Categorie

Apr142008

Hong Kong 2008

Rientrato. E appena in tempo!
Ad Hong Kong ci sono andato con un volo Oasis, una compagnia low-cost cinese (l’unica esistente fra Europa ed Asia) che ha un collegamento giornaliero Londra-Hong Kong. A Londra poi dall’Italia ci si arriva con le low-cost europee, anche con soli 20 euro a tratta. Alla faccia dell’Alitalia e di chi ci mangia dietro!

Ottima compagnia l’Oasis: sedili un po’ più stretti del normale, poco reclinabili, tv personale con i film che iniziano ad orari fissi e non programmabili come in altre compagnie, ma cibo e assistenza di bordo normale e, a parte qualche ritardo in partenza (non riuscivano a chiudere il portellone d’ingresso) e all’arrivo (forse non riuscivano a riaprirlo? :-)), il volo è stato ottimo. Sul giornale di bordo leggevo che fra qualche mese avrebbero inaugurato un nuovo volo diretto per Hong Kong anche da Milano. Stupendo!

Bene, il volo di rientro, dopo un rinvio di 1 settimana (ci sto troppo bene ad Hong Kong! 🙂 ), l’ho preso martedì 8 aprile. Il giorno dopo, 9 aprile, l’Oasis… è fallita per debiti e ha cancellato tutti i voli! 😮 Chi aveva comprato il biglietto ha perso i suoi soldi e ha dovuto comprare un altro biglietto. Ok, devo dire che questa volta mi è andata bene.

Ad Hong Kong ho passato 3 settimane eccellenti, con poche (ma buone) visite ad una città che ormai conosco abbastanza bene (l’interessante museo della scienza, il museo dell’arte, un parco, qualche periferia, un paio di templi, un mercato, i fantastici negozietti di elettronica) e una breve capatina nella “mainland China”, la Cina vera e propria, con le sue assurde diseguaglianze che peraltro, ormai, si vedono in tanti paesi.

Ma per me Hong Kong rimane la città della salsa, grazie alla quale ho conosciuto tante persone e rincontrato ora amici conosciuti lo scorso agosto, gran parte dei quali si ricordavano di me mentre io, a volte, facevo fatica a ricordarmi dei loro visi spesso molto simili fra loro.

Tante bellissime serate con i “salseri” cinesi, un paio molto divertenti con Luca (simpatico italiano che vive e lavora qui da 7 anni) e nottate intere post-salsa passate a bighellonare fra la vita notturna di Hong Kong con Ilan, grande amico israeliano (amico israeliano? Si, è possibile – chi ha viaggiato capirà questa mia precisazione) fino alle 6 del mattino, ora in cui riapriva la metro e si poteva rientrare a dormire senza pagare il taxi.

Per concludere posso dire che, per la prima volta, ho trovato un luogo in cui mi piacerebbe trasferirmi. E avevo anche trovato un buon lavoro! 🙂
Chissà, in futuro ci penserò!

E ora riprendo con i racconti del giro del mondo. Non so se l’ho già scritto, ma ormai è un impegno che ho preso con me stesso. Se non lo finisco entro i prossimi 3 mesi, so già che poi non lo finirò più, come altri miei diari precedenti (per esempio sul Venezuela). E’ stato un anno troppo importante per non finire di fissarlo su carta e web.
E la prossima, lunga ripartenza, si avvicina ormai sempre più.

Seguono alcune foto di questa breve visita ad Hong Kong.

Ciao! 😐
.

Parco Hong Kong

Parchi e grattacieli

Noodles Hong Kong

Fantastici noodles!

abbigliamento cinese

I cinesi della Cina si distinguono da quelli di Hong Kong anche per l'abbigliamento. Notate quello di questo turista della "mainland" Cina!

Via centrale Hong Kong

Le affollate strade dello shopping

Tempio Hong Kong

Con Jonie in un tempio

Salsa Hong Kong

Con Stella in un locale di salsa

Sbronzi Hong Kong

La notte le strade abbondano di distinti uomini d'affari (soprattutto occidentali, ma anche qualche cinese) "morti" dall'alcool! 😀

Buddha Hong Kong

L'interno di un tempio

Buddha gigante Hong Kong

Pace a tutti. Un saluto da Hong Kong!

.

Gen242008

Usi e costumi di BALI

Nel post precedente ho accennato alle usanze di Bali che sarebbe meglio conoscere prima di andarci. Sono simili a quelle di tutto il sud-est asiatico, con qualche peculiarità tipica di Bali, anche se devo dire che per la Thailandia ne ho letto ancora di più, alcune anche non facilissime da comprendere e per questo ancora più affascinanti. Più avanti parlerò anche di quelle.

Conoscerle non solo per capire ciò che vediamo ogni giorno in questi paesi ma anche, magari, per portarcene poi qualcuna dietro quando rientriamo nel nostro mondo. 🙂

Queste elencate qui di seguito le ho estratte da un numero della rivista Buongiorno Bali (http://www.buongiornobali.it), rivista gratuita creata da italiani residenti a Bali.

Buona lettura!

.

USI E COSTUMI BALINESI

ADEGUARSI ALLE CONSUETUDINI PER MOSTRARE E RICEVERE RISPETTO

I Balinesi sono persone molto aperte, disponibili a dividere il loro retaggio culturale e religioso, la loro spirituale saggezza, nutritasi nei secoli.
I turisti sono, generalmente, accolti calorosamente – i comportamenti degli stranieri, spesso a loro non comprensibili, vengono tollerati – e ammessi alle cerimonie, sia nei templi, che private.
Suggeriamo tuttavia alcuni modi a cui attenersi, per mostrare rispetto nei loro confronti, e alcune notizie, per meglio capire i costumi della popolazione che ci ospita. Non ci stancheremo infatti mai di ricordare, a turisti e residenti, che, comunque, siamo ospiti e che quindi spetta a noi adeguarci, e non viceversa.

  • Una constatazione frequente, che spesso suscita dubbi e curiosità: per le strade e nei grandi magazzini è facile vedere due ragazzi o due ragazze tenersi per mano. E’ una consuetudine. E’ ammesso il contato fisico tra due persone dello stesso sesso, senza alcun malizioso significato sessuale, mentre è del tutto inusuale, in pubblico, il contatto tra sessi diversi, effusioni, baci, abbracci, anche tra persone sposate.
  • Quando si assiste …. continua a leggere qui >>
Gen132008

Giacarta: tra Islam e bat-girls

Dopo Bali, sosta a Giacarta, capitale dell’Indonesia, in attesa del volo per Singapore. Non sembrava particolarmente interessante come città, ma un po’ di riposo dopo le 24 ore di autobus da Bali e soprattutto il fatto che è la mia prima volta che mi reco in una città musulmana, mi spingono a rimanere qui almeno 2 giorni. Islamismo che però, nonostante l’Indonesia sia il più grande paese musulmano al mondo, pare molto “leggero” (cioè non fondamentalista) sia nell’aspetto esteriore (si vedono non tante donne con il velo in testa, e quelle che ce l’hanno indossano comunque jeans o altri vestiti tipicamente occidentali) che, come leggo nella mia guida, per il grado di armonia con le altre religioni minori presenti.
Quando, ad alcune ragazze senza velo, provo a chiedere perché non lo indossino, diverse volte mi rispondono:”Perché fa caldo”. Semplice, no? Niente discorsi pro o contro la religione, solo comodità personale. Così è bello, secondo me. Niente precetti, ognuno deve poter fare quello che gli pare.

.

ragazza musulmana

Una ragazza musulmana

Due giorni però sono pochi per conoscere gente (che non siano turisti stranieri) e allora la seconda notte, per passare la serata, cerco su internet qualche locale dove si balla salsa. Di solito nelle capitali asiatiche qualche comunità “salsera” c’è sempre. Trovo così un solo indirizzo, il BATS, locale sito sotto la hall del grande e lussuoso Shangri-La Hotel. Tanto lussuoso che, quando ci arrivo, i portieri in divisa all’ingresso mi aprono la portina del taxi, mi fanno un inchino e mi aprono le grandi porte di quell’hotel di lusso dandomi il benvenuto. Ma… a me?? Mi trovo spiazzato. “Lei non sa chi sono io”, mi viene da pensare, “io ho dormito nei peggiori hotel brasiliani, lo sappia, e mi son anche preso gli acari!”. 😀

Dentro il BATS ci sono tante ragazze bellissime …. continua a leggere qui >>

Gen42008

Gli dei di Bali

Dopo le isole Gili ritorno a Kuta, la mia prima tappa di Bali. Devo infatti ancora capire come arrivare a Singapore, da dove ho il prossimo volo fra pochi giorni. Inizia a sentirsi la mancanza della comoda Lonely Planet. A Bali infatti non ci sono punti di informazione turistica “liberi”, cioè ufficiali. Ci sono si tante insegne con scritto “tourist informations”, ma sono tutte agenzie private che cercano solo di vendere le loro escursioni. Se chiedo informazioni su un argomento “A”, prima mi illustrano tutti i loro programmi da “B” a “Z”, poi mi dicono qualcosa sulla mia richiesta ”A”, informazioni però contrastanti con quelle avute da una precedente agenzia visitata, e quindi inservibili.

Così un giorno, al mio ennesimo tentativo di sapere come arrivare a Giacarta in bus, dopo che un tizio di un’agenzia turistica, superati i convenevoli di rito (ciao, come stai, quanti giorni a Bali, Italia, Roberto Baggio, Totti, etc) mi illustra i suoi “originali” tour (dal Kayak al rafting, dalle escursioni in groppa ad elefanti alle crociere in yacht) mi decido ad acquistare una Lonely Planet sul sud-est asiatico, usata e in inglese, in una bancarella. E in due minuti scopro che c’è un bus giornaliero dalla vicina Denpasar che in 24 ore, al prezzo di 20 euro, mi porta nella capitale indonesiana. Semplice, no? Concludendo, a parer mio si può fare a meno di una guida di viaggio in paesi più moderni tipo Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Europa etc, dove ci sono ottimi servizi informativi pubblici che ti danno chili (nel vero senso della parola) di depliant gratis, mentre diventa indispensabile nei paesi poveri come per esempio l’Indonesia, perché permette di avere facilmente in mano e in breve tempo informazioni su cultura locale, trasporti, visti d’ingresso e luoghi interessanti da visitare.
Nb: non esiste la versione in italiano delle guide Lonely Planet che trattano tanti paesi in un solo volume, come per esempio la LP sul sud-est asiatico o sul sudamerica. Perché? Semplice, perché non le compra nessuno in Italia. Tutti vanno all’estero in un paese per volta, e solitamente per breve tempo. Quando impareranno gli abitanti del belpaese dai fratelli nord-europei?

Gli ultimi giorni a Bali li dedico a uno degli aspetti di quest’isola che ho gradito di più: le escursioni in moto nell’interno.
Dopo aver “spulciato” ben bene tante cartoline in alcuni negozi (lo faccio spesso, permette di avere una rapida visione dei luoghi di maggior bellezza), scelgo la mia prossima meta: Jatiluwih, zona collinare/montuosa verso nord, famosa per le sue spettacolari risaie.

Sveglia presto (per me, cioè… ehm, le 10) e partenza dopo lento risveglio e lauta colazione (12 e mezza). Giubbotto, maglioncino nello zainetto, piccola mappa, acqua e occhiali da sole. Via!
Broom, broom, broom, broom (4 marce). Naturalmente anche oggi non è possibile arrivarci direttamente, senza soste. Come si fa a Bali? 🙂
Ogni tanto, per esempio, …. continua a leggere qui >>

Set102007

Ubud, il cuore di Bali

Con la sua posizione più centrale rispetto a Kuta, Ubud è un ottimo punto di partenza per le varie visite ai luoghi più interessanti dell’isola. Poi con il motorino è una favola! E’ un vero piacere percorrere le stradine dell’isola in moto, oltre che economico. Qui a Bali lo scooter mi sta piacendo così tanto che, quando torno in Italia, credo sarà il mio futuro mezzo di trasporto (se non un’ancora più economica bici) anziché un’altra auto.
Unico neo: a Bali per guidare ci vuole la patente internazionale, che non ho. E inoltre si guida a sinistra, il che rende gli incroci un po’ più complicati. Se poi aggiungo l’assicurazione che non ho voluto acquistare (costava 1 euro in più al giorno), qualche rischio non manca neanche qui.

Dopo aver visitato la locale “Monkey Forest”, un parco in mezzo alla città con 3 piccoli templi e tante scimmiette intorno, con la mia bella Honda nera un giorno mi avvio verso il maestoso Pura Besakih, il tempio Indù più grande di Bali, ad una cinquantina di chilometri verso nord.
Dopo una mezz’oretta di viaggio però, subito dopo una curva, c’è una sorpresa che mi aspetta: un grande posto di blocco della polizia! Ci sono almeno 7 od 8 agenti che stanno fermando tutti i motorini. Cerco di temporeggiare facendo finta di non capire (il poliziotto parla malissimo inglese) ma il mio trucchetto ha vita breve.
– “Driving license, please”
– “Ehm… I left it in my hotel (l’ho lasciata in hotel)”.

Naturalmente non ci crede e, con la faccia da poliziotto duro asiatico che, rispetto alle facce da poliziotto duro sudamericano fa molto meno paura, facendosi aiutare da un altro poliziotto che parla meglio l’inglese emette la mia sentenza, pur se sono senza avvocato, con due diverse opzioni a mia scelta:
– sentenza n° 1: sequestro immediato della moto (e conseguente rientro a piedi per i 20 Km già percorsi) e processo la mattina dopo in tribunale in una città non tanto vicina, Bangli;
– sentenza n° 2: multa di 100.000 rupie (8 euro) da pagare subito.

Anche qui in Indonesia quindi, come in sud America, c’è sempre un’opzione “b” che mette tutti d’accordo. Qualche soldo (che si intascano loro) che alla fine anche a me conviene. La patente internazionale in Italia mi sarebbe costata molto di più (se non ricordo male quasi un centinaio di euro).

Superato il primo intoppo, che comunque un po’ di timore me l’ha creato, mi avvicino ancor di più al grande tempio e mi accorgo che dev’essere una meta frequentatissima dai turisti (incontro infatti diversi pullman pieni). In una sosta lungo la strada, davanti a delle bellissime risaie, appena scendo dalla moto saltano fuori diversi venditori ambulanti che mi circondano. Un tipo, particolarmente insistente, mi vuole vendere una bella scacchiera di legno con le pedine intersiate a mano, per 10.000 rupie (meno di 1 euro). Molto molto bella ma… dove me la metto? Un’altra cosa bella del giro del mondo è che si è liberi dalla tentazione di comprare souvenir, come mi accadeva in passato nei viaggi di un mese, perché poi non ci si può portare dietro la roba per mezzo mondo. Ma se riesco a superare questo rompi…. ehm, questo venditore insistente, ci casco poco dopo con un’altra che mi rifila una (bella) magliettina per 20.000 rp (1,5 euro).
Riparto, deciso a non fermarmi più finché non arrivo alla “terra santa” (il tempio) ma… STOP! Ad un incrocio mi ferma una guardia: devo pagare 5.000 rp di tassa governativa perché sto per passare davanti ad un bel lago. Ok, il panorama è bello, ma io non son qui per il lago.
Pago e riparto, arrivo finalmente al tempio e…. STOP! Tassa d’ingresso, 10.000 rp. Ok anche qui, c’è in tutti i templi più grandi.
Pago, mi avvio verso l’ingresso, ma…. STOP! Non si può entrare senza il sarong (un pareo maschile). Se in tutti i templi in cui son già stato lo prestavano, qui lo vendono o lo noleggiano. Scelgo il noleggio, 10.000 rupie. Uff, acc, grunt!
Metto il sarong, mi sposto e…. STOOOOOOP!! Ma che cavolo c’è ora???? E’ obbligatoria la guida per entrare, e qui le guide si sono associate in cooperativa.
– “Ma io la guida non la voglio”, gli dico.
Se dovessi farmi accompagnare da una guida in ogni tempio dove entro…. Ma niente da fare, qui ci vuole per forza e sono irremovibili, al punto che me ne assegnano una gratis, la quale poi mi chiede comunque un compenso. 20.000 + 5.000 rp di mancia involontaria (cioè su richiesta).

Riesco così, finalmente, …. continua a leggere qui >>

Set32007

Kuta (Bali): Induismo e birra

A notte inoltrata arrivo a Denpasar, l’aeroporto di Bali.

Uno degli indiscutibili pregi dell’Australia è stato che, dopo i sei mesi di relativa insicurezza del sud America, che in particolar modo si percepiva al momento dell’arrivo nella stazione o aeroporto di una nuova città, da qualunque parte andassi ci si sentiva completamente sicuri e tranquilli sotto ogni punto di vista. Ho potuto così liberare la mente dal pensiero delle continue precauzioni da non scordare mai. E ora mi rituffo in una zona povera, il sud-est asiatico. Riattivare di nuovo tutte le precauzioni? No! 🙂 Come ho già accennato altre volte, in Asia è tutto diverso. Certo non bisogna esagerare nel dare fiducia agli altri, ma si può dire che di rischi è molto difficile correrne.
E così mi capita, all’uscita dall’aeroporto, di dover camminare per almeno 500 metri da solo, al buio, all’una di notte e con gli zaini in spalla. Mai l’avrei fatto in sud America, qui si può.
Questo perché, dopo le 6 settimane di “prezzi fissi” australiani, qui bisogna riprendere a contrattare tutto, compresi gli spostamenti in taxi. I tassisti infatti, all’uscita dell’aeroporto, facevano a gara a chi la sparava più grossa. Per un tratto di pochi chilometri mi hanno chiesto, nell’ordine, 50.000 rupie (4 euro), 100.000, 60.000 e 40.000. Nulla, grazie alle informazioni avute da chi ci è già stato (TripGuida di Bali, utilissima!) posso permettermi di lasciarli tutti perdere e di uscire dall’aeroporto a piedi, e prendere il taxi dalla prima strada fuori. Qui ne trovo due, uno mi chiede 35.000 e poi 30.000, l’altro 20.000. Scelgo (ovviamente) il secondo che però, appena vede che l’altro taxi se ne va e rimane quindi solo nella piazza, rialza i prezzi. 25.000, 30.000, 35.000…. Pazzesco! Sembrava di essere in borsa. All’arrivo gli do 25.000 rupie (2 euro) che, considerando anche l’ora tarda, mi sembrava il prezzo più giusto.

Eh si, un primo innegabile piacere a Bali lo si ha all’arrivo, quando ci si rende conto dei prezzi. 1 euro equivale a 12.000 rupie, per cui quando faccio il primo prelievo al bancomat (125 euro), mi trovo fra le mani… 1.500.000 rupie! Bello avere oltre un milione in mano! Dopo i quasi due mesi di “povertà” australiana, mi ritrovo ad essere di nuovo ricco sfondato! 😀
Si, perché in hotel (camera singola grande con bagno interno e ventilatore, pulito, colazione inclusa) pago 2,9 euro a notte, in ristorante 1 euro per un ottimo piatto indonesiano (è stata una felice scoperta la cucina indonesiana!) o 1,5 euro per un piatto di pasta ben condita o 2,5 euro per una grande pizza. Noleggio uno scooter a marce (100 cc.) per 2 euro al giorno, faccio il pieno (2 litri, 0,8 euro) e mi bastano per tre giorni, etc. Insomma, devo dire che, fra i paesi in cui son stato, l’Indonesia raggiunge l’economicità del Myanmar, finora in testa alla classifica dei paesi “cheap”.

.

curry

KARE IKAN LAUT: riso, gamberetti e frutti di mare, verdure cotte, curry (salsa piccante con latte di cocco) – 12.000 rupie (1 euro)

Ma le sorprese di Bali non vengono solo dal lato economico, pur piacevole per chi viaggia con un budget ridotto. Anche nella confusione di Kuta, la prima località dove mi fermo a Bali, stracolma di turisti, inizio ad intravedere qualcosa che mi lascia perplesso …. continua a leggere qui >>