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Apr12009

(Brevi) cenni storici sul Nicaragua

(Brevi) cenni storici sul Nicaragua, a cura di travelbaila.it

Le fortune di molti paesi sono molto spesso le loro disgrazie più grandi. Vedasi il petrolio per l’Iraq, le risorse minerarie per molti paesi africani e… quelle naturali per il povero Nicaragua. E quali sono queste risorse?
Il gioiello del Nicaragua sono le sue acque interne. E’ attraversata infatti orizzontalmente dal fiume San Juan, navigabile dal mar dei Caraibi fino al lago di Nicaragua, enorme bacino acquifero che arriva fino a meno di 20 km in linea d’aria dall’oceano Pacifico. Sarebbe bastato tagliare quel pezzo di terra (tratto più corto di quello che si è poi tagliato a Panama) per creare quello che poi gli Stati Uniti hanno creato alcune centinaia di chilometri più a sud, e cioè un canale di congiunzione fra i due oceani, utilissimo per le navigazioni commerciali.

Quando quest’idea venne in mente ad uno dei diversi dittatori succedutisi in Nicaragua, agli inizi del 20° secolo, gli USA avevano già avviato il loro progetto a Panama e non gradirono l’iniziativa nicaraguense. Basti pensare che oggi le imbarcazioni, per poter attraversare il canale di Panama (fino a solo 9 anni fa di proprietà statunitense, ora invece finalmente di Panama) pagano una media di 30000 dollari per barca, con punte di oltre 300.000 $ per le grosse navi – container. Insomma, tanti soldi in ballo, motivo sempre più che sufficiente per alcuni governi per iniziare nuove guerre.
Prima incoraggiando e armando l’opposizione conservatrice interna, poi intervenendo direttamente con i marines nonché installando governi “fantoccio”, l’intervento americano non si concluse con il conseguimento dei diritti a vita sulla costruzione del canale in Nicaragua (che non volevano costruire, ma volevano che nessun altro lo facesse). Ormai il controllo del territorio gli faceva troppo comodo, per cui la CIA continuò a supportare i vari dittatori che si susseguirono (compresi i tre famigerati Somoza, padre + figlio + figlio). In compenso usarono il Nicaragua come base sia per gli attacchi al governo del Guatemala, sia per la (fallita) invasione di Cuba del 1961.
La “perla” finale del nefasto intervento americano in Nicaragua avvenne per merito di Ronald Reagan, negli anni ’80 il quale, dopo solo un paio di anni da quando i rivoluzionari di sinistra (i “sandinisti”, nome derivato da Augusto Sandino, importante rivoluzionario Nicaraguense) erano riusciti a sconfiggere l’ultimo dittatore e salire al meritato governo del paese, creò e finanziò uno spietato corpo militare di ex-soldati delle precedenti dittature e mercenari vari denominati “contras”. Le loro basi si trovavano nei 2 paesi confinanti, sempre sotto loro influenza: Costarica e Honduras.
La tremenda guerra fratricida che ne seguì finì solo nel 1989, sia per la vittoria militare dei sandinisti, sia per la scoperta dei fondi segreti (scandalo Irangate) che la CIA inviava ai contras, provenienti dalla vendita di armi all’Iran (oggi invece “paese canaglia”).

Sembrano storie vecchie e noiose (che qui peraltro ho molto sintetizzato) però sono sempre di estrema attualità. Un esempio (fra i tanti)?

(Da Wikipedia)

USA (Storia del Nicaragua)

John Negroponte fu l’ambasciatore Usa in Honduras, proprio in quegli anni. Secondo non solo i suoi oppositori, ma anche importanti giornali come il New York Times, “condusse la strategia occulta dell’amministrazione Reagan per sconfiggere il governo sandinista in Nicaragua” (Ronald Reagan aveva il timore di un paese comunista in America Centrale). Durante il suo incarico le violazioni dei diritti umani in Honduras divennero sistematiche.

Per esempio fu il supervisore della costruzione di alcune basi di addestramento dei contras (addestramento da parte della CIA), basi dove in seguito alcuni scavi portarono al ritrovamento di centinaia di cadaveri, appartenenti non solo agli oppositori qui incarcerati e torturati ma anche a missionari americani.
Poi fu anche l’organizzatore della strategia del terrore e degli spietati squadroni della morte controrivoluzionari.

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Una “chicca” recente.

John Dimitri Negroponte, secondo alcune teorie, è stato esplicitamente indicato come mandante dell’assassinio di Nicola Calipari, funzionario italiano del Sismi, in Iraq.

L’elenco delle sue malefatte sarebbe lungo, ma nonostante tutto John Dimitri Negroponte non è sparito dalla circolazione, né tantomeno è mai stato processato, anzi…. dove sarà mai finito???

Durante il governo di George W Bush, ricoprirà gli incarichi di ambasciatore USA presso l’ONU, poi ambasciatore USA in Iraq… (e, guarda caso, anche qui le torture non sono mancate – applicò infatti la stessa “opzione Salvador”, il metodo da lui usato in centro America), …e, infine, addirittura numero due del Dipartimento di Stato, vice di Condoleeza Rice (quindi fino a pochi mesi fa).

Conclusione

Fra i diversi dittatori susseguitisi in Nicaragua nell’ultimo secolo, la guerra civile, alcuni governi corrotti, il pesante zampino di altri paesi e un devastante terremoto nel 1972, il risultato è che oggi è il paese più povero dell’America centrale.
Molto diverso dal confinante Costarica che, non avendo avuto nessuna guerra importante ed essendo stato lasciato libero di utilizzare le sue risorse naturali, è diventato oggi il paese più benestante (sempre fra i grandi paesi) del centro America.

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Negroponte (Storia del Nicaragua)

John Negroponte (il dentino nero è un omaggio personale :-D)

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Nicaragua (Storia del Nicaragua)

Nicaragua, una via centrale

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Mar302009

MANAGUA – L’operazione “Palmo Di Naso”

Dopo mesi di quasi totale inattività, si rianima il blog con i racconti dal punto in cui mi ero fermato, cioè poco dopo l’arrivo in Nicaragua.
Qui sono a Managua, i primi giorni dell’arrivo.
Ciao!

L’operazione “Palmo Di Naso”

Dopo aver “tastato” alcuni comedores (letteralmente si traduce in “mangiatoia” :-), ma significa “locali in cui si mangia”), individuo il mio preferito in un esteticamente assai misero bar-ristorante, con 4 tavoli di plastica sistemati sul marciapiede e una piccola cucina vicina. Serve pasti di ottima qualità (il nazionale Gallo pinto – riso bianco fritto con fagioli – una bistecca, insalata e patatine fritte) ad un prezzo eccellente (2,50 dollari). L’unica nota negativa è che si trova a 3 isolati dal mio alloggio, che in questo quartiere “Ticabus” (vedere post precedente) non sono pochi, soprattutto di notte. In risposta ai furbastri e scroccatori vari della zona elaboro allora la tecnica “Palmo Di Naso”, che sembra funzionare sempre. I balordi infatti ogni volta si avvicinano con molta indifferenza, inquadrandomi da lontano e dirigendosi verso di me facendo finta di incrociare casualmente la mia strada. Quando siamo di fronte scatta qualche solita frase di circostanza e poi chiedono qualche soldo. Il problema è che queste vie sono quasi sempre deserte, quindi non è facile rifiutare perché c’è sempre il dubbio di come codesto scassa palle possa reagire. E quindi a volte è meglio pagare (10 cordobas sono sufficienti, mezzo dollaro) ma, per evitare ogni contatto, io preferisco la mia tecnica P.D.N., molto più appagante del “pedaggio” obbligato.

Funzionamento.

Il balordo, come detto, mi ha già inquadrato ed ha iniziato la sua tecnica di abbordaggio, avvicinandosi con disinvoltura per non allarmare il suo obiettivo. Quando siamo abbastanza vicini …. continua a leggere qui >>

Nov222008

Nicaragua: America latina!

Nel volo fra Cuba e il Nicaragua, ho una sosta per cambio aereo a San Josè, in Costarica. Qui ho il tempo per un pranzo, e mi reco nel luogo più economico dell’aeroporto (tutto caro qui, prezzi “europei”!), il fast-food. E qui non posso non rimanere quasi sbalordito!
Nulla di speciale, ci fossi passato in un altro momento non avrei notato nulla, ma dopo una permanenza in un paese come Cuba tante cose cambiano, anche la percezione della normale quotidianità. Ordino infatti un panino, delle patatine e una bibita, e il tutto mi viene servito in un vassoio di plastica (riciclabile) con un sopravassoio di carta (usa e getta), bicchiere di plastica (usa e getta), un mazzo di tovaglioli, buste, cannucce, bustine di salse, scatola di plastica del panino, posate di plastica. Insomma, con un solo mini-pasto produco una grande quantità di rifiuti. Io come le centinaia di persone che ogni giorno passano qui (discorso valido anche per l’Italia).
E poi sono circondato al 90% di americani, molti di loro obesi, che contribuiscono ad aumentare la percezione di opulenza e spreco di questo luogo (a parte il fatto che i loro governi sono una delle cause della rovina di Cuba).
Insomma, mangio ma non mi godo il pasto. Rimpiango già quei bicchieri improvvisati o la grande penuria di plastica di Cuba, pur se mi trovo più fra i miei “simili” ora che prima.
Però dopo pranzo, aspettando il volo successivo, mi “ciuccio” almeno 6 ore di internet gratis, veloce e Wi-Fi, dopo oltre un mese di quello lentissimo, caro e su pc locali che c’era a Cuba. E allora l’aeroporto di San Josè, Costarica, riacquista punti! 🙂

Le stesse sensazioni del fast-food costaricense le provo i primi giorni a Managua, Nicaragua. Il bagno dell’hotel con l’acqua diretta anziché la cisterna, la doccia con acqua abbondante e a pressione, i negozi per strada e i grandi centri commerciali stracarichi di merce da vendere e con vetrine scintillanti. E tutto questo pur se il Nicaragua è uno dei paesi più poveri dell’America Latina .

Ma c’è anche il risvolto della medaglia…

Pur se centrale, il quartiere dove alloggio è molto pericoloso …. continua a leggere qui >>

Set262008

(Lavori nel mondo) Ristorantino italiano “semi-mobile”

Durante i viaggi ho avuto modo di osservare in giro qui e là alcuni lavori che si potrebbero fare nei vari paesi (il giro del mondo in questo caso è stato una vera miniera) per mantenersi in viaggio (o per integrare il mio ora ridotto stipendio). Lavori fatti già da altri che sono partiti prima di me, o anche solo idee su attività con qualche possibilità di successo, anche se piccolo. Non importa guadagnare tanti soldi, ma il tanto giusto per mantenersi in viaggio, e spesso in paesi dove il costo della vita è molto basso.

Spesso è capitato così di incontrare anche altri italiani, gran parte dei quali per mantenersi hanno aperto quella che credo sia l’attività più diffusa fra loro: un ristorante (o pizzeria) italiano.
“Bella Italia”, “Pizza Mia”, “Mamma mia” e altre amenità del genere sono alcuni dei classici nomi usati, uniti al tricolore esposto dappertutto. E la indiscutibile fama della nostra cucina generalmente garantisce ottimi successi, fatto che spesso viene sfruttato anche da altri ristoratori non di origine italiana.

Tutto ciò però non mi ha mai attirato perché presuppone lo stabilirsi in un posto fisso e poi lavorare ogni giorno, e poter quindi viaggiare poco. Per lavorare ogni giorno e rimanere in un posto fisso, pur se bello ed esotico, me ne rimango in Italia – ho sempre pensato. Dopo un po’ la routine subentra perfino nella più bella isola dei Carabi, e ci si annoia. Bisogna sempre cambiare.

Qualche giorno fa invece qui in Nicaragua …. continua a leggere qui >>