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Apr272008

HONG KONG/4: un mese per caso

Ad Hong Kong, nel mio itinerario di viaggio preparato prima di partire e scritto… nell’acqua, avevo programmato di fermarmi 4 o 5 giorni, il tempo necessario per richiedere il visto per la Cina. Invece poi, una volta arrivato, sono ripartito… un mese dopo! E questo nonostante i costi di questa bella città siano più alti degli altri paesi asiatici vicini (ma comunque più bassi dell’Italia).

Perché?

La salsa
I motivi sono tanti, ma quello principale riguarda senza dubbio la mia seconda passione (dopo i viaggi): la salsa. Il prossimo post sarà dedicato esclusivamente a questo ballo, ma qualcosa la posso scrivere anche qui.
Ogni volta che parlo della salsa in Asia molti si meravigliano, pensando che questo sia un ballo diffuso esclusivamente in America latina, e più recentemente in Europa. Invece la salsa è presente anche in Asia e Oceania, e in genere in quasi tutte le capitali del mondo. Più precisamente posso dire che si ritrova nei paesi ricchi o nelle 2 o 3 città più importanti di ogni paese, dove appunto risiedono solitamente le persone più agiate. Questo perché per impararla è necessario frequentare a lungo delle scuole o corsi che, al pari di altre arti o sport (che so, tennis, pianoforte, danza classica, etc) hanno i loro costi.
Così in Vietnam è presente ad Hanoi e Ho Chi Min City, mentre è assente nel resto del (povero) paese. In Thailandia solo a Bangkok, e così via.

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Salsa Hong Kong

Una ballerina di salsa (a sinistra!)

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Ad Hong Kong, il primo aspetto in proposito che mi stupì (piacevolmente) fu che qui le ragazze invitavano spesso, e a volte facevano anche la fila per invitarmi! Per chi non conosce la salsa (e i balli in generale), da noi l’usanza (pessima usanza!) vuole che sia l’uomo ad invitare la donna, la quale poi (in Italia in particolare, paese con grande diffusione di “dive”) non poche volte “se la tira” e rifiuta l’invito. Ad Hong Kong questo non succedeva mai.
Ricordo con piacere una sera, in un club di salsa, dove vidi una ragazza cinese bellissima, alta, sembrava uscita da una rivista di bellezza, la quale, per di più, ballava stupendamente. Provai, un po’ timoroso, ad invitarla e lei, con un grande sorriso, accettò subito, e più tardi mi concesse anche il bis. Chiesi in giro e mi dissero che era una ballerina professionista che lavorava a Disneyland (qui ad Hong Kong). Bè, posso dire che quei due balli da soli valevano tutto il mio viaggio ad Hong Kong! 🙂

Gli amici
E poi, grazie alla salsa (ma non solo), ho fatto tante amicizie (e pensare che prima di arrivare in Cina pensavo fosse difficile socializzare!). Fra le tante persone conosciute, ricordo: tantissimi ballerini/e di salsa, con i quali dopo i balli si usciva insieme a cenare (alle 2 di notte); Ilan, israeliano alla fine del suo giro del mondo di 2 anni; Luca, italiano che lavora qui da 7 anni; due simpatici romani che son venuti qui a comprare imitazioni di Ipod da rivendere in Italia su eBay; un paio di insegnanti inglesi di inglese; etc. etc. Gli ultimi giorni infine ho conosciuto una ragazza cinese, Jonie, che nel suo tempo libero mi ha scorrazzato per la città e dintorni con la sua vespa: un pomeriggio in spiaggia (non era granché il mare, ma nel vicino bar la domenica pomeriggio… si ballava salsa! :-)), una visita ai “New Territories” (zona periferica di Hong Kong senza grattacieli, con case basse e spaziose, poco traffico, gente che pesca sul lungomare, silenzio e quiete – un luogo quasi irreale per Hong Kong, sempre affollata di persone in continuo movimento), un giorno a Macao, una sera ad un Karaoke (in Asia popolarissimo), un altro giorno a visitare la sua scuola di hip-hop, etc.
Ogni volta che, ancor oggi, quando mi capita di parlare con qualcuno sul giro del mondo, spesso mi sento dire:”Ma da solo non ti annoiavi?”, mi viene da ridere! 😀
Jonie, come molti cinesi di Hong Kong, parlava un perfetto inglese, aveva una laurea presa in Inghilterra, un buon lavoro (con stipendio più alto della media italiana, però con solo due settimane di ferie!) e mi ha dato tante interessanti informazioni su Hong Kong e sui cinesi. Come ho già scritto tante volte, è piacevole parlare con persone istruite di altri paesi: nonostante l’enorme differenza di usanze e cultura, ci si capisce subito. Ricordo sempre i “salti mortali” che dovevo fare in Brasile per spiegare o parlare di alcuni argomenti (ne avevo parlato qui). E Hong Kong è la città ideale per entrare in contatto con la cultura cinese, perché via di mezzo fra l’antica cultura orientale e le modernità di una città simil-occidentale.

Dopo aver rinviato la partenza più di una volta (questo fatto mi ricorda tanto il Brasile!), arriva il giorno in cui finalmente mi decido e saldo così il conto dell’hotel, mi informo sui treni del giorno dopo, preparo lo zaino e, per chiudere in bellezza, vado all’ultima serata di salsa. Ma poi fra club di salsa, altri pub nei dintorni, giri con gli amici, ristorantino etc., rientro in camera… alle 8 di mattina! Rinvio così ancora di un giorno, che poi si trasforma in un’altra settimana 🙂

Hong Kong…. chi l’avrebbe mai detto. E ci sono anche finito per caso, dato che è stata una tappa aggiuntami dall’agenzia di viaggio per far combaciare altri voli. Anche questa volta il caso mi ha regalato una felice tappa, più di altre tappe programmate in anticipo.

Il diverso
Non sono pochi qui gli occidentali presenti, ma se si esce dai soliti giri (vie e luoghi centrali), tutto cambia.
Un giorno, rientrando dagli uffici dell’ufficio immigrazione, provo a cambiare strada così tanto che dopo un po’ mi perdo e, non so come, finisco in un moderno palazzo dove dei ragazzi stanno allestendo una mostra d’arte. Si tratta principalmente di grafica pubblicitaria, ma l’esibizione è arricchita da sfilate di (eccentrica!) moda, spettacoli di illusionismo, foto, etc. Gironzolo incuriosito fra i vari stand, tutti preparati da artisti giovanissimi, e mi accorgo ben presto di essere l’unico con la faccia non asiatica. Provo a fare qualche foto qui e li, come al solito con un po’ d’imbarazzo per il timore di disturbare, ma dopo un po’ mi fermano due giovani artisti chiedendomi se mi potevo fare una foto con loro. Gulp!
Scena non nuova questa ma che ogni volta mi sorprende. Così come io adoro farmi una foto con qualcuno molto diverso da me, lo stesso vale per “loro”. Ora sono io qui il diverso, e quindi oggetto di simpatiche attenzioni. 🙂

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Sfilata moda Hong Kong

Sfilata di moda

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Macao
Ex colonia portoghese, dal 1999 è passata alla Cina, proprio come Hong Kong due anni prima. Ci sono andato contento perché pensavo fosse qui possibile parlare anche portoghese, e fare così un piccolo “tuffo” indietro nei ricordi brasiliani. Negativo! Nessuno (dei giovani) lo sapeva parlare, l’unico portoghese si poteva leggere nei cartelli segnaletici bilingui (cinese/portoghese).
Centro storico interessante, la città però appare nel complesso trasandata e meno moderna della “cugina” vicina, Hong Kong. La “cura” inglese si rivela anche qui più efficace di quella dei paesi latini come Spagna e Portogallo (verso le loro colonie).

Una curiosità.
Da quando è passata ai cinesi, Macao è stata in gran parte “rivoltata” e si sono iniziati a costruire casinò su casinò. Nel 2006 il volume d’affari dei casinò di Macao ha superato quello della ex detentrice di questo titolo, l’americana Las Vegas.
Quest’anno hanno costruito una copia ingrandita del già enorme “The Venetian”, casinò di Las Vegas, costituito da una riproduzione di Piazza San Marco di Venezia con tanto di campanile e gondole che girano intorno (il The Venetian di Macao sarà il terzo edificio più grande del mondo per superficie coperta). Io ci son passato proprio il giorno prima dell’inaugurazione, prevista per il 28.08, alle ore 8 (i cinesi sono fanatici per il numero 8, anche le Olimpiadi inizieranno l’8.08.08!).
Pare ci sia la mafia cinese (che si chama “triade”) dietro tutti questi casinò, usati per riciclare denaro (voci sentite ad Hong Kong). Io ho fatto solo un breve giro all’interno di “Sands”, il più grande casinò del mondo, e ricordo che quando ho provato a fare qualche foto a tutto quel lusso sono stato subito ripreso (abbastanza seriamente) dalla vigilanza, tutti con certe brutte facce…

Sapete come si chiama la moneta di Macao? Pataca! 😀

Ciao!

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Macao centro storico

Il centro storico a Macao

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1 comment to HONG KONG/4: un mese per caso

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