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Set32007

Kuta (Bali): Induismo e birra

A notte inoltrata arrivo a Denpasar, l’aeroporto di Bali.

Uno degli indiscutibili pregi dell’Australia è stato che, dopo i sei mesi di relativa insicurezza del sud America, che in particolar modo si percepiva al momento dell’arrivo nella stazione o aeroporto di una nuova città, da qualunque parte andassi ci si sentiva completamente sicuri e tranquilli sotto ogni punto di vista. Ho potuto così liberare la mente dal pensiero delle continue precauzioni da non scordare mai. E ora mi rituffo in una zona povera, il sud-est asiatico. Riattivare di nuovo tutte le precauzioni? No! 🙂 Come ho già accennato altre volte, in Asia è tutto diverso. Certo non bisogna esagerare nel dare fiducia agli altri, ma si può dire che di rischi è molto difficile correrne.
E così mi capita, all’uscita dall’aeroporto, di dover camminare per almeno 500 metri da solo, al buio, all’una di notte e con gli zaini in spalla. Mai l’avrei fatto in sud America, qui si può.
Questo perché, dopo le 6 settimane di “prezzi fissi” australiani, qui bisogna riprendere a contrattare tutto, compresi gli spostamenti in taxi. I tassisti infatti, all’uscita dell’aeroporto, facevano a gara a chi la sparava più grossa. Per un tratto di pochi chilometri mi hanno chiesto, nell’ordine, 50.000 rupie (4 euro), 100.000, 60.000 e 40.000. Nulla, grazie alle informazioni avute da chi ci è già stato (TripGuida di Bali, utilissima!) posso permettermi di lasciarli tutti perdere e di uscire dall’aeroporto a piedi, e prendere il taxi dalla prima strada fuori. Qui ne trovo due, uno mi chiede 35.000 e poi 30.000, l’altro 20.000. Scelgo (ovviamente) il secondo che però, appena vede che l’altro taxi se ne va e rimane quindi solo nella piazza, rialza i prezzi. 25.000, 30.000, 35.000…. Pazzesco! Sembrava di essere in borsa. All’arrivo gli do 25.000 rupie (2 euro) che, considerando anche l’ora tarda, mi sembrava il prezzo più giusto.

Eh si, un primo innegabile piacere a Bali lo si ha all’arrivo, quando ci si rende conto dei prezzi. 1 euro equivale a 12.000 rupie, per cui quando faccio il primo prelievo al bancomat (125 euro), mi trovo fra le mani… 1.500.000 rupie! Bello avere oltre un milione in mano! Dopo i quasi due mesi di “povertà” australiana, mi ritrovo ad essere di nuovo ricco sfondato! 😀
Si, perché in hotel (camera singola grande con bagno interno e ventilatore, pulito, colazione inclusa) pago 2,9 euro a notte, in ristorante 1 euro per un ottimo piatto indonesiano (è stata una felice scoperta la cucina indonesiana!) o 1,5 euro per un piatto di pasta ben condita o 2,5 euro per una grande pizza. Noleggio uno scooter a marce (100 cc.) per 2 euro al giorno, faccio il pieno (2 litri, 0,8 euro) e mi bastano per tre giorni, etc. Insomma, devo dire che, fra i paesi in cui son stato, l’Indonesia raggiunge l’economicità del Myanmar, finora in testa alla classifica dei paesi “cheap”.

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curry

KARE IKAN LAUT: riso, gamberetti e frutti di mare, verdure cotte, curry (salsa piccante con latte di cocco) – 12.000 rupie (1 euro)

Ma le sorprese di Bali non vengono solo dal lato economico, pur piacevole per chi viaggia con un budget ridotto. Anche nella confusione di Kuta, la prima località dove mi fermo a Bali, stracolma di turisti, inizio ad intravedere qualcosa che mi lascia perplesso …. continua a leggere qui >>

Lug292007

Gli “ospiti” brasiliani

Sono le 21:30 del 23 luglio e sono davanti al pc, in un internet cafè di Bali.
Sono sbalordito! Non riesco quasi a crederci eppure è proprio così, semplice come tutte le cose apparentemente troppo difficili.

Tra un’ora ho un’appuntamento con Jenny, simpatica indonesiana conosciuta a Gili Trawangan, che alloggiava nella camera a fianco alla mia. Abbiamo passato tanto tempo a parlare insieme, mentre il suo amico australiano passava le giornate al bar, per cui avevamo programmato di uscire una sera insieme a Kuta, visto che lei abitava qui e io ci dovevo ripassare dopo le isole Gili. Ma non è questo che mi sbalordisce, infatti all’appuntamento ci arriverò in forte ritardo.
E’ ciò che sto leggendo sullo schermo che mi lascia incredulo. Non ci credo che sia così semplice e leggo ancora, ancora…
Da 3 mesi sto combattendo contro l’ostacolo più grosso incontrato da quando son partito per il giro del mondo, ostacolo di cui non vedevo soluzione e che, anzi, disperavo sempre più di trovare.

Ma cosa, insomma?

Tutto inizia sul Rio Delle Amazzoni, in quel fantastico viaggio sul fiume più grande del pianeta ma soprattutto in mezzo all’ancor più grande mare di umanità dei brasiliani presenti sulla barca. Uno dei momenti più belli di tutto il viaggio è anche l’inizio di 3 mesi di sofferenze, che in alcuni periodi critici mi hanno anche fatto pensare di rientrare in Italia in anticipo.
Si, perché sul Rio Delle Amazzoni, e poi a Manaus, ho …. continua a leggere qui >>