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Ago122007

(MELBOURNE/1) Gli “aussie” con l’ecstasy, il tassista somalo, gli insegnanti italiani

Gli “aussie” con l’ecstasy e il tassista somalo

Nonostante alcune sere sia uscito con Alicia, coreana, e una sera con tre italiani del forum TripAustralia, devo dire che a Sydney son stato il più del tempo da solo, anche se di giorno c’erano tanti luoghi in cui andare. Arrivato quindi a Melbourne, e per di più di sabato, la sera, per conoscere un pò di gente, decido di adottare la tecnica che usavo in sud America: andare in un pub, bere qualche birra e aspettare, prima o poi qualcuno si conosce.
E così succede, infatti dopo breve tempo conosco 3 ragazzi australiani, già abbastanza alticci, e mi unisco al loro tavolo. Passiamo qualche ora insieme, girando diversi pub, finché loro si comprano una pastiglia di ecstasy a testa e in breve tempo iniziano a perdere colpi. Appena entriamo in un locale più grande, infatti, li perdo in fretta.

Provo allora ad andare in centro dove ci dovrebbe essere l’unico locale di salsa della città, ma quando arrivo scopro che oggi c’è altra musica, oltre ad una fila lunghissima e a 20 aus$ che bisogna pagare per entrare. Ok, la serata finisce qui.
Un bel kebab e inizio a rientrare. Ma se all’andata un bel pezzo l’ho fatto a piedi (+ tram), a quest’ora della notte il tram non c’è più e mi tocca, ahimè, prendere il taxi (4 km). Provo a contrattare il prezzo: uno mi chiede 30$, il secondo 15: facile scelta, prendo il secondo. L’autista è somalo, e come viene a sapere che sono italiano mi ricorda subito che l’Italia in passato ha colonizzato il suo paese. “Acc, ora mi spella”, penso subito!
Passano i minuti, il tassametro raggiunge i 15$ e… li supera anche!!
“Ma come, non mi hai detto 15$?”
“Si, ma c’era traffico e comunque il prezzo finale lo decide il tassametro”
“E perché allora non lo spegni il tassametro? Tanto il taxi è tuo”
“E no, qui non si può, è proibito. In Italia fate così?”
“In Italia i tassisti fanno quello che gli pare”
“Si, si, Italia mafia, qui non si può”
“Ok, allora quando arrivi a 20$ ti fermi e scendo. Continuo a piedi, tanto non manca molto, non c’è problema”.

Arriviamo così a 20 $, ma anziché fermarsi spegne il tassametro e… continua! Mi regala l’ultimo pezzo di strada. Poco prima mi ha raccontato che il padre ha vissuto l’occupazione italiana, e ha anche imparato la nostra lingua. Per una volta, ho pensato, avrebbe potuto prendersi una piccola soddisfazione personale facendomi pagare di più, ma non l’ha fatto. Brava persona.

Ps: se mi avrebbe fatto pagare di più non avrei scritto “Brava persona”. Basta poco, a volte, per apparire “bravi” nei confronti degli altri. 🙂

Ok, post noioso credo, proviamo con quest’altro.

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Albert Park Lake, St. Kilda (Melbourne)

Albert Park Lake, St. Kilda (Melbourne)

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Gli insegnanti italiani

Una tranquilla domenica pomeriggio, nella fredda Melbourne, prendo la bici in uso gratuito dell’ostello e giro per St. Kilda, il quartiere vicino al mare dove alloggio. Mentre passo sopra un piccolo ponte sento parlare italiano da due ragazze e così inizio a parlarci. Sono le prime italiane che incontro a Melbourne, e poco dopo ne arriva un terzo. Sono tre neolaureati che sono venuti in Australia per insegnare italiano all’università. Pare ci siano diversi australiani interessati alla nostra lingua.
Dopo chiacchiere sul mio viaggio, inizio io ad intervistarli, visto che ci son già tanto tempo in Australia. Gli chiedo se rimarrebbero a vivere qui e tutti e tre mi dicono di… no! Mi confermano un’impressione che avevo avuto anch’io alla quale però, a causa della mia breve permanenza australiana, non avevo dato molto peso. Mi dicono che a livello umano sentono il gelo in Australia (rispetto all’Italia), le persone sono molto fredde. E’ facile conoscere gente e sono sempre tutti molto cordiali e pronti a dare un aiuto, ma non vanno oltre. Le amicizie sono leggere e volatili. E me lo dicono dopo aver fatto prima un anno di WHV (il permesso di un anno di cui avevo parlato qui) e ora altri 6 mesi di lavoro. Avranno ragione?
Io, se faccio il confronto con i popoli latini, non posso che credergli pienamente. Ma questo confronto sarebbe meglio farlo non con la gente latina, troppo diversa, piuttosto con gli altri popoli analoghi, come inglesi, olandesi, tedeschi, americani, etc. Forse (non ho esperienza in materia), in questo caso, “vincerebbero” gli “aussie”!.

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