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Giu112007

RITAGLI BRASILIANI / SUDAMERICANI – 1

Dopo aver quasi chiuso il capitolo Brasile, avanzano nella mia agenda tanti appunti che non son riuscito ad inserire nei vari racconti. Tanti “ritagli” di vita brasiliana che, dopo essere rimasti chiusi per mesi nel diario, reclamano ora un po’ di popolarità e quindi un posto nel web.
Bene, li accontento subito riportandoli qui sotto. Cari ritagli miei, eccovi accontentati.

SOMMARIO RITAGLI

  1. Bianco e nero, alla ricerca del diverso
  2. Camminare per strada in Brasile
  3. Il viaggio musicale
  4. La quiete pubblica
  5. La festa
  6. Il (misero) business delle lattine
  7. Le treccine
  8. L’ignoranza
  9. Il lavoro
  10. Le informazioni
  11. Ordine femminile
  12. La cronaca nera
  13. Le chiese
  14. I centri commerciali
  15. I succhi

 

1. Bianco e nero, alla ricerca del diverso

Ai brasiliani piacciono le bianche, alle bianche straniere piacciono i brasiliani neri, ma alle brasiliane bianche non piacciono i neri. Ci uscirebbe una formula con questi concetti.
Per un brasiliano, quando la donna ha la pelle bianca e magari i capelli biondi e gli occhi chiari è già bella anche se magari bella non è. Se poi ha qualche chilo in più (anche 10-15 kg in più) è ancora più bella.
Donne italiane, se volete fare stragi di cuori in Brasile ricordate questi 4 punti: pelle chiara (non abbronzatevi troppo), capelli chiari (anche tinti vanno bene), occhi chiari e kg in più. Più di questi punti avete e più successo avrete, anche se non siete belle.

E la donna bianca che gusti ha?

La gringa (turista) bianca adora i neri. Più son neri e più piacciono. I mulatti già perdono un po’ di punti. Ad Arraial, meta molto frequentata dai turisti, i neri locali avevano tutti la loro bianca gringa al fianco.

C’è però una variante alla regola: alla brasiliana bianca non piacciono per niente i neri.

Nell’ostello di Arraial un giorno un brasiliano nero si mise insieme ad una brasiliana carina. Il giorno dopo la lasciò perché si mise insieme ad una ragazza inglese, bionda con occhi azzurri e decisamente soprappeso. Ma diciamo pure che era un vero “cesso”. Solo che aveva la pelle bianchissima, e quindi più punti rispetto alla brasiliana, carina ma mulatta.
De gustibus.

2. Camminare per strada in Brasile

Se già spesso inciampo camminando sopra un liscio pavimento di marmo, nei primi giorni in Brasile ero un vero disastro, inciampi continui. Questo perché i marciapiedi, quando ci sono, sono delle vere e proprie trappole: tombini aperti, buchi vari, gradini improvvisi, paletti segati a 10 cm da terra, fili bassi tesi, scale con un solo gradino diverso da tutti gli altri e così via.
Se si vuole salvare le proprie gambe, bisogna SEMPRE guardare dove si mettono i piedi. Ogni volta che non lo si fa l’inciampo è sicuro. Oppure si cammina nell’asfalto, molto più regolare dei marciapiedi.

3. Il viaggio musicale

I primi 6 mesi del giro del mondo sono stati, anche, un viaggio musicale fra i diversi ritmi e melodie della musica latina. Dalle struggenti note del tango a Buenos Aires allo scatenato samba di Rio, dall’energico axè di Bahia al rilassante reggae di Sao Luis, dal forrò e seresta del Maranhao all’allegra brega del Parà, per finire con la salsa e reggaetton del Venezuela. Ogni stato/regione con la sua musica specifica e diversa, così come l’aspetto e il carattere della sua gente. Una tale diversità musicale non si riscontra, credo, in nessun altro continente, così come da nessun altra parte la musica fa così parte integrante della vita di ogni giorno, ascoltata in ogni ambiente e momento della giornata (casa, lavoro, bar, strada, negozi, autobus o auto, etc.). E questo in misura sempre maggiore man mano che ci si avvicina all’equatore.
Un esempio limite è costituito dagli autobus cittadini venezuelani, soprattutto quelli delle località vicine ai Carabi che, a fianco all’autista, avevano quasi sempre una grande cassa di altoparlanti che emetteva musica ad altissimo volume. Salsa, merengue o reggaetton.

Ora vi lascio alcuni esempi di musica brasiliana, così se andate in questo paese sapete riconoscere i vari stili musicali.
(Per scaricare, come sempre, click con il tasto destro del mouse e poi “salva oggetto con nome…”)

Samba Enredo

Samba Pagode

Axè

Forrò

4. La quiete pubblica

Strettamente correlata al tema musicale è l’assenza di quella che da noi viene chiamata “quiete pubblica”. Qui in Sud America non esiste affatto!
Discoteche con porte e finestre sempre aperte anche a notte fonda e al centro di una città, musica dal vivo spesso all’esterno dei locali (dentro c’è caldo), auto con altoparlanti che occupano tutto il cofano posteriore e che emettono musica a volume altissimo, sono questi gli esempi più evidenti.
Ricordo a Sao Luis che, nella discoteca che c’era al centro, il volume della musica in strada era identico a quello dentro il locale, anzi la musica veniva diffusa apposta fuori per richiamare le persone. E fino alle 4 del mattino! Tant’è che chi non aveva soldi per entrare si piazzava fuori dalla discoteca e si divertiva lo stesso. Allo stesso modo può capitare che il sabato il vicino di casa organizzi una festicciola nel cortile con musica alta tutta la notte. Qui viene tollerato perché non è indice di maleducazione (come da noi). Semplicemente la “quiete pubblica” non esiste e quindi il problema neanche si pone.
Se penso che nella mia città un pensionato è riuscito a far vietare la musica nei bar del centro, d’estate, con querele e processi lunghi un paio d’anni, perché aveva una finestra che dava nel corso centrale. Sarebbero bastati due tappi di cera da 20 centesimi! Con i soldi che ha ottenuto spero si compri un bel viaggio un una località qualsiasi dei Carabi, così scopre veramente com’è la musica a volume alto.

5. La festa

Qui in Sudamerica “festa” (in portoghese) e “fiesta” (in spagnolo) non son la semplice traduzione della analoga parola italiana, ma molto di più. Per festa si intende uscire, incontrare gli amici, andare a sentire musica, a ballare in discoteca o anche solo nella piazza più vicina con l’autoradio a tutto volume e il cofano aperto, mangiare insieme, bere, corteggiare o farsi corteggiare, non pensare ad altro se non a passare una allegra serata. Non c’è spazio per i problemi durante la “fiesta”. A quelli si penserà il giorno dopo.

E durante la festa non ci si litiga.

A Rio in più di un mese e in tante feste in cui son stato non ho mai visto, mai, una sola rissa. Di ciò ricordo si meravigliò anche una ragazza scozzese che c’era in ostello, la quale mi disse che in Scozia, verso fine serata quando l’alcool bevuto inizia ad essere tanto, le risse sono una costante di ogni festa. E anche in Italia se ne vedono quasi in ogni discoteca (discoteche di musica latina escluse! : – )). Unica eccezione sudamericana è stata Salvador, dove durante la grande festa di carnevale le risse erano abbondanti. Ma questa è l’eccezione che conferma la regola, dovuta al temperamento particolarmente vivace dei bahiani.

…. continua fra 2 giorni.

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