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Feb262008

HONG KONG/2: destreggiandosi fra ristoranti e usanze strane

Superato il problema alloggio, sono ansioso di cercare di inserirmi in questa società cinese che, nel bene e nel male, tanto ha fatto parlare di sé nell’ultimo decennio, curiosissimo di scoprire più di quel che so. E questo inserimento e studio ad Hong Kong è meno complicato del resto della Cina, sia per il fatto che qui molte persone parlano inglese e sia perché i costumi di vita locali, a causa della passata ma comunque recente colonizzazione inglese, sono un po’ più simili ai nostri occidentali.

Le prime grosse (ma simpatiche) differenze culturali si riscontrano quando si va a mangiare. Qui, come in gran parte dell’Asia, a tavola si usano le bacchette, anche se quasi sempre ci son disponibili anche le nostre care posate. Imparare ad usare le bacchette non è poi difficilissimo; il problema del ritardo con cui ho imparato è dovuto al fatto che all’inizio ci vuole un po’ di pazienza e di pratica per cui, quando si ha fame e si ha davanti un ottimo e succulento piatto fumante che aspetta solo di essere mangiato, la pazienza finisce rapidamente, si buttano via le bacchette, si prende la prima forchetta vicina e si rimanda l’allenamento al giorno dopo!
Finché una sera un’amica cinese, conosciuta in una discoteca di salsa, mi ha insegnato una regola semplice ma basilare: si deve muovere solo una bacchetta, l’altra rimane ferma, di appoggio.

Nel ristorante dove vado ogni giorno si divide spesso il tavolo con altri clienti (come scrivevo nel precedente post, lo spazio è molto importante ad Hong Kong) il che mi permette sia di scambiare qualche chiacchiera con i miei vicini, sia di scoprire altri interessanti aspetti locali.
E così un giorno, mentre ero beatamente seduto a tavola assaporando con piacere il mio piatto preferito, i Singapore noodles (spaghetti di riso con verdure cotte, gamberetti, uovo, salse), si siede di fronte a me un signore cinese che ordina una zuppa con spaghettini, brodo e pezzetti di ali di pollo.
In tutti i paesi asiatici dove si usano le bacchette, il coltello a tavola non esiste. Il coltello sono i denti. Di solito tutti i cibi son tagliati dal cuoco in pezzi piccoli (le bistecche, infatti, non esistono), ma se proprio c’è qualche pezzo di cibo grande, questo si porta in bocca con le bacchette, e poi con gli incisivi si taglia.
Il simpatico signore rosicchia così le ali di pollo, sputando poi gli ossi sopra il tavolo, poi beve il brodo facendo sentire bene come lo aspira dal cucchiaio, infine poggia le bacchette, apre la bocca e…. BROOOTT! Grande rutto finale a bocca aperta! 😮

Ok, il signore ha digerito, penso. 🙂

So che a noi può sembrare strano, ma qui non si tratta di maleducazione. Il rutto sonoro in tanti paesi asiatici è normale (per tutti, uomini e donne) come da noi è normale, per esempio, starnutire o soffiarsi il naso. Non è giusto il nostro “standard” e sbagliato il loro, e viceversa. Semplicemente sono usanze diverse, valide tutte nei rispettivi paesi d’origine. Se magari Monsignor Giovanni Della Casa, che intorno al 1550 scrisse il Galateo (letto poco fa su Wikipedia) fosse nato in Cina anziché in Italia, forse saremmo noi adesso a ruttare e sputare tranquillamente a destra e a manca, e i cinesi ci guarderebbero schifati! 🙂

Nota informativa sui ristoranti di Hong Kong.

Ad Hong Kong ci sono fondamentalmente due tipi di ristoranti:

a) ristoranti “belli”, dove l’arredamento è curato, c’è l’aria condizionata, il personale parla inglese e il menù è bilingue (cinese-inglese); qui prezzi alti, simili all’Italia o poco più bassi;
b) ristoranti “alla buona”, dove l’arredamento è economico, fa molto caldo, il personale non sa una parola d’inglese oltre “hello” e il menù è solo in cinese. Prezzi bassissimi, nella media del Sud-Est asiatico, o poco più.

Il cibo è buono in entrambi.

Ovviamente io sono andato in cerca dei ristoranti “b” e, dopo varie peripezie e piatti ordinati assolutamente a caso, riesco a trovarne uno eccellente: prezzi di tipo “b” ma menù anche in inglese e, cosa utilissima in Cina, con tante foto. Il personale non parlava inglese per cui anche la più piccola variazione al menù o informazione sui piatti era impossibile, ma si mangiava ottimamente. E c’era l’aria condizionata! (Indirizzo alla fine di tutti i post su Hong Kong).

Devo infine aggiungere che (questa la devo scrivere perché sarà una delle FAQ – “domande più richieste” – più gettonate al ritorno), nonostante in Italia non mi sia mai piaciuto mangiare nei ristoranti cinesi, qui ad Hong Kong ho trovato la cucina più buona di tutto il mio giro del mondo (superata poi l’ultimo mese solo dalla cucina tailandese, anche se poi non troppo diversa). E il bello, oltre a tanti sapori nuovi, è che è molto varia, mentre il principale difetto di quella sudamericana è proprio il fatto che è troppo monotona, pur se non cattiva.

Ecco qui sotto il mio piatto preferito ad Hong Kong, e sotto un altro simile. 😛

Ciao!

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Noodles

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Noodles Hong Kong

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2 comments to HONG KONG/2: destreggiandosi fra ristoranti e usanze strane

  • Patty

    In Thailandia avevo letto da qualke parte, o forse proprio sulla guida della Lonely Planet “Il meglio di Bangkok” ke qnd c si ritrova in qst tipo di ristoranti di noodle’s soup (quindi le posate sn le bacchette x pinzare il cibo e il cucchiaio x il brodo) è maleducazione infilarsi il cucchiaio in bocca xkè qst serve solo x “rovesciarsi” il brodo in bocca. Secondo me è x qst ke in Asia fanno dei rumori assurdi qnd mangiano le zuppe… cioè devono succhiare il liquido dal cucchiaio x riuscire nell’intento.
    Spero di essermi spiegata…..

  • –> Patty
    Si? Questa non la sapevo.
    Grazie, ciao!

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