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Nov282006

(Buenos Aires/1) Vita da ostello

Due settimane son già passate e si avvicina il momento di rifare lo zaino (a parte che in ostello lo zaino non si può mai disfare).
I primi giorni son stati dedicati alla “decompressione” dai normali ritmi e alla sincronizzazione con i ritmi del viaggio lungo, che si possono sintetizzare nella massima: ‘Una cosa si fa quando si ha voglia di farla’. Semplice. E quindi ci si alza quando se ne ha voglia, si mangia quando si ha voglia, si esce con chi si ha piacere di uscire, e così via.
Primi giorni dedicati anche all’inserimento nella vita sociale dell’ostello. E quindi ok per un torneo di biliardo, dove dopo aver battuto 2 inglesi e un australiano, in finale l’Italia (io) viene battuta da Israele (un altro ragazzo). Va bene lo stesso, il secondo premio erano 2 bottiglie di birra!
L’aspetto più bello infatti dell’alloggiare in ostello è che si conoscono tante persone di varie parti del mondo, ognuna con la sua storia dietro, più o meno interessante.
E così il primo che conosco appena entro nella mia camera n° 5, con 8 letti, è Eduard, inglese di 21 anni che appena nel pomeriggio si sveglia e mi vede mi dice fiero:”I had sex tonight with a finnish girl!” (Traduzione non disponibile, riprovare più tardi). In serata però avremo modo di parlare più a lungo e mi racconterà che si è appena laureato e subito dopo ha lavorato come giardiniere improvvisato per 5 mesi e con i soldi guadagnati è partito per fare il giro del mondo. A 21 anni! Inutile, gli inglesi e gli anglo-sassoni viaggiano più di tutti. Il ragazzo italiano medio di 21 anni con i soldi del primo lavoro si compra la macchina, non pensa a viaggiare (anche per me è stato così, però subito dopo la macchina iniziai a viaggiare). E’ però anche vero che poi quegli stessi inglesi che viaggiano tanto, in qualunque paese vadano si chiudono nei bar a bere birra dalla mattina alla sera. Però questo è un altro discorso.
Il giorno dopo faccio colazione con una signora statunitense che ha un ristorante a New York State. Dopo 25 anni di lavoro l’ha dato in gestione e ora gira il mondo con la rendita mensile. Pensarci prima no? Però ora sta recuperando velocemente, ha già girato in tanti paesi.
A pranzo invece vado in un bel ristorantino del centro con un francese, un geologo che al suo lavoro di assistente presso un’università preferisce dedicare più tempo alle ricerche geologiche in Sud America, in un progetto internazionale tra Francia, Cile e Argentina (però noi abbiamo vinto la coppa del mondo, e loro no!!).
Insomma, quasi tutti gli incontri hanno come oggetto principale di conversazione il viaggio, e inoltre sono utili anche perchè si viene a conoscenza di eventuali destinazioni interessanti da visitare e altre da lasciar perdere. Per esempio a qualcuno piacerebbe andare in Papua-Nuova Guinea? Alcuni giorni fa è arrivato in camera un ragazzo lituano che sta facendo, tanto per cambiare, il giro del mondo (la densità dei “giramondo” è molto alta negli ostelli). E’ alla fine, fra un paio di settimane rientra in Europa. Di tutti i paesi che ha visitato uno non lo dimenticherà mai, proprio Papua-Nuova Guinea (è al confine con l’Indonesia), e particolarmente la sua capitale Port Moresby, dove è stato rapinato diverse volte. Anche quando non aveva niente addosso se non pochi soldi per fare la spesa al supermercato più vicino, appena usciva dall’hotel dopo 100-200 mt veniva circondato da bande di giovani e rapinato. Alla fine è riuscito a salvare lo zaino e il passaporto (per lui importantissimo perchè la Lituania non ha ambasciate nel mondo), e ha perso la macchina fotografica e soldi. Papua-Nuova Guinea, Port Moresby, ripete questi nomi ossessivamente, sempre cupo in viso.
Io vi ho avvisato, non andate in Papua-Nuova Guinea, nel caso l’abbiate programmato per il prossimo week-end!

Buenos Aires… (continua)

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