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Gen132008

Giacarta: tra Islam e bat-girls

Dopo Bali, sosta a Giacarta, capitale dell’Indonesia, in attesa del volo per Singapore. Non sembrava particolarmente interessante come città, ma un po’ di riposo dopo le 24 ore di autobus da Bali e soprattutto il fatto che è la mia prima volta che mi reco in una città musulmana, mi spingono a rimanere qui almeno 2 giorni. Islamismo che però, nonostante l’Indonesia sia il più grande paese musulmano al mondo, pare molto “leggero” (cioè non fondamentalista) sia nell’aspetto esteriore (si vedono non tante donne con il velo in testa, e quelle che ce l’hanno indossano comunque jeans o altri vestiti tipicamente occidentali) che, come leggo nella mia guida, per il grado di armonia con le altre religioni minori presenti.
Quando, ad alcune ragazze senza velo, provo a chiedere perché non lo indossino, diverse volte mi rispondono:”Perché fa caldo”. Semplice, no? Niente discorsi pro o contro la religione, solo comodità personale. Così è bello, secondo me. Niente precetti, ognuno deve poter fare quello che gli pare.

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ragazza musulmana

Una ragazza musulmana

Due giorni però sono pochi per conoscere gente (che non siano turisti stranieri) e allora la seconda notte, per passare la serata, cerco su internet qualche locale dove si balla salsa. Di solito nelle capitali asiatiche qualche comunità “salsera” c’è sempre. Trovo così un solo indirizzo, il BATS, locale sito sotto la hall del grande e lussuoso Shangri-La Hotel. Tanto lussuoso che, quando ci arrivo, i portieri in divisa all’ingresso mi aprono la portina del taxi, mi fanno un inchino e mi aprono le grandi porte di quell’hotel di lusso dandomi il benvenuto. Ma… a me?? Mi trovo spiazzato. “Lei non sa chi sono io”, mi viene da pensare, “io ho dormito nei peggiori hotel brasiliani, lo sappia, e mi son anche preso gli acari!”. 😀

Dentro il BATS ci sono tante ragazze bellissime …. continua a leggere qui >>

Gen82008

Ultime tappe di Bali (foto)

Ultime tappe di Bali, come dal precedente racconto.

Foto delle bellissime risaie di Jatiluwih e di tutto ciò che c’era intorno, con tappa finale nella spiaggia di Kuta.

Bali, un altro luogo fantastico dove, prima o poi, ritornarci. 🙂

Ciao!

FOTO Jatiluwih (e Ubud e Kuta) (66)

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Gen42008

Gli dei di Bali

Dopo le isole Gili ritorno a Kuta, la mia prima tappa di Bali. Devo infatti ancora capire come arrivare a Singapore, da dove ho il prossimo volo fra pochi giorni. Inizia a sentirsi la mancanza della comoda Lonely Planet. A Bali infatti non ci sono punti di informazione turistica “liberi”, cioè ufficiali. Ci sono si tante insegne con scritto “tourist informations”, ma sono tutte agenzie private che cercano solo di vendere le loro escursioni. Se chiedo informazioni su un argomento “A”, prima mi illustrano tutti i loro programmi da “B” a “Z”, poi mi dicono qualcosa sulla mia richiesta ”A”, informazioni però contrastanti con quelle avute da una precedente agenzia visitata, e quindi inservibili.

Così un giorno, al mio ennesimo tentativo di sapere come arrivare a Giacarta in bus, dopo che un tizio di un’agenzia turistica, superati i convenevoli di rito (ciao, come stai, quanti giorni a Bali, Italia, Roberto Baggio, Totti, etc) mi illustra i suoi “originali” tour (dal Kayak al rafting, dalle escursioni in groppa ad elefanti alle crociere in yacht) mi decido ad acquistare una Lonely Planet sul sud-est asiatico, usata e in inglese, in una bancarella. E in due minuti scopro che c’è un bus giornaliero dalla vicina Denpasar che in 24 ore, al prezzo di 20 euro, mi porta nella capitale indonesiana. Semplice, no? Concludendo, a parer mio si può fare a meno di una guida di viaggio in paesi più moderni tipo Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Europa etc, dove ci sono ottimi servizi informativi pubblici che ti danno chili (nel vero senso della parola) di depliant gratis, mentre diventa indispensabile nei paesi poveri come per esempio l’Indonesia, perché permette di avere facilmente in mano e in breve tempo informazioni su cultura locale, trasporti, visti d’ingresso e luoghi interessanti da visitare.
Nb: non esiste la versione in italiano delle guide Lonely Planet che trattano tanti paesi in un solo volume, come per esempio la LP sul sud-est asiatico o sul sudamerica. Perché? Semplice, perché non le compra nessuno in Italia. Tutti vanno all’estero in un paese per volta, e solitamente per breve tempo. Quando impareranno gli abitanti del belpaese dai fratelli nord-europei?

Gli ultimi giorni a Bali li dedico a uno degli aspetti di quest’isola che ho gradito di più: le escursioni in moto nell’interno.
Dopo aver “spulciato” ben bene tante cartoline in alcuni negozi (lo faccio spesso, permette di avere una rapida visione dei luoghi di maggior bellezza), scelgo la mia prossima meta: Jatiluwih, zona collinare/montuosa verso nord, famosa per le sue spettacolari risaie.

Sveglia presto (per me, cioè… ehm, le 10) e partenza dopo lento risveglio e lauta colazione (12 e mezza). Giubbotto, maglioncino nello zainetto, piccola mappa, acqua e occhiali da sole. Via!
Broom, broom, broom, broom (4 marce). Naturalmente anche oggi non è possibile arrivarci direttamente, senza soste. Come si fa a Bali? 🙂
Ogni tanto, per esempio, …. continua a leggere qui >>

Dic282007

Isole Gili (Lombok): le foto

Altra puntata di sole foto, questa volta da un vero paradiso indonesiano: le isole Gili, nei pressi della grande isola di Lombok.

Il prossimo post invece sarà un racconto sull’ultima tappa di Bali. 🙂

Ciao ciao!

FOTO isole Gili (59)

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Dic132007

Ubud (Bali): le foto

Bene, dopo qualche settimana (ma… caspita, è già passato un mese!) passata a sistemare alcune cose urgenti (ma cosa alla fine? Bò…), riesco a continuare il blog.
Ritornando alla “vita normale”, e soprattutto riprendendo a lavorare, ma anche aggiungendo gli altri cento impegni quotidiani, si ha il risultato che il tempo libero scarseggia.
Un paio di giorni fa ho letto in un blog di un ragazzo che mi ha scritto (Fabio, qui il suo blog) una recensione su un bel libro di A. De Mello, che ho prontamente inserito nell’elenco dei libri da leggere. Leggendo un brano del libro mi ha colpito questa frase:

“La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”.

Niente di più giusto!
Ho fatto tante cose in questo primo mese dal rientro, ma se mi fermo a pensarci bene mi accorgo… di non aver fatto niente di particolare. Eppure ero sempre impegnato.

Sto già rivedendo i miei programmi futuri di permanenza/partenza!

Per quanto riguarda il blog sul viaggio, ero rimasto a Bali. Prima di continuare a scrivere, però, mi mancavano da inserire le foto delle ultime località visitate, di cui avevo già parlato.

E così ora è il turno delle foto di Ubud, la seconda, bellissima tappa a Bali.

Per capire meglio le foto, date una rilettura veloce a quello che avevo scritto su questa località, in questo post.

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FOTO Ubud, Bali (132)

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Segue un piccolo filmato di 50″ su una processione religiosa, sempre a Ubud.

Ciao!

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Nov182007

Il rientro

Su un Boeing 747, 14.11.2007

“Mentre scrivo sono sopra l’Oceano Atlantico, diretto verso il Sud America…”.
12 mesi fa avevo iniziato così il primo racconto di questo lungo viaggio. Ora sono di nuovo sopra l’oceano (quello indiano) però sto tornando verso l’Italia, e dalla parte opposta. Mai tornare indietro è la regola principale del RTW. Colombo (e altri prima di lui) aveva ragione, la terra è proprio tonda! 🙂
Contrariamente a come temevo tempo fa, sono tranquillo, non sono spaventato dal rientro. Avete presente quella sensazione che si prova quando si è appena finito un normale viaggio (2-4 settimane) o anche una breve vacanza? Un misto di tristezza per la nuova esperienza ormai finita e timore per lo stress di riprendere a lavorare, per la solita routine di prima, etc etc? Bene, nulla di tutto ciò sto provando ora. Niente tristezza quindi ma neanche, nonostante un po’ di stanchezza, posso dire di essere stufo dei viaggi e di non vedere l’ora di rientrare a casa.

Semplicemente… sono soddisfatto.

Tutto è andato alla meraviglia, credo non sarebbe potuto andare meglio. Nessun grosso problema, o anzi solo uno: la scabbia. Nessun grosso furto (solo 5 euro a Rio De Janeiro), e ce l’ha fatta anche il vecchio laptop, comprato usato apposta per questo viaggio, che ho sballottolato intorno al mondo fra i pericoli di furto sudamericani, le scassate strade del Vietnam e le svariate tensioni elettriche dei paesi visitati.
Alla fine non è difficile viaggiare oggi. Certo, un po’ di esperienza in proposito mi è servita per prevenire brutte sorprese (per es. in sud America) o per ripianificare il viaggio verso la fine, quando il tempo mancava per andare in tutti i paesi programmati. Ma, ripeto, non è tutto poi così difficile, anche se si è trattato di un viaggio lungo. Credo da fuori lo si veda difficile, ma vivendolo vi assicuro che lo sembra molto meno. Tante persone, anche incontrate in viaggio, mi dicevano:”Complimenti, hai coraggio”. Ma perché coraggio? Questo veramente non lo capivo, soprattutto in Asia poi.

Però, come dicevo prima, alla fine un po’ di stanchezza la sentivo. E, insieme ad essa, la diminuzione dell’entusiasmo di andare a vedere un paese nuovo. Stava quasi subentrando una “routine da viaggio”, per quanto sembri impossibile. Si, ci vuole una pausa ora. In fondo, se all’inizio non ci volevo assolutamente credere, anche per me è successo ciò che mi avevano detto praticamente tutti i “giramondisti” che avevo incontrato in viaggio. A quelli che incontravo che erano alla fine del loro giro del mondo, la prima cosa che chiedevo sempre era se erano stanchi di viaggiare oppure, se fosse stato possibile, se avrebbero voluto continuare per un altro anno. Tutti mi dissero che erano stanchi (mentalmente) e che sentivano ora il bisogno di ritornare a casa, almeno per un po’.
Si, credo che anche per me sia successa la stessa cosa. So anche però che probabilmente non durerà molto, e magari dopo appena qualche settimana dal rientro, appena si riprendono i ritmi di prima, la nostalgia della “strada” tornerà.

“Tutto finito quindi?”, potrebbe dire ora qualcuno deluso?

No! Ho tante cose da fare nell’immediato, ed altre a lungo termine.
Le più importanti sono: lavoro, richiesta del “part-time verticale al 50%”, che tradotto vuol dire lavorare solo 6 mesi all’anno (che con le ferie diventano 5 mesi e una settimana) e poi 6 mesi in viaggio. Di conseguenza mi spetterà poco più di mezzo stipendio, che se può bastare per viaggiare (senza troppi lussi però), inizia a diventare strettino per vivere in Italia. Poi provare alcuni lavoretti online già individuati, per integrare il mezzo stipendio. I lavori online sono il lavoro perfetto per viaggiare, in quanto si possono effettuare da qualsiasi parte del mondo in cui ci sia una connessione internet.

Tutto ok quindi!

Ho ancora in mente (e nel cuore) i tanti sorrisi asiatici degli ultimi mesi, in particolare del Laos e Thailandia, e il “sanuk” tailandese (spiegherò in seguito cos’è) per lasciare spazio ad una qualche tristezza. Ora si rientra. C’è la nostalgia di rivedere i familiari e gli amici, e se ho festeggiato la partenza magari ora festeggio il rientro.

Insomma, “fiesta” sudamericana e “sanuk” thailandese!

Tutto questo riguarda le prime impressioni sull’immediato, sul rientro. “Sono sopra l’Oceano come un anno fa”, dicevo. Ma, a differenza di 12 mesi fa, ho tanto in più dentro di me. Meravigliose esperienze, sia felici che infelici, che quando solo ci penso mi scendono le lacrime, e poi tantissime persone conosciute molte delle quali tanto care ancora oggi, e con diverse delle quali sono rimasto in frequente contatto via MSN, e-mail o Skype.
Il resto delle considerazioni finali sul viaggio, quelle forse a cui tengo di più, le scriverò dopo aver aggiornato il blog su questi ultimi 4 mesi asiatici. Ora no, dovrei fare citazioni che, senza averle prima spiegate, non si capirebbero.

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Ringraziamenti

Voglio ringraziare veramente tanto chi mi ha seguito fin qui sul blog. E’ stata una felice sorpresa scoprire che tante persone, gran parte delle quali a me sconosciute, mi abbiano letto e magari anche scritto. Avendo creato sia il sito che il blog proprio all’inizio del viaggio, non sapevo come sarebbe andata a finire anche questa esperienza. E’ stato un altro viaggio insieme al viaggio, anche con il sito si conoscono persone nuove.

Veramente grazie di cuore! inchino

Prossimamente riporterò i racconti e foto degli ultimi 4 mesi, spero mi seguiate ancora. Insomma, il mio viaggio è finito ma i racconti ancora no. Non sarò in diretta come i primi mesi ma in differita, però l’Asia mi ha dato tante profonde emozioni e anche lezioni di vita che credo possano essere interessanti da leggere e anche, mi permetto di aggiungere, formative.

Ok, questo post l’ho scritto in aereo, sul mio diario, e ora lo pubblico dalla mia stanza, a casa, a Nuoro.

Si va avanti, tutto ok, tanto “sanuk”.
A presto! 😐

(Fine 1^ parte  –  La 2^ parte alla fine di tutti i “racconti”)

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Il Rientro

Aeroporto di Alghero, 365 giorni dopo

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