia di meduse. Può bastare. Pochi bagni per ora.

Ma, nonostante tutto, ora da Bom Jardim faccio rotta verso l’ultimo mare dei prossimi 3 mesi, prima di poterlo rivedere a Bali (o a Darwin). Scelgo quindi un’isoletta di cui mi aveva parlato il maltese (del post n° 32, Sao Luis/2). Ci si arriva in autobus da Belem e poi in barca. E’ appena sotto l’equatore, a mezzo grado di latitudine sud. E’ questa la volta che mi avvicino di più all’equatore, anche se ancora non son riuscito a fermarmi allo zero esatto.
L’isoletta si chiama Algodoal, non ha strade asfaltate, non ci sono macchine, moto o altri mezzi a motore (a parte le barche) e le strade sono quasi tutte di sabbia.
Nuovo stato (Parà), nuova musica. Dopo il samba di Rio, l’axè di Bahia, il forrò, seresta e reggae del Maranhao, è ora la volta della brega, musica e ballo prevalente nel Parà. Ma a parte le feste del sabato sera (anche in quest’isoletta, almeno il sabato, i brasiliani si scatenano! Non c’è verso, niente li ferma) gli altri giorni passano molto tranquilli (e spesso con pioggia) per cui mi fermo solo 4 giorni, prima di fare rotta verso Belem, porto di partenza per risalire il Rio Delle Amazzoni.

Ecco qui sotto le foto di Algodoal.
Ciao ciao!

FOTO ALGODOAL

Mag192007

(BOM JARDIM) Il convento

L’imprevista lunga sosta a Sao Luis, oltre la lunga di Salvador, mi costringono a rivedere l’abbozzato programma di viaggio. Avevo sì previsto, prima di partire, di fare cambiamenti nel corso del viaggio, ma devo dire che ora devo tagliare un bel po’. E quindi via Bolivia, ci andrò un’altra volta, via saltino in Colombia a trovare amici, via sosta di 2-3 giorni in Cile per stare con altri amici, via tappa qui vicina di Cururupù (località di mare che mi attirava per il nome curioso che aveva), e anche Cuba sta rischiando. Muovo così le pedine del mio personale mappamondo come se giocassi a Risiko, d’altronde l’importante non è la destinazione ma il viaggio in se stesso e tutto quello che c’è intorno.

Dopo S.Luis ripasso per un solo giorno a Peritorò per distribuire foto che ho fatto sviluppare in città, visto che nel paesino non c’era neanche uno studio fotografico. Foto fatte alla famiglia che ho visitato e ad altre persone che poi mi avevano chiesto se potevano averne una copia. Tutti felicissimi di vedersi stampati su carta, soprattutto i bambini che, appena gira la voce che sono ritornato, accorrono da ogni parte per salutarmi e per vedersi in foto.

Tappa successiva a Bom Jardim, piccolo paesino analogo a Peritorò. Tanto piccolo che l’autista dell’autobus si dimentica di fermarsi, e quando glielo ricordo non può fare altro che farmi scendere lì dove siamo, in piena campagna. A Rio non avrei mai accettato, ma qui è più tranquillo. Mi tocca così farmi 2 km a piedi sotto il sole prima di raggiungere le prime case. E il sole, e soprattutto l’umidità, sono forti. Man mano che mi sto avvicinando all’equatore il clima sta diventando sempre più torrido, uff!
A Bom Jardim si trova un altro centro di assistenza per bambini poveri, gestito dalla stessa associazione di Peritorò. Visto che si trovava lungo la strada per Belem, dove vado fra qualche giorno, faccio una sosta qui su richiesta, via e-mail, di un’altra mia collega di lavoro. Insomma, qui si fanno le tappe a richiesta ora. Qualcuno vuole che passi da qualche altra parte? Avete un lontano parente in Australia che non avete mai visto e volete un servizio fotografico sulla sua famiglia? Scrivete pure e aggiungo la tappa al mio giro del mondo. Prezzi modici! 🙂

A Bom Jardim mi reco dalle suore che gestiscono il centro (una è italiana, e per di più sarda), le quali molto gentilmente mi ospitano a “casa” loro. Scrivo “casa” fra virgolette perché quella che credevo fosse una loro casa privata, l’ultimo giorno scopro si tratta di un vero e proprio convento, con tanto di cappella, fra le risate delle 4 suore e delle 5 simpaticissime “postulanti” che vi abitano. E così, per la prima volta, ho dormito in un convento! Devo dire che è stata un’esperienza più che piacevole, sia per l’estrema gentilezza di tutte che per il fatto che, dopotutto, ero in una casa con nove donne e quindi ero un po’ al centro dell’attenzione. Oltre le 4 suore c’erano 5 “postulanti” (non so se in italiano si chiamano allo stesso modo), cioè il grado prima di novizia, ragazze sui 20-22 anni che dovevano passare lì dentro un paio di anni prima di prendere i voti.
La prima sera a cena con noi c’è anche il giudice del distretto, unico magistrato per 50.000 abitanti, che infatti dopo cena corre di nuovo in ufficio a lavorare. E dopo, film in DVD. Titolo: Uma novizia rebelde (una novizia ribelle). Bè, non potevo aspettarmi altro!

I due giorni successivi li dedico alla visita al centro, analogo a quello di Peritorò ma un po’ più grande. Qui infatti vengono accolti 230 bambini, sempre divisi in due turni. Anche qui ci sono le aule di sostegno (4), di cucito, informatica, la palestra e l’orto, oltre a cucina (1 pasto al giorno per tutti), refettorio e chiesa. Anche qui accoglimento festoso dei bambini, che l’ultimo giorno arrivano addirittura a chiedermi l’autografo! Bè, per un giorno sono stato una star!

I fondi per il sostentamento di questo centro vengono in gran parte da donazioni italiane (di privati, in prevalenza sardi) ma qui, a differenza di Peritorò, le suore son riuscite ad avere un aiuto anche dal Comune, che ha incluso questo centro (considerato in Brasile “scuola privata”) nell’elenco delle scuole pubbliche cittadine da sovvenzionare.
E 230 bambini messi insieme mangiano un sacco di roba! Un giorno arrivano 40 kg di carne bovina, e la cuoca mi spiega che bastano solo per un giorno (carne servita poi a pezzi in mezzo al riso bianco e fagioli). E poi le spese per gli insegnanti, il materiale scolastico, luce, pulizie, etc. E quindi anche qui ora scatta l’annuncio! Chi volesse inviare aiuti per i bambini di Bom Jardim, clicchi qui sotto sul sito dell’Associazione che lo gestisce

www.operazioneafrica.it

Bom Jardim

Due giorni di sosta qui e poi riparto, lasciando un po’ a malincuore il convento dove mi son trovato veramente bene. Mi sarei fermato volentieri qualche altro giorno, ma ormai è troppo tardi e c’è già una vicina che mi aspetta per accompagnarmi alla stazione, distante una ventina di km. Saluto così Adelia, la madre superiora, Antonietta, la suora italiana, Deuseni, la suora che mi portava in giro in moto, Marinalva, che in convento ogni tanto si toglieva l’abito da suora e usava vestiti normali (non raccontatelo in giro però, non si può fare) e le cinque postulanti Ioneide, Francisca, Selma, Vanessa e Patricia. Chissà se riuscirò a ripassare qui. Se però ritorno in Maranhao, la tappa a Bom Jardim, in convento, è d’obbligo!
🙂

Ed ecco le foto di Bom Jardim (38)!

FOTO BOM JARDIM

 

Mag162007

(SAO LUIS/3) Le foto

Come consueto, alla fine dei post su una località, arrivano le foto.

Eccole qui, 55. Ciao!

FOTO SAO LUIS

Mag32007

(PERITORO’) Nel profondo Maranhao

“Appena” 25 ore di autobus e, da Salvador, arrivo a Peritorò, piccolo e sperduto paesino dell’entroterra del Maranhao, uno degli stati più poveri del Brasile. A far che? Visita ad un centro di accoglimento per bambini poveri, gestito dalle suore della Congregazione ….. (non mi ricordo il nome…) e supportato da “Operazione Africa Onlus”, associazione di volontariato con sede a Cagliari, di cui fanno parte anche alcune mie colleghe di lavoro. E una di queste ultime ha anche adottato a distanza una bambina, e prima di partire le avevo promesso che sarei passato a trovarla. Ed eccomi qua, alle 18:30, scendere dal pullman pieno di stranieri come me (diretti nella grande città di Belem) nella polverosa e piccola stazione di Peritorò. Saluto le persone conosciute sul pullman che mi guardano meravigliate della mia destinazione, e mi avvio in un hotel vicino. Anche qui non manca l’avvertimento di un brasiliano che era sul bus sulla pericolosità del luogo. E questa volta, visto il buio della zona e la non conoscenza del luogo, decido di seguire gli avvertimenti e non uscire in giro la prima notte. Ma i giorni successivi scoprirò invece che è un luogo tranquillissimo per quanto riguarda la violenza. In Brasile si può dire che si corrono più rischi in proporzione alla grandezza della città. Le grandi metropoli sono le più pericolose mentre i piccoli paesini, dove tutti si conoscono, assolutamente no.
Il giorno dopo mi avvicino al centro dei bambini che però è chiuso (è domenica) ma riesco a rintracciare la casa delle suore con le quali concordo l’appuntamento per il giorno dopo. Andiamo anche insieme a fare una prima visita ad Ana Luiza, la bambina adottata, e poi ci separiamo. Prima però mi propongono, per la sera, di andare alla messa delle 19:30. “Certo, ci sarò!”, prometto io.
Inizio un lento rientro, girovagando qui e là nel paesino. A parte il centro, vicino alla stazione degli autobus, un po’ più moderno, gran parte delle case del paese sono fatte con mura di terra (argilla) e tetto di paglia (frasche di palma). Le casupole fatte di mattoni invece sono così semplici che non hanno né pilastri né muri portanti. Solo file di mattoni rossi tipo “foratini”. Chiunque ha costruito, da piccolo, case con le costruzioni “Lego” ha sufficienti conoscenze tecniche per costruire anche queste case!

baracca casa peritoro maranhao

Nel girovagare mi imbatto in 4 bambini che giocano a pallone, i quali mi chiedono se voglio giocare anch’io. “Certo”, rispondo, d’altronde con la mia abilità nel gioco del calcio forse arrivo a giocare al loro livello. Un’ora con loro, sotto il sole (oltre la camminata precedente) e quindi saluto i 4 piccoli Ronaldo e mi fermo in un bar centrale per una fresca birretta. E’ domenica e a poco a poco il bar inizia a riempirsi. Tre ragazze sedute nel tavolo a fianco …. continua a leggere qui >>

Mag12007

(SALVADOR DO BAHIA/4) Le foto

Ecco le foto di Salvador.

Sulla grande baraonda del carnevale ce ne sono pochissime perchè era troppo rischioso uscire la notte con la macchina fotografica. Solo l’ultimo giorno (martedì “grasso”) son riuscito a scattarne un po’ di pomeriggio, all’inizio dell’ultima sfilata.

Ciao!

FOTO SALVADOR

Prossime puntate:
(PERITORO’) Il profondo Maranhao (+ foto) – Esce il 3 maggio, h. 12.00!
(SAO LUIS/1) La città
(SAO LUIS/2) Il maltese e la filosofia latino-americana
(SAO LUIS/3) Le foto
(BOM JARDIM) Nel convento delle suore (+ foto)
(ALGODOAL – BELEM)
(RIO DELLE AMAZZONI) 7 giorni in traghetto: il motore rotto, l’incagliamento, Nazarè.
(MANAUS) …

Mar312007

(ARRAIAL D’AJUDA/3) Le foto

Eccoci qua con l’ultima puntata di questa settimana, le foto di Arraial D’Ajuda.

Buona visione!

FOTO Arraial D’Ajuda